Fondato nel 1983, quest'anno il COSPE festeggia i venti anni di attività con una serie di iniziative che vogliono ripercorrere il lungo lavoro svolto, il massiccio impegno sulla via dello sviluppo e della cooperazione. Una tavola rotonda, una mostra collettiva multiculturale, un festival ed un concerto. Il 28 giugno alle 16,30 l'appuntamento è all'Istituto degli Innocenti in piazza Santissima Annunziata per la tavola rotonda con l'assemblea dei soci. Il tema del convegno sarà "Sviluppo è partecipazione".
Fra i partecipanti: Farid Adly (di Popolare network), Carolina Blandon (del piano strategico comune di Leon), Alketa Leskaj (del Centro Donna "Passi Leggeri" di Scutari), Ali Rashid (rappresentante della delegazione palestinese in Italia) e Severino Saccaridi (del Consiglio Direttivo del COSPE). La mostra multiculturale sarà allestita dal 28 giugno al 2 luglio presso il Salone delle Compagnie dell'Istituto degli Innocenti con orario di visita dalle 10,00 alle 13,30 e dalle 16,00 alle 20,00. Propone opere realizzate grazie alla fotografia (Davide Signa e Guido Turus), alla scultura (Heini Huang e Sandra Focardi) e alle arti figurative (Flora Fu Li e Na, Giacomo Braccialarghe e Tso Chung Kuen).
Il concerto di domenica 29 giugno alle 19,00 nella Chiesa di S. Salvatore al Monte al Piazzale Michelangelo propone "Musica Polifonica Rinascimentale" realizzata dall'ensemble vocale "Polimnia" diretta da Lorenzo Fratini. L'ingresso è di 10,00 euro e l'incasso sarà devoluto ai progetti di cooperazione del COSPE. Domenica 24 agosto Festival dell'Argentario "Finestre sul mondo Africa - Senegal". Omaggio a Senghor; concerto e recital. Si tratta di una produzione del Teatro Metastasio di Prato.
Infine a settembre a Firenze, saranno presentate le conclusioni dell'operazione "Scriba manent" realizzata dal COSPE nel corso del Social Forum svoltosi a novembre del 2002 a Firenze. "Il COSPE è forse l'o.n.g. (organizzazione non governativa) più importante a Firenze - ha commentato l'assessore alla cultura Simone Siliani - e da venti anni ha contribuito a cambiare la logica della cooperazione allo sviluppo. Non più soltanto un intervento di emergenza. La cooperazione allo sviluppo è un sistema di relazioni e di collaborazioni tra partner di diverse parti del mondo che portano a realizzare una diversa idea dello sviluppo, centrata sulla capacità delle comunità locali di promuovere la propria esistenza.
Il COSPE ha rappresentato una concreta speranza per molte comunità locali ed ha aiutato anche ad attuare il progetto di cooperazione decentrata nella quale i Comuni e le Regioni hanno avuto un ruolo crescente a fronte di una crisi durante gli anni '80 della cooperazione statale allo sviluppo che ha prodotto difficoltà in tutto il mondo. La cooperazione decentrata ha dimostrato di essere più efficiente ed efficace anche per lo sviluppo della vita dei cittadini dei Paesi in via di sviluppo". Dopo venti anni di attività, il COSPE ha realizzato circa 150 progetti in 40 diversi Paesi nel mondo.
Nel tempo, si è diffuso anche il coinvolgimento dei cittadini, delle associazioni locali, delle istituzioni con cui il rapporto dialettico è stato continuo, fatto di scontri e incontri, ma sempre dettato dalla chiarezza delle posizioni e delle proposte. Sono state istituite altre due sedi COSPE in Italia: a Bologna e a Genova. Tutto iniziò nel 1983 quando un gruppo di volontari decise di dedicare tempo ed energie non tanto per vivere un'esperienza di solidarietà e cooperazione, quanto per intraprendere un più ampio e significativo progetto culturale, messo in piedi e poi sostenuto nel tempo insieme ad una vasta rete di cittadini e di associazioni.
Uomini e donne animati dallo spirito del dialogo interculturale, della partecipazione come forma di democrazia, dello sviluppo come strumento per la libertà dell'uomo. Nacque così l'esperienza del COSPE, una o.n.g., la prima a Firenze, impegnata sui temi della cooperazione internazionale, dello sviluppo sostenibile, della sfida interculturale, dei diritti umani. Seguì a breve la costituzione della sede di Bologna, a seguito dell'impegno locale di una parte del gruppo degli stessi fondatori. Numerosi sono stati gli interventi del COSPE in questo ventennio; come forma di sostegno ai movimenti di liberazione nel Paesi del sud del mondo (in Nicaragua, in Salvador, in Namibia, nel Saharawi) ma poi ha preso campo la progettualità iniziata in Senegal, a Capo Verde, in Cile, sul grande tema dello sviluppo sostenibile: il sostegno rurale e lo sviluppo locale.
Da allora gli interventi del COSPE si sono moltiplicati: dai Balcani, al sud-est europeo, al bacino mediterraneo, al Medio Oriente, all'Africa, all'America Latina. E soprattutto, tanti altri ambiti di intervento si sono poi sperimentati: l'alfabetizzazione, la formazione professionale, il riassesto di aree a degrado ambientale, il sostegno socio-sanitario, la promozione della micro-impresa, l'animazione delle comunità, la prevenzione dei conflitti. Ma il lavoro del COSPE si è esteso anche all'immigrazione e all'interculturalità, legati all'antirazzismo e all'accesso ai diritti.
L'obiettivo è stato di garantire pari opportunità di accesso ai servizi e al mondo della formazione per gli immigrati e pari opportunità di successo scolastico per i loro figli, parallelamente all'impegno sul campo dell'antirazzismo. Altri interventi sono stati sostenuti dal COSPE nei confronti diretti dell'opinione pubblica, come le attività di educazione allo sviluppo e la partecipazione a campagne nazionali ed internazionali su diritti umani, pace e consumo critico. Grazie allo sportello informativo per gli immigrati, oltre 6.000 stranieri si sono rivolti al COSPE per avere informazioni e consulenze su servizi e procedure burocratiche.
Inoltre, gli interventi del COSPE nelle scuole hanno garantito ad oltre 1.000 bambini e ragazzi stranieri un percorso assistito di alfabetizzazione e accesso all'istruzione nelle città di Firenze, Prato, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino, S. Donnino e Montemurlo, solo nell'ultimo anno scolastico. In 40 classi sono stati realizzati laboratori interculturali, mentre oltre 400 studenti, negli ultimi due anni, hanno seguito corsi di educazione a distanza. Il COSPE accede ai fondi messi a disposizione dall'Unione Europea, dal Ministero degli Esteri, dalle Regioni, dagli enti locali e dagli enti autonomi della pubblica amministrazione.
Una piccola parte delle risorse proviene da fonti private: contributi di cittadini o finanziamenti da associazioni, fondazioni ed altri enti del privato sociale.