FIRENZE- Prosegue la protesta dei benzinai
che da cinque giorni non accettano piu' pagamenti con
bancomat e con le principali carte di credito. La protesta e'
'contro il sistema bancario italiano che - dicono le tre
sigle sindacali Faib/Aisa, Fegica e Figisc/Anisa - non
demorde dalla decisione di lucrare, attraverso l'imposizione
di commissioni intollerabili per gestori ed automobilisti'.
Le stesse organizzazioni dicono che l'iniziativa sta
registrando un altissimo sostegno della categoria.
Distributori di carburante, ma anche piccoli centri commerciali dove è possibile trovare un gommista o un elettrauto, un giornale o un caffè, un autolavaggio o informazioni sulla viabilità.
E' questo il futuro di molti distributori di carburanti in Toscana grazie alla nuova normativa che la Regione si accinge a varare su proposta della giunta, che ha approvato il disegno di legge presentato dall'assessore al commercio Susanna Cenni. La proposta è frutto della collaborazione con Anci Toscana, con i rappresentanti delle società petrolifere, le associazioni dei gestori e con gli enti tecnici competenti per la sicurezza, la viabilità e l’urbanistica. "La proposta - commenta l'assessore Cenni - è uno dei primi interventi legislativi nel settore dopo l'affidamento alle Regioni della competenza esclusiva nella materia.
L'obiettivo, in armonia con gli obiettivi nazionali, è quello di realizzare un ammodernamento del settore, di migliorare il servizio ai cittadini per arrivare, grazie alla crescita imprenditoriale dei gestori, a una riduzione del prezzo del carburante. Il gestore dell'autopompa insomma, potrà trasformarsi da titolare della funzione di rifornimento a imprenditore, in grado di fornire ai clienti non solo benzina ma servizi e attività commerciali nuovi e qualificati". La proposta di legge contiene i principi generali della materia, rinviando ad un successivo regolamento i criteri per la programmazione come distanze, superfici e nuove tipologie di impianti, nonché la previsione di norme di dettaglio.
Le nuove regole saranno in vigore entro la fine del 2003.
La giunta ha approvato anche una seconda proposta di legge a integrazione della legge regionale 28 del maggio 1999 (Norme per la disciplina del commercio in sede fissa, in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114). Obiettivo della nuova norma, la limitazione, tramite sanzioni più pesanti, delle aperture domenicali.
"La modifica legislativa definita dalla giunta - spiega l'assessore - scaturisce da una situazione di disagio avvertito dai Comuni e dalle organizzazioni sindacali che hanno chiesto nuove sanzioni contro le violazioni degli obblighi di chiusura domenicale e festiva.
Alcuni esercizi commerciali, soprattutto della grande distribuzione, rimangono infatti aperti tutte le domeniche, nonostante le sanzioni pecuniarie inflitte dai Comuni, considerando più conveniente incorrere nelle sanzioni che rinunciare ai rilevanti guadagni realizzabili nei giorni in cui gli altri esercizi rimangono chiusi. La proposta della giunta prevede perciò un inasprimento delle sanzioni". In particolare, viene sanzionata la reiterazione, in un periodo di dodici mesi, della violazione dell’obbligo di chiusura domenicale e festiva, con la chiusura dell’esercizio per un periodo da due a quindici giorni.
Si sanzionano inoltre altre violazioni, quali il divieto di esercizio dell’attività di vendita all’ingrosso e al dettaglio nello stesso locale e la mancata osservanza delle disposizioni regionali in materia di vendite promozionali, punite con il pagamento di una somma da 500 a 3000 euro.