Questa sera alla Festa dell'Unità va in scena il concerto dell'Orchestra Les Italiens. Un progetto caratterizzato da forti tinte zingaresche ed etniche, intrise da sapori quando jazzistici, quando popolari, quando "cinematografici".
Per un attimo Firenze diventò la capitale della cultura giovanile italiana. Con una di quelle sincronie che non sono coincidenze ma frutto di intenzioni e talenti collettivi, in città presero vita gli spunti più interessanti del panorama nazionale in campo musicale, teatrale, artistico, dell’intrattenimento notturno, della moda e della nuova comunicazione.
Nella prima metà degli anni ’80 a Firenze si costruì mese dopo mese un nuovo immaginario generazionale fatto di neologismi come “dark”, “trendy”, di spericolate sperimentazioni in territori ancora nuovi come la musica elettronica, le nuove forme della dance, lo stilismo contaminato, il corpo teatrale. Bruno Casini è stato uno dei protagonisti della straordinaria new wave fiorentina, organizzatore di eventi e di concerti, direttore artistico di club leggendari come il Banana Moon, il Casablanca e il Manila, fondatore della rivista seminale Westuff.
A distanza di vent’anni Casini fa parlare tutti i protagonisti della saga: produttori, musicisti divenuti rockstar e altri che hanno cambiato mestiere, attori, creatori di moda, operatori culturali. Ciascuno offre la propria visione dei fatti, delle progressioni, degli eventi memorabili. Frequenze fiorentine ricostruisce così – con la potenza della ricognizione “orale” – un mosaico sociale e creativo che resta tra i momenti chiave della pop culture italiana di fine ventesimo secolo. Una storia che nel suo dipanarsi ebbe subito un attento cronista in Pier Vittorio Tondelli che in questo volume torna a parlare di culture rock in un capitolo dedicato a lui e al suo rapporto con Firenze.
Bruno Casini, giornalista, operatore culturale, a inizio ventunesimo secolo sa ancora far sembrare Firenze New York per una notte.