Firenze – Non ha usato giri di parole il presidente della Giunta regionale della Toscana, Claudio Martini, nello spiegare i motivi che hanno portato la Regione ad impugnare al Tar della Toscana ed alla Corte costituzionale il provvedimento di commissariamento dell’Autorità portuale di Livorno da parte del Governo nazionale: “La questione è squisitamente istituzionale, non politica, perché sono state violate esplicite disposizioni di legge e ciò ha determinato, appunto, un problema istituzionale”.
E’ iniziata così la comunicazione del presidente Martini sulla nomina di Bruno Lenzi a commissario dell’Autorità portuale livornese da parte del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Pietro Lunardi, che ormai quasi un mese fa ha effettuato questa scelta. Ha spiegato Martini: “Esistono delle regole e vanno rispettate. Non è un problema di candidature. La legge prevede che la scelta venga fatta d’intesa fra il Governo, la Regione ed alcuni Enti locali, ciò non è accaduto e quanto comunicato dal ministro Lunardi, quindi, non può essere valido”.
E ancora: “Ovviamente auspico che la questione si risolva con piena e reciproca soddisfazione per tutti, senza ulteriori inasprimenti, ma se devo sintetizzare il caso devo dire che è mancato il dialogo, di conseguenza non c’è stata l’intesa, che le relazioni istituzionali non sono state svolte in modo corretto. I Comuni di Livorno e di Capraia, la Provincia di Livorno e la Camera di commercio di Livorno hanno espresso le loro candidature, ma poi è mancato il confronto, la disponibilità a trovare un’intesa da parte del Governo.
Questo è il punto. Ed immaginare che il porto di Livorno possa essere guidato in disaccordo col sindaco ed il presidente della Provincia vuol dire non avere presente che cosa è un porto ed in particolare che cos’è la realtà di un porto come quello di Livorno”. Martini ha inoltre stigmatizzato il ricorso al commissariamento: “Anche l’aver scelto la strada del commissarimento è stato un errore. La gestione commissariale per un ente come un porto rischia di essere penalizzante per il porto stesso, ne blocca il decollo, come dimostra anche il caso del parco dell’Arcipelago toscano che, seppure con problemi differenti rispetto a quelli di un’area portuale, è evidentemente penalizzato da un commissariamento che dura ormai da troppo tempo”.
A tal proposito Martini ha sottolineato: “Quando le procedure sono corrette, come nel caso del parco dell’Appennino e come io spero che sarà prossimamente nel caso del parco delle Foreste casentinesi, le cose vanno bene. Ma quando non sono rispettate è il caos. Sul caso dell’Autorità portuale di Livorno, dunque, non vi è nessuna preclusione di tipo politico, da parte nostra, ma il richiamo al rispetto delle regole per il bene del porto stesso e dell’economia della città di Livorno”.
Infine Martini ha voluto ringraziare chi si è detto d’accordo con la scelta della Regione e di alcuni Enti locali relativamente al ricorso per bloccare il commissariamento: “La totalità dei presidenti regionali si sono detti d’accordo con noi, ed anche l’Anci ha condiviso la richiesta di affrontare il caso a livello di conferenza fra Stato Regioni e Comuni, per cui davvero non vi sono dubbi sulla giustezza delle nostre ragioni. Questo ci fa piacere, ovviamente, ma soprattutto ci conforta nella nostra posizione e rafforza la nostra decisione di andare fino in fondo, se necessario, fermo restando che vorremmo che la questione si risolvesse al più presto e nel migliore dei modi”.