Ben 19 sono infatti le esposizioni-sezioni della grande mostra “Moda, Costume, Bellezza nell’antichità”, promossa al Museo Archeologico di Firenze su iniziativa del Ministero per i beni e le attività culturali, della Sovrintendenza archeologica della Toscana, della Regione e della Provincia di Firenze, allestite nei comuni del territorio fiorentino fino al 30 aprile come prima esperienza di sistema di mostra archeologica temporanea diffusa. Cinque di queste sono in Mugello. Ospitate in altrettanti Musei del Sistema museale diffuso - Palazzuolo sul Senio, Borgo San Lorenzo, Scarperia (due) e Vicchio - sono organizzate dalla Comunità Montana del Mugello e dai rispettivi Comuni.
Ed è già tempo d’apertura per quelle di Palazzuolo e Vicchio, allestite rispettivamente, al Museo Archeologico e al salone della biblioteca comunale presso il Museo Beato Angelico. Le due “Isole dei Tesori” apriranno entrambe il prossimo 17 ottobre. «Come Sistema museale diffuso Mugello-Montagna fiorentina abbiamo aderito con entusiasmo a questa iniziativa propostaci dall’assessore provinciale alla Cultura e Turismo Elisabetta Del Lungo – sottolinea l’assessore alla Cultura e Turismo della Comunità Montana del Mugello Alessandro Marchi – soprattutto perché è un’ulteriore opportunità di promozione per un sistema che, dal punto di vista dell’allestimento, è in fase conclusiva.
Le collezioni che sono state proposte per le esposizioni sono di grande fascino e rilievo, e crediamo che possano contribuire a incrementare le visite nei nostri musei e quindi a far conoscere tutta la nostra rete».
A Palazzuolo sul Senio (inaugurazione alle ore 11) è esposta una selezione di vasi etruschi a figure rosse, per lo più databili al IV sec. A.C., con rappresentazioni inerenti al mondo femminile. Sui crateri e sulle oinochoai le figure femminili sono infatti variamente rappresentate: nell’atto di avvolgersi (o di svelarsi) in un mantello, impegnate in scene di toelette, con specchi o bende in mano, presso una fontana (con i gocciolatoi a testa leonina rappresentati in alto), o ancora affiancata da eroti o da figure maschili a cui offrono degli oggetti (contenitori quali ciste o kalathoi).
A Vicchio (inaugurazione alle ore 17) il materiale esposto proviene dagli scavi effettuati a più riprese a partire dalla fine degli anni sessanta (prima dalla soprintendenza Archeologica ed adesso da Università americane) sul sito di Poggio Colla.
Qui è stato messo in luce un insediamento etrusco, abitato dal VII sec. a.C. fino al tardo III sec. A.C., che ha restituito tracce delle mura di fortificazione, di una necropoli e, soprattutto, di un edificio monumentale, probabilmente un tempio, risalente al VI sec. A.C. I materiali rinvenuti comprendono buccheri, ceramica a vernice nera e depurata, vaghi in pasta vitrea e ambra etc.
Il 26 ottobre è la volta di Borgo San Lorenzo e Scarperia. Alle ore 15 verrà inaugurata la mostra allestita nel Centro documentazione archeologica di Sant’Agata a Scarperia; per le ore 17 è fissata invece l’inaugurazione dell’esposizione ospitata nel Museo comunale della Manifattura Chini; ritorno a Scarperia alle 20,30 per aprire la mostra organizzata all’interno del Museo dei Ferri Taglienti.
Borgo San Lorenzo
I materiali prescelti, databili tra IV e III sec.
a.C., sono accomunati dalla presenza di rappresentazioni, plastiche o dipinte, di volti femminili. Accanto ad oinochoai con orlo a cartoccio con collo e corpo del vaso occupati da volti femminili di profilo con capelli raccolti nel sakkos (una sorta di cuffia), i materiali provenienti dalla tomba di contrada Morgi a Narce, di produzione volsiniese, mostrano, tra l’altro, piattelli del gruppo Genucilia (dal nome dell’iscrizione presente su di un esemplare) con profili femminili nell’interno e sostegni configurati a testa femminile con capelli con scriminatura centrale raccolti dietro la nuca nel sakkos.
Scarperia, Museo di Sant’Agata
Viene data testimonianza del costume funerario femminile in età villanoviana attraverso la presentazione di due corredi da Tarquinia, Selciatello di Sopra.
Accanto ai cinerari biconici e ai vasi di impasto (anforetta, olla, kyathos) sono presenti fibule ad arco ingrossato o ad arco semplice, frammenti di catenelle e spirali, armille, piccoli vaghi etc. Ad essi si associano oggetti quali rocchetti, fuseruole e pesi da telaio, molto frequenti nei corredi funerari, che riportano ad attività indissolubilmente legate al mondo femminile, quali la filatura e la tessitura.
Scarperia, Museo dei Ferri Taglienti
Viene data testimonianza del costume funerario maschile in età villanoviana attraverso la presentazione di due corredi da Tarquinia, Selciatello di Sopra.
Il cinerario biconico ha un coperchio a forma di elmo: ad esso si associano come corredo oggetti in bronzo quali fibule ad arco serpeggiante e rasoi semilunati. Caratterizzavano abitualmente il defunto nel suo status di guerriero anche lance, puntali e coltelli in ferro e bronzo, nonché spade, con i loro foderi, come l’esemplare qui presentato, con decorazioni incise.