Ieri sera la Corte Costituzionale ha depositato in cancelleria il testo della sentenza n. 303 con cui dichiara illegittimo per eccesso di delega il decreto legislativo 198 del 2002, il cosiddetto "decreto Gasparri", che riguardava anche l'installazione delle antenne di telefonia mobile, perchè lesivo della
potestà di pianificazione territoriale delle Regioni e degli Enti locali.
"La sentenza della Corte - dice l'assessore Vincenzo Bugliani - ristabilisce la potestà legislativa delle Regioni e il potere dei Comuni di pianificare il loro territorio.
Liberati dal decreto Gasparri, riprenderemo immediatamente il confronto con i gestori di telefonia mobile, con i quali abbiamo già aperto un tavolo, per rivedere insieme il piano delle antenne, anche sulla base del protocollo Anci". Proprio in attesa della sentenza della Corte, per evitare il rischio 'antenna selvaggia' provocato dal decrerto Gasparri, nei giorni scorsi il sindaco aveva firmato un'ordinanza che bloccava per 60 giorni la concessione e l'attivazione di nuove stazioni radio-base per cellulari Gsm e Umts.
"I dubbi e le perplessita' dell'ANCI sulla costituzionalita' del decreto legislativo per la accelerazione della realizzazione di infrastrutture per le telecomunicazioni, avanzati fin dall'esame in Conferenza Unificata un anno fa, si sono dimostrati fondati a seguito del pronunciamento della Corte Costituzionale". Lo afferma Leonardo Domenici, sindaco di Firenze e presidente dell'Associazione dei Comuni Italiani (ANCI). "In quella sede - spiega Domenici - l'ANCI segnalo' infatti che il Decreto in questione non era compatibile con la legge di delega, contrastando con quanto disposto dagli articoli 76 e 77 della Costituzione che prevedono che il potere legislativo del Governo sia esercitato entro i limiti stabiliti dal Parlamento".
"La legge obiettivo - spiega Domenici - autorizzava soltanto la semplificazione delle procedure necessarie per realizzare le opere individuate come 'strategiche'. Il decreto, invece, opera una modifica delle procedure che riguardano una intera categoria, e questo e' quanto l'ANCI ha segnalato fin dal novembre scorso nelle sedi istituzionali opportune". "In ogni caso - afferma ancora il Presidente ANCI - il provvedimento conteneva alcune norme che vanificavano la potesta' regolamentare del Comune in merito alla gestione del territorio: in particolare la disciplina riguardante le opere di urbanizzazione primaria e la occupazione di suolo pubblico.
Anche se indirettamente quindi - conclude - la Consulta ha di fatto eliminato un provvedimento che era lesivo della potesta' regolamentare dei Comuni, espropriandoli della gestione del territorio. Potesta' che ora ritorna pertinenza delle amministrazioni locali".