Un assegno di 4300 euro per contribuire alla ricostruzione di una scuola a Baghdad è stato consegnato stamani al sindaco Leonardo Domenici dai rappresentanti del Circolo Vie Nuove di Firenze, che hanno organizzato una raccolta di fondi in adesione alla campagna di aiuti umanitari alla popolazione irachena promossa dalle istituzioni cittadine.
La cifra è stata raccolta dal "Vie Nuove" con la collaborazione delle associazioni di volontariato, degli esercizi commerciali e dei Ds della zona di Gavinana.
I 4.300 euro andranno a finanziare il recupero della scuola elementare di Baghdad "Al Iraq Al Jadeed": si tratta di uno dei progetti, individuati dall'associazione non governativa "Un ponte per...", a cui sarà destinata l'intera cifra raccolta dalla campagna.
La campagna si chiuderà il prossimo 21 luglio, con la consegna ufficiale dei fondi.
Firenze risponde all'appello lanciato dall'Associazione degli iraniani residenti in Italia per l'affermazione della libertà e della democrazia in Iran. Mercoledì 9 luglio si svolgerà a Roma una giornata di mobilitazione a sostegno degli studenti iraniani che stanno lottando contro le pesantissime limitazioni delle libertà individuali e collettive del popolo iraniano. E Firenze, nel solco della sua tradizione di città operatrice di pace, si pone a fianco di questi giovani che stanno combattendo per l'affermazione della loro libertà.
L'adesione all'appello del sindaco Leonardo Domenici è stata resa nota dall'assessore alle politiche dell'immigrazione Marzia Monciatti. "La nostra città ha lottato e dimostrato a favore della pace durante la guerra in Iraq. E' altrettanto importante l'adesione e la presenza dei fiorentini alla manifestazione del 9 luglio a sostegno degli studenti iraniani perché la loro lotta per la libertà abbia successo. La speranza è che l'Iran sappia liberarsi con le sue forze e non debba sperare nell'intervento esterno per veder affermare le libertà basilari dei cittadini.
Non vorrei - aggiunge l'assessore Monciatti - che fosse lasciato campo a Bush e a Rumsfeld e che in Iran si ripetesse un film già visto in Iraq". L'appello e il programma della mobilitazione è stato presentato da Dinan Beighi, portavoce dell'Associazione degli iraniani residenti in Italia e presidente della "sezione" fiorentina. "Dalle 10 alle 16 di fronte all'ambasciata iraniana a Roma si svolgerà un girotondo silenzioso di protesta e dalle 16 in poi la mobilitazione si sposterà a Campo dei Fiori.
Qui politici, artisti e semplici cittadini si alterneranno nella lettura di messaggi degli studenti italiani, lettere dei perseguitati dal regime, testimonianze letterarie e politiche della lotta per la libertà in ogni tempo e in ogni luogo".
IL TESTO DELL'APPELLO
«Da tre settimane gli studenti di oltre 40 università iraniane sono impegnati in una lotta pacifica ma determinata, chiedendo maggiore libertà e democrazia. Delusi dalle riforme annunciate e promesse, ma mai realizzate, gli studenti chiedono un referendum costituzionale, che permetta di uscire dall'attuale stallo e spiani la strada all'evoluzione democratica del paese.
La risposta delle autorità a queste manifestazioni pacifiche, iniziate a Teheran e estese a macchia d'olio a tutto il paese, è stata brutale. Gruppo di picchiatori, noti con il nome di Ansar Hezbollah, hanno attaccato le aule universitarie, dormitori ed aggredendo gli studenti armati di catene e coltelli. La deputata riformista di Teheran, Fatemeh Haghighatjo parlando al Parlamento ha denunciato addirittura attacchi contro studenti portatori di handicap, da parte di questi elementi che ha definito "energumeni al servizio di poteri occulti".
La comunità iraniana in Italia e gli italiani di origine iraniana non possono rimanere in silenzio davanti a quanto sta accadendo in queste ultime settimane in Iran. Il silenzio che circonda la lotta per la libertà e per la democrazia degli studenti iraniani, sta diventando assordante e ingiustificabile. Ci appelliamo a tutti gli italiani, a chiunque creda nei valori di libertà e di democrazia di sostenere la lotta degli studenti iraniani. Chiediamo di sostenere la richiesta degli studenti iraniani che chiedono la liberazione immediata degli arrestati, una inchiesta parlamentare sui gruppi che hanno aggredito gli studenti con il pieno appoggio delle forze dell'ordine e l'autorizzazione per la commemorazione pubblica del quarto anniversario del 9 luglio.
Il 9 luglio del 1999, le manifestazioni degli studenti dell'Università di Teheran che protestavano contro la chiusura di un giornale riformista, fu duramente repressa nel sangue. Il governo del Presidente "riformista" Mohammad Khatami ha negato agli studenti ogni autorizzazione per la prossima commemorazione di 9 luglio. Gli studenti sostengono che manifesteranno ugualmente. Facciamo nostro il loro appello di manifestare ovunque nel mondo il prossimo 9 luglio, per non permettere che anche quest'anno il 9 luglio si trasformi in una giornata nera per la democrazia in Iran».