Un protocollo d'intesa per migliorare la mobilità nel quadrante sud-ovest dell'area fiorentina, ovvero la zona tra Firenze e Scandicci che negli ultimi anni è stata oggetto di un grande sviluppo dal punto di vista residenziale, produttivo, direzionale e commerciale. Uno sviluppo destinato a continuare e che pertanto rende indispensabile un adeguamento delle infrastrutture della mobilità. L'intesa è stata firmata martedì dall'assessore all'urbanistica e alle grandi infrastrutture Gianni Biagi, dal sindaco di Scandicci Giovanni Doddoli e dal vicesindaco Simone Gheri e dal presidente del Quartiere 4 Eros Cruccolini.
E questa mattina i firmatari hanno presentato le novità dell'accordo. "Non si tratta di necessariamente costruire nuove infrastrutture - precisa l'assessore Biagi - quanto piuttosto di riqualificare e rafforzare le connessioni tra la viabilità primaria e quella secondaria che oggi viene utilizzata impropriamente come arteria di scorrimento". "Inoltre - continua l'assessore Biagi - con la firma del protocollo i progetti vengono inseriti nei Piani strutturali che i due comuni stanno elaborando concretizzando quella concertazione di area metropolitana più volte auspicata".
"Rispetto alle ipotesi presentate in passato - aggiunge il vicesindaco di Scandicci Gheri - abbiamo pensato a soluzioni più puntuali per risolvere alcuni problemi di viabilità, ribadendo la centralità della tramvia e della Terza corsia". Soddisfatto anche il presidente Cruccolini: "Si tratta di un lavoro importante frutto della collaborazione tra i comuni e il Quartiere 4". Dopo aver ribadito la necessità e l'urgenza della costruzione della bretella stagno-Indicatore e sottolineato il ruolo centrale della tramvia rispetto alla mobilità privata, il protocollo entra nel dettaglio indicando le quattro aree di intervento e le opere previste.
Le Bagnese-San Giusto-Torregalli L'obiettivo principale è migliorare l'accesso all'Ospedale di Torregalli dal viale Nenni. Sarà quindi rafforzata la strada fra la tramvia e l'Ospedale, proseguendo l'attuale percorso verso la Caserma Gonzaga e utilizzando l'attuale strada che conduce all'ingresso della Caserma. Sarà anche ridisegnata la viabilità nella zona di fronte l'ingresso dell'Ospedale e realizzata una nuova rotatoria per fluidificare la circolazione all'incrocio tra via delle Bagnese e via Poccianti.
Ponte a Greve In questo caso l'obiettivo è alleggerire il traffico su via Pisana, nella zona Ponte a Greve-Casellina, attraverso il raddoppio di Via Baccio da Montelupo dall'innesto del Lotto Zero fino a Via Minervini. Sarà di fatto una nuova strada alternativa a via Baccio da Montelupo che comporterà anche la costruzione di un nuovo ponte sulla Greve. L'ipotesi è di utilizzare questa nuova strada come uesta ultima come direttrice principale verso la zona industriale di Scandicci, in modo da migliorare la vivibilità dei tratti residenziali di via Pisana e di via Baccio da Montelupo in modo da valutare anche un'eventuale pedonalizzazione del centro storico di Ponte a Greve come ipotizzato dal Quartiere 4.
In quest'area è prevista anche una risistemazione della viabilità secondaria anche attraverso un nuovo collegamento tra via Pisana e via Baccio da Montelupo. Piana di Settimo Si tratta dell'adeguamento della viabilità a servizio delle nuove residenze di Badia a Settimo, Mantignano e Ugnano per non gravare ulteriormente su Ponte a Greve. Le opere previste sono l'ampliamento e la messa in sicurezza dei collegamenti viari fra le zone di Badia e di Ugnano-Mantignano, ovvero via del Pellicino e via della Pieve, e la nuova viabilità di collegamento tra via del Pellicino e la bretella Ugnano-Argingrosso prevista nell'accordo sulla Terza Corsia.
Anche in questo caso non si tratta di realizzare una nuova asse di scorrimento quanto di intervenire sui tratti di strada esistenti con lavori di miglioramento e di ricucitura. Pontignale Sarà adeguata e rafforzare la viabilità a servizio delle nuove residenze previste nell'area del Pontignale, attraverso l'ampliamento di via del Pantano, via di Pontignale e l'adeguamento del viuzzo di Dogaia. Il protocollo indica anche una scadenza, il 30 settembre, entro cui le due Amministrazioni devono definire la stima di massima del costo delle opere per poter poi predisporre il Piano Triennale degli investimenti 2004/2006.
Sempre entro quella data sarà concordato il cronoprogramma per la realizzazione delle opere e per il reperimento delle risorse necessarie.
Inoltre, nell'ambito della pianificazione di area vasta, i due comuni confermano il percorso pedo-ciclabile lungo la Greve, dall'Arno alla Certosa.
Ne consegue la cantierizzazione notturna, già sperimentata nei cantieri dell'Alta Velocità, cosa che preoccupa Medicina Democratica e Idra, associazioni da sempre attente ai diritti dei lavoratori alla salute e alla sicurezza.
L'organizzazione dei turni adottata per i cantieri dell'Alta Velocità ferroviaria lungo la stessa martoriata tratta appenninica comporta la sequenza 6-1 / 6-2 / 6-3 (cioè 6 gg.
di lavoro / 1 g. di riposo, 6 gg. di lavoro / 2 gg. di riposo, 6 gg. di lavoro / 3 gg. di riposo), e 42 ore medie circa alla settimana. In realtà il valore medio, trattandosi di lavoro usurante, non cancella l’alto numero di giorni e notti consecutivi di lavoro, con riposo inadeguato. Nel "ciclo continuo" sono previste infatti ogni tre turni 6 notti consecutive. Senza contare le conseguenze della rottura dei ritmi biologici circadiani, dovute al continuo cambio di orario (diurno, pomeridiano, notturno) settimana dopo settimana.
Inoltre non è computato né retribuito il consistente quantitativo di tempo impiegato per raggiungere - in condizioni spesso di notevole rischio lavorativo - il fronte di scavo dal campo base e viceversa, ad ogni turno giornaliero di lavoro.
Medicina Democratica e Idra riterrebbero grave che si riproponesse un'organizzazione del lavoro già definita ad alto rischio, e perciò inaccettabile, dagli esperti invitati a un seminario sul tema tenutosi a Firenze nel giugno 2001, al quale sono intervenuti il prof.
Giovanni Costa, docente di Medicina del Lavoro all'Università di Verona, e Fulvio Perini, responsabile sicurezza sul lavoro e membro per la CGIL nazionale del gruppo di lavoro Profili di rischio presso l'ISPESL (Istituto Superiore per la Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro). Prima di qualsiasi scelta sulla tipologia di turno da adottare, si ritiene opportuno che le parti sociali (Confindustria e organizzazioni sindacali) si confrontino con i rappresentanti di base e per la sicurezza dei lavoratori (RSU e RLS) e con le Associazioni che, come le nostre, sono in grado di interpellare i propri esperti di prevenzione.
Il lavoro notturno, di per sé, non andrebbe adottato nelle attività usuranti come quella in galleria, a lume di ragione. In ogni caso vanno individuate tipologie di turno col minore impatto possibile sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori.
In proposito si ricorda che anche grazie all'impulso di Medicina Democratica e Idra l'Unità Funzionale TAV della ASL 10 di Firenze ha avviato con l'Università di Verona uno studio sul rapporto esistente tra infortuni, patologie e tipologie di turno nei cantieri dell'Alta Velocità.
I risultati ufficiali verranno presentati in novembre in due convegni: uno di carattere nazionale su "Lavoro, Disagio ed Alcool", a Borgo San Lorenzo; uno internazionale, sul lavoro notturno, in agenda in Brasile.
I primi risultati della ricerca, presentati in un convegno il maggio scorso a Firenze, relativi al solo fenomeno infortunistico, hanno comunque già fatto rilevare una maggiore incidenza del rischio infortuni tra i lavoratori del 4° turno (nel ciclo continuo) rispetto a quelli del 3° turno (ciclo discontinuo secondo la sequenza 5-2, con 5 notti consecutive) e a quelli che svolgono il turno giornaliero.
Peraltro tra questi ultimi si registra un picco infortunistico alla 9^ ora di lavoro (cioè in orario di lavoro straordinario): ciò dimostra che l’altro fattore di rischio è costituito dall'eccesso di ore straordinarie. Al riguardo la Direzione Provinciale del Lavoro di Firenze ha riscontrato massicce irregolarità nei cantieri TAV, con quantità industriali di ore di straordinario oltre il (già elevato) lecito.
Di fronte alla posizione del ministro-costruttore di gallerie, dunque, Medicina Democratica e Idra invitano le OO.SS.
a non firmare accordi che monetizzano danni e rischi, perseverando nell’errore, ma piuttosto a rivedere criticamente gli accordi già firmati in altra fase storica (metà anni '90), per addivenire a scelte condivise, accettabili e che pongano al primo posto la salute, la sicurezza e la dignità dei lavoratori.