Alcuni giorni fa è giunto a Semproniano il gruppo di ibis eremita partito dall’Austria due settimane fa al seguito di due deltaplani.
Purtroppo gli ibis eremita ed il Waldrappteam sono giunti alla loro meta finale non in volo, come era previsto nell’esperimento della “migrazione guidata”, ma viaggiando in auto. Il viaggio dei biologi austriaci si è infatti concluso a metà strada, nel Delta del Po, a causa di un guasto al motore di uno dei due velivoli ultraleggeri che hanno accompagnato lo stormo dei 21 ibis eremita dalle Alpi austriache sino alla pianura padana.
I biologi, prima di arrendersi di fronte al guasto del velivolo, ne hanno tentato la riparazione ma il giorno successivo, mentre erano in volo assieme agli ibis diretti verso Faenza sono dovuti ricorrere ad un rischioso atterraggio di fortuna perché l’ultraleggero non era in grado di proseguire oltre.
Nonostante l’amarezza per un viaggio concluso troppo presto a causa di questo problema tecnico, dopo un lungo addestramento cominciato un anno fa, i biologi austriaci, nelle varie tappe portate a termine, hanno potuto ottenere informazioni molto importanti sul comportamento dello stormo di ibis eremita che saranno utili per la migrazione del 2004.
Lo scopo del Progetto Ibis eremita, portato avanti dal Waldrappteam con l’Istituto di ricerche Konrad Lorenz di Grunau (Austria) e supportato in Italia dalla Provincia di Grosseto, Assessorato alla Conservazione della Natura e dal Wwf Toscana, è infatti quello di insegnare a questi uccelli, estinti in Europa allo stato selvatico dal XVII secolo, la giusta rotta migratoria verso sud che hanno ormai dimenticato.
Gli ibis eremita, momentaneamente collocati in una grande voliera del Crasm Wwf (Centro recupero animali selvatici della Maremma) di Semproniano, rimarranno tutto l’inverno in Provincia di Grosseto, spostandosi tra l’Alta Valle dell’Albegna e la costa maremmana.
Questo permetterà ai ricercatori austriaci di verificare se l’area, come si suppone, sia idonea ad ospitare lo svernamento di questa specie sull’orlo dell’estinzione.
Nei prossimi mesi i maremmani potranno avere la fortuna di veder passeggiare nei pascoli, sotto lo stretto controllo dei biologi austriaci, questi strani e socievoli uccelli neri dal lungo becco rosso e ricurvo con il quale catturano piccoli insetti.
Se la provincia di Grosseto si rivelerà “terra ospitale” come tutto fa supporre, sia dal punto di vista ambientale che umano, i ricercatori austriaci tenteranno di nuovo il grande volo la prossima estate, sperando che la sfortuna non ostacolare ancora una volta un progetto di per sé già assai complesso.
In imminente pericolo di estinzione
L’ibis eremita è estinto nell’Europa centrale e meridionale, dove era comune fino alla metà del XVI secolo.
Recentissimi ritrovamenti ne attestano la probabile presenza fino al XVIII o forse XIX secolo, ad esempio in Slovenia, dove questi uccelli sono ricordati col nome locale di “Klavzar”. Altrove la specie è praticamente ridotta al lumicino: ne rimangono solo alcune colonie riproduttive in Marocco, ormai relegate lungo la costa, per un totale forse inferiore ai 200 esemplari. Di una piccolissima colonia di tre sole coppie in Siria, scoperta di recente, si sa ben poco, ma si sospetta che si sia originata da soggetti rilasciati nella vicina Turchia.
Qui, nella cittadina di Birecik, l’ultima colonia selvatica, che all’inizio del XX secolo contava migliaia di soggetti, si è estinta nel 1989, probabilmente a seguito del vasto impiego di pesticidi nelle campagne adiacenti. Oggi l’ibis eremita sopravvive bene solo all’interno dei giardini zoologici, che ne ospitano complessivamente circa 2 mila esemplari, poiché la specie si riproduce con facilità.