«In questo sistema manca, volutamente, un elemento essenziale per il suo corretto funzionamento, ovvero il controllo e la verifica dell'azione di chi è chiamato ad assumersi molte responsabilità». E' quanto sostiene il capogruppo di Azione per Firenze Gabriele Toccafondi a proposito della "Società della Salute". «Così come è formulata la proposta - sostiene Toccafondi - tende a restituire ai comuni un pieno coinvolgimento nel governo della sanità. Questa impostazione comporta pregi e difetti.
Sicuramente individuare a chi appartiene la responsabilità delle azioni in campo sanitario e sociale è da considerarsi un pregio rispetto alle attuali responsabilità parziali e agli "scarica barile" tra politici, amministratori, direttori e delegati. La prima cosa che si evidenzia attualmente nella gestione della macchina sanitaria è l'impossibilità di avere un referente che come tale abbia le responsabilità del ruolo che ricopre. La società della salute rappresenta un organismo nuovo con ampissimi poteri, sembra quindi opportuno che chi è chiamato a governare dal voto dei cittadini debba assumersi l'intera responsabilità della gestione, del buon funzionamento, della corretta gestione finanziaria e del personale».
Secondo il capogruppo di Azione per Firenze «se è giusto che la responsabilità del governo del sistema sanitario sia data a chi ha ricevuto tramite il mandato elettorale il consenso, è doveroso che l'azione di controllo e verifica dell'azione intrapresa, dei risultati ottenuti, della congruità delle scelte effettuate e del risultato economico raggiunto, spettino anche essi alla politica, ovvero a coloro che sono stati chiamati dai cittadini a rappresentarli». «Se questo non verrà applicato - ha rilevato Toccafondi - non potremmo più parlare di un'azione responsabile ma sarà più giusto parlare di ritorno alla lottizzazione.
Se la scelta della Regione e dei Comuni è quella di ritornare alla politica, l'attuale maggioranza di Regione e Comune deve comprendere che la scelta deve essere coerente con le regole della politica che vedono un esecutivo prendere decisioni e un consiglio comunale controllare e verificare l'azione di governo. Gli strumenti finora proposti dalla Regione e accettati dal Comune relativamente all'azione di controllo sono quantomeno offensivi rispetto a questa impostazione. Le varie consulte e comitati non possono rappresentare il controllo e la verifica che un organismo da 450 milioni di euro che eroga servizi a migliaia di cittadini deve avere».
«Una bozza quindi che ancora non convince - ha concluso l'esponente del centrodestra - non convince invece quanto si legge a chiare lettere all'interno dei documenti preparatori ovvero che il sistema sanitario pubblico sarà sempre di più centro del sistema sanitario toscano. Occorre comprendere che il sistema sanitario pubblico non può reggersi da solo, ha bisogno del privato e del privato sociale. Questi primi documenti sono stati scritti con una filosofia ben diversa: solo là dove non può arrivare il pubblico e dove non ci saranno eventualmente risorse finanziarie aggiuntive allora verranno individuate le forme di compartecipazione del privato.
Questo sia sotto l'aspetto sanitario che assistenziale. E' in sostanza un monopolio pubblico che non aiuta il miglioramento del servizio, in questo caso è reale la preoccupazione di vedere che il cambiamento rischia di non essere di mentalità ma solo di facciata».