Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza il nuovo piano di indirizzo generale integrato in materia di educazione, istruzione, orientamento professionale e lavoro. Si tratta del primo piano triennale in attuazione del testo unico su lavoro e formazione. Il piano ha l’obiettivo di integrare formazione e lavoro, di organizzare la formazione permanente durante tutto l’arco della vita, di assolvere all’obbligo formativo fino ai 18 anni di età, di garantire un effettivo diritto allo studio dei ragazzi toscani.
Numerosi gli interventi per le varie fasce di età previsti da qui al 2005. Un’area cui il piano dedica particolare attenzione è quella dei bambini e dei giovani. Per i bambini al di sotto dei tre anni si prevede di estendere e migliorare le occasioni di socializzazione con i compagni della stessa età, in appositi contesti educativi, e si punta sulla continuità educativa, per rendere più agevole il passaggio fra asilo nido, scuola materna e scuola elementare. Per la fascia 6-18 anni l’obiettivo è garantire a tutti l’accesso all’istruzione, mentre per la fascia 18-25 una forte attenzione è rivolta al sostegno alla frequenza dell’università.
Per gli adulti, gli interventi sono diversificati a seconda dei bisogni. Per la valutazione e il monitoraggio del piano si introduce il “cruscotto di governo”, un sistema che aggiorna i dati e che prevede rapporti periodici dopo l’approvazione del piano. Le risorse finanziarie coinvolte dal piano di indirizzo ammontano a 557.240.349 euro in totale, così ripartite: 207.049.146 euro per il 2003, 173.817.752 per il 2004, 176.373.451 per il 2005. A illustrare l’atto ci hanno pensato Loriano Valentini (Democratici di sinistra) e Lucia Franchini (La Margherita), presidenti rispettivamente delle Commissioni attività produttive e attività culturali e turismo.
Valentini si è concentrato in particolare sulla formazione e sul lavoro, mentre la Franchini sull’educazione e l’istruzione. Per Valentini il piano di indirizzo generale, inserito a pieno titolo nella normativa prevista dal Titolo V della Costituzione, affronta le problematiche legate alla formazione ed al lavoro non solo in termini quantitativi, ma qualitativi, tenendo conto delle novità del settore. Accanto all’allargamento della base occupazionale, il piano ha infatti altri due obiettivi specifici: lo sviluppo di azioni positive per le donne e per le categorie più deboli, per tendere ad una vera e propria inclusione sociale.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento di Lucia Franchini, che ha parlato di un “piano di offerta integrata e differenziata di educazione, che valorizza un approccio all’istruzione, come sfida intellettuale e politica, che vale per la Toscana, ma anche per l’Italia e per l’Europa”. Fulcro della programmazione educativa è il soggetto, e quindi la diversificazione dell’offerta nel processo di apprendimento, dove una sorta di “cabina di regia strategica” cerca di unire istruzione, università e ricerca, con il sistema imprenditoriale e il mondo del lavoro.
Nel corso del dibattito in aula, apprezzamento per il piano di indirizzo è stato espresso da Giuliana Baudone (Alleanza Nazionale) che, parlando a nome dei gruppi di Alleanza Nazionale e Forza Italia, si è soffermata sullo stretto legame tra mondo della scuola e del lavoro, in vista di una effettiva inclusione sociale, capace di far crescere l’economia del paese.
“Giudizio sospeso di astensione” per i Comunisti italiani. Nino Frosini (Comunisti italiani) si è infatti augurato che il piano serva, ma ha espresso delle perplessità, consegnando in particolare all’assessore due argomenti. L’aumento a macchia d’olio del “lavoro grigio”, che rende perfino superfluo il nero; ovvero i tanti lavoratori con partita Iva, costretti a lavorare anche diciotto ore al giorno. Ed inoltre la questione della formazione: “i lavoratori più formati – ha detto il consigliere – sono quelli che trovano più difficoltà nel mondo del lavoro”.
Astensione anche da Franco Banchi (Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro), che ha riconosciuto i passi avanti fatti dal piano, ma che avrebbe preferito una diversa “architrave”: “al posto della libertà individuale e dell’integrazione sociale era più opportuno investire sul personalismo responsabile e comunitario, per coniugare meglio più binari, come la conoscenza e la formazione”. Voto contrario invece da Giovanni Barbagli (Rifondazione comunista), che ha dichiarato di aver valutato attentamente il provvedimento e di non poter approvare l’orientamento dello stesso piano.
Ovvero: imprese in posizione strategica, lavoratori costretti ad adattarsi alle esigenze delle stesse, problema della sicurezza sempre meno politico. Secondo il consigliere l’integrazione nasconde forme di privatizzazione e aziendalizzazione e la stessa concertazione con le parti sociali presenta criticità, “lasciando uno sportello aperto verso gruppi di interesse”. Di ben altro tenore l’intervento di Bruna Giovannini (Democratici di sinistra): “Si può essere felici per il segnale di rilievo di oggi, che vede il diritto all’istruzione e l’accesso alla formazione durante tutto l’arco della vita diritto fondamentale – ha sottolineato – non solo come valore in sé ma anche come strumento per garantire l’inclusione sociale, lo sviluppo economico innovativo e sostenibile”.
La consigliera, affermando che la Regione Toscana fa bene la sua parte nel contesto europeo, si è augurata che anche il Governo nazionale possa sgombrare il campo dalle incertezze normative. Paolo Benesperi, assessore all’Istruzione, formazione e lavoro, esprimendo soddisfazione per la prima attuazione del testo unico, ha ribadito che il piano si poggia sull’asse europeo e su quello nazionale, caratterizzato da incertezza normativa, riuscendo a leggere la complessità e le novità del mondo della formazione e del lavoro.
“Il piano attua delle scelte precise – ha detto Benesperi – partendo dall’assunzione di responsabilità e dai bisogni sempre più differenziati, costruisce offerte qualitativamente elevate ed integrate, per creare opportunità per tutti. Questa impalcatura non è una semplice indicazione – ha concluso l’assessore – ma è fatta di strumenti, regole e risorse, in grado di sostanziare le scelte politiche della nostra regione”.