Da l'altroieri un piccolo stormo di strani uccelli neri vola in perfetta formazione dall'Austria all'Italia accompagnati da due velivoli ultraleggeri ed un elicottero: sono 21 ibis eremita che viaggiano fedeli al seguito degli "austriaci volanti", un appassionato gruppo di biologi che si dedica ad un interessante esperimento scientifico su questa specie ormai sull'orlo dell'estinzione. L'esperimento e nato nel prestigioso istituto di ricerche Konrad Lorenz di Grunau, in Austria, dove i ricercatori, sotto la guida del loro Direttore Kurt Kotrschal e dopo varie esperienze, hanno verificato come gli ibis eremita nati in cattività, pur possedendo ancora uno stimolo migratorio, non siano in grado di dirigersi correttamente a sud, lungo la rotta che portava i loro antenati selvatici nelle aree di svernamento.
                           Lo scopo del "Waldrappteam" (Waldrapp e il nome tedesco della 
specie), capitanati dal dott. Johannes Fritz e Angelika Reiter, e proprio 
quello di insegnare loro la rotta migratoria ormai dimenticata, con la 
stessa tecnica utilizzata con successo con le oche del Canada o le gru e 
utilizzata nel recente film "Il Popolo migratore".
Nel 2002 le madri adottive Angelika Reiter, Isabel Meran e Klara Tuckova 
hanno allevato a mano un primo gruppo di 11 ibis ed altri 10 sono stati 
allevati quest'anno.
                          
Salite intrepide a bordo di velivoli ultraleggeri, sono riuscite a convincere i loro "figli" a seguirle in volo. Dal 19 agosto biologi e uccelli stanno tentando il gran "salto", che li portera a superare le Alpi ed a volare sui cieli del Friuli, del Veneto e dell'Emilia-Romagna, sino ad oltrepassare gli Appennini per arrivare in Toscana e raggiungere cosi loro meta finale: la Valle dell'Albegna, in Provincia di Grosseto, accompagnati anche da un elicottero della TV austriaca. Un lungo viaggio, studiato nei dettagli, di circa 1.000 km, con 11 tappe di 90 km al giorno, a 50 km orari in media.
                           Nell'Alta Valle dell'Albegna gli ibis eremita 
arriveranno il 2 settembre e vi troveranno - come riferisce Anna Cenerini, 
responsabile per il WWF Toscana del progetto Ibis - un ambiente integro, 
ricco di greggi al pascolo e quindi di insetti e piccoli invertebrati di 
cui cibarsi e potranno utilizzare le pareti rocciose dell'Oasi WWF di 
Rocconi come sicuri dormitori.
I biologi austriaci faranno affidamento sulla collaborazione degli 
attivisti del WWF che operano nel CRASM di Semproniano (Centro Recupero 
Animali Selvatici della Maremma), nel Centro Riproduzione del Capovaccaio e 
nell'Oasi WWF di Rocconi.
                          
                           Durante l'inverno il piccolo stormo potrà poi 
spostarsi anche all'Oasi WWF di Orbetello e da li partire per altre 
"escursioni" sulla costa maremmana o più a sud. I ricercatori austriaci 
nella primavera 2004 riporteranno poi gli ibis in Austria, per consentire 
loro di nidificare nei siti alpini storicamente abitati da questa specie. 
Il Progetto e sostenuto in Toscana dalla Provincia di Grosseto, Servizio 
Conservazione della Natura.
In imminente pericolo di estinzione
L'ibis eremita era estinto nell'Europa centrale e meridionale, dove era 
comune fino alla meta del XVI secolo.
 Recentissimi ritrovamenti ne 
attestano la probabile presenza fino al XVIII o forse XIX secolo, ad 
esempio in Slovenia, dove questi uccelli sono ricordati col nome locale di 
"Klavzar".
                          
Altrove la specie e praticamente ridotta al lumicino: ne rimangono solo alcune colonie riproduttive in Marocco, ormai relegate lungo la costa, per un totale forse inferiore ai 200 esemplari. Di una piccolissima colonia di tre sole coppie in Siria, scoperta di recente, si sa ben poco, ma si sospetta che si sia originata da soggetti rilasciati nella vicina Turchia. Qui, nella cittadina di Birecik, l'ultima colonia selvatica, che all'inizio del XX secolo contava migliaia di soggetti, si e estinta nel 1989 probabilmente a seguito del vasto impiego di pesticidi nelle campagne adiacenti.
Oggi l'ibis eremita sopravvive bene solo all'interno dei giardini zoologici, che ne ospitano complessivamente circa 2.000 esemplari, poiché la specie si riproduce con facilita.