Ci sarà anche Franco, il finalista fiorentino del Grande Fratello, nel film sulla Fiorentina che si inizierà a girare la prossima settimana, e che racconterà l’anno più incredibile della storia della squadra di calcio di Firenze. Forse, uno degli episodi più incredibili della storia del calcio: una squadra seguita da più di trentamila spettatori, nonostante fosse finita in C2, fra i semiprofessionisti. Ci sarà anche Franco Biccica, ventottenne fiorentino, e tifoso viola, nel cast del film che già comprende Novello Novelli, Carlo Monni, Sergio Forconi e un gruppo di adolescenti alla prima esperienza cinematografica.
Il film, diretto da Beppe Ferlito e Domenico Costanzo, si chiamerà "La mia squadra del cuore", e mescolerà fiction e documenti filmati durante l’anno di "purgatorio" della squadra viola. A produrlo, Luciano Casaredi, Pasquale Cifù, Domenico Costanzo e Beppe Ferlito, direttore del laboratorio di cinema "Immagina". La storia che il film racconta è una storia d’amore: quella fra un ragazzino e la sua squadra preferita. Con colpi di scena, momenti di commedia, di tragedia, di dramma collettivo.
E con la partecipazione annunciata dell’eroe di questa Fiorentina: il campione che, una settimana dopo aver partecipato ai Mondiali in Corea con la maglia azzurra, ha deciso, e ha detto: "io resto qui, anche in C2". Angelo Di Livio, giocatore-totem di una squadra che non si è mai arresa, che ha ricominciato da zero, accettando un cammino di penitenza nelle serie minori. E di bere, tutto intero, il calice amaro del dopo-Cecchi Gori.
Così, proprio mentre Vittorio Cecchi Gori annuncia un film sulla sua vita – e si parla di Kurt Russell come protagonista – Firenze risponde con un film dal basso budget, e con Franco del Grande Fratello.
Il quale, tifoso viola da sempre, alla notizia di Kurt Rusell nei panni di Cecchi Gori, ribatte: "ma che ci ha pensato bene? Dopo sono… suoi!". In ogni caso, Firenze ribatte con un film, racconta la storia di questo anno dannato e magico, visto da vicino. Del resto, il calcio – c’è chi non lo sa – è nato proprio a Firenze, nel Cinquecento. Mentre Michelangelo e Leonardo lavoravano nelle loro botteghe, c’era qualcuno che, in una piazza polverosa, correva dietro a una palla e cercava di fare "caccia".
Che era il nome antico, e italiano, per dire: goal.