Dopo una giornata convulsa, con presidenti di società di calcio che hanno già dichiarato di voler vendere le proprie quote societarie (Cellino del Cagliari e Zamparini del Palermo), la Lega Calcio ha "ordinato" il via del campionato della serie cadetta. Ordine che certamente non sarà rispettato da tutti: 7 club d'accordo per giocare, 7 club indecisi e ben 10 club che non scenderanno sicuramente in campo. Quindi, dopo la riunione fiume, la Lega ha partorito la più grande divisione nella storia del calcio italiano. Anche i turni successivi, il 3° ed il 4° , sono stati spostati a Giovedì 11 Settembre (anziché a Martedì 9 ) e a Domenica 14 (anziché Sabato 13). Ma la confusione regnerà sovrana e, con almeno 7 partite che non saranno giocate ed altre 3 in forse, inizieranno le sconfitte a tavolino con relative penalizzazioni di punteggio. Questo porterà ancora più malumori e polemiche, ma non sembra che questa protesta possa durare ad oltranza. Il presidente del Pescara, avversaria della Fiorentina domenica prossima, ha già dichiarato ai mezzi d'informazione che la sua squadra non scenderà in campo allo stadio Adriatico e si augura che anche la squadra viola decida nella stessa maniera.
Lo stesso Scibilia ha paventato gravi problemi di ordine pubblico qualora una delle due squadre si presenti e obblighi l'altra alla conseguente penalità. Quindi il caos è generale e si sovrappongono interessi diversi, mascherati con argomentazioni tra loro inconciliabili. E' ormai evidente che la proposta di mediazione basata sulla riconferma di 4 promozioni e 4 retrocessioni tra le due serie maggiori amplifica la divisione tra i club maggiori e tutti gli altri, buona parte dei quali vuole fare di tutto per partecipare al banchetto della futura "Premier League". Non a caso le motivazioni e gli obiettivi di squadre cosiddette "minori" sono completamente diverse se si tratta di club già in serie A o se appartengono al folto neo-gruppo della serie B: anche la solidarietà manifestata da alcuni piccoli club di A in occasione della Coppa Italia è completamente sparita. O di qua o di là, senza possibilità di non decidere ulteriormente. Dopo due o tre turni di campionato tutto questo sarà lasciato alle spalle ed il campo tornerà ad essere protagonista. Viene solo da chiedersi a quale correttezza e certezza delle regole si vogliano riferire i vulcanici Cellino e Zamparini se veramente sono intenzionati a cedere le loro squadre: ma la domanda andrebbe fatta agli abbonati del Cagliari e del Palermo. (as)