Grande lutto nel mondo del giornalismo: è deceduto, all'età di 75 anni, Sandro Ciotti, la voce del calcio italiano. Ricoverato in ospedale, da qualche giorno era tornato a casa. Era nato a Roma nel 1928. Ha iniziato la sua carriera giornalistica collaborando a Paese Sera, Messaggero e Giornale d'Italia. Nel 1958 è entrato alla Rai, due anni dopo, nel 1960, fa la sua prima radiocronaca di una partita: il match è Danimarca-Argentina, valido per il torneo delle Olimpiadi di Roma. Oltre 2400 le partite raccontate dal vivo per la Rai (dal 1986 al 1991 è stato conduttore della Domenica Sportiva), 15 giri d'Italia, 9 Tour de France, una decina di Olimpiadi ed altrettanti Mondiali di calcio seguiti per radio e tv.
Ha firmato anche una serie di documentari come "La morte di Bandini", sul pilota italiano della Ferrari di F1, e "Morte di Tenco". Ciotti conosceva bene, di persona, il cantautore genovese, ed era un grandissimo appassionato di musica (ha lavorato in 40 edizioni del Festival di Sanremo). La sua voce roca mancherà a intere generazioni di italiani, a tutti quelli che avevano il pallone nel cuore o nella testa. Ciotti è stato The Voice versione italiana, non bravo come Sinatra a cantare, ma era il massimo per narrare le imprese degli eroi del calcio.
Quello in particolare degli anni Sessanta e Settanta, quello delle figurine che si attaccavano sull'album con la coccoina e Ciotti e Ameri non stavano sulla raccolta Panini ma era come se ci fossero. Era il calcio di quando non si poteva sapere il risultato del primo tempo prima che cominciasse il secondo, e allora tutti con la radiolina all'orecchio perchè Ameri, Ciotti, Bortoluzzi in studio, Provenzali, Ferretti, Luzzi dai campi della serie B, svelavano il mistero mentre cominciava Tutto il calcio minuto per minuto. Sandro Ciotti è stato un vero amante del calcio e lo ha pure giuocato; giovanili della Lazio, unica squadra della sua carriera calcistica assieme all'Ancona. La voce aveva preso quel timbro così roco e caratteristico dopo 14 ore consecutive di diretta sotto la pioggia, durante le Olimpiadi di Città del Messico nel 1968.
E gli era rimasto appiccicato addosso, facendo di lui il simbolo di 30 anni di calcio radiofonico e poi anche televisivo, quando aveva per cinque anni, fino al 1991, condotto la Domenica Sportiva. Insomma davvero un grande giornalista e anche un grande uomo. Ciao Sandro ci mancherai tanto! La redazione sportiva di Nove esprime le sue più sentite condoglianze.