FIRENZE- La Toscana, da anni attiva nel settore del rischio sismico, è stata la prima regione ad applicare i nuovi criteri previsti dall’ordinanza emessa dal presidente del Consiglio lo scorso 20 marzo. E, senza attendere lo stato, sta mettendo in atto tutte le iniziative in grado di migliorare la prevenzione: messa in sicurezza degli edifici scolastici, contributi ai privati, contributi ai comuni per le indagini di microzonazione sismica e per le indagini di vulnerabilità sugli edifici, per l’avvio di campagne di informazione alla popolazione, formazione di tecnici.
E’ quanto è emerso al convegno su ‘Riclassificazione del territorio e nuova normativa tecnica per le costruzioni in zona sismica’, organizzato ieri dalla Regione nell’auditorium della Banca Toscana in via Panciatichi. “In Toscana siamo molto avanti nel campo della prevenzione – ha sottolineato l’assessore Tommaso Franci – Già prima del terremoto del Molise, per esempio, avevamo inziato la messa in sicurezza degli edifici scolastici. Ma è necessario che il Governo faccia la sua parte.
Invece, prevale la cultura dell’emergenza: passati i momenti dell’emozione per gli eventi calamitosi, non si riesce ad allocare risorse per un obiettivo che dovrebbe essere considerato priorità assoluta. La prevenzione è la prima opera pubblica: pensiamo a quante vite si potrebbero risparmiare se le risorse pubbliche investite per il ponte sullo stretto di Messina fossero investite invece nella prevenzione dal rischio sismico”.
Nella sua polemica con il governo, Franci ricorda l’inadempienza rispetto agli impegni presi: l’articolo 80 della Finanziaria prevedeva che entro 90 giorni i ministeri delle infrastrutture e della pubblica istruzione individuassero le risorse per la messa in sicurezza degli edifici scolastici.
“I termini sono scaduti a marzo – osserva Franci – ma non è stato fatto ancora niente”. La Toscana, invece, destinerà il 100 per cento delle risorse statali della legge 23 per il 2003 agli adeguamenti sismici degli edifici scolastici, e almeno il 30 per cento per l’anno 2004.
Per la prevenzione del rischio sismico, la Regione ha stanziato in questo triennio complessivamente 15 miliardi di vecchie lire: 6 miliardi sul programma ambientale 2002-2003, 5 miliardi sul Docup 2000-2006, il resto risorse libere.
“E’ necessaria – osserva Franci – una consapevolezza strategica di lungo periodo, l’erogazione di risorse deve avvenire in modo continuativo e comparabile agli obiettivi che si intende raggiungere. La Regione Toscana ha saputo impostare questo percorso, anche con l’incentivazione dei privati per la messa in sicurezza dei loro edifici”.
Anche Franco Barberi, del Dipartimento di Scienze geologiche dell’Università Roma 3, relatore al convegno assieme al presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia Enzo Boschi, ha dato atto alla Toscana di essersi mossa con tempestività sul fronte della prevenzione: “La decisione di destinare la gran parte delle risorse per l’edilizia scolastica a interventi per la messa in sicurezza fa della Toscana un esempio in questo senso”.
Non solo: Barberi ha sottolineato come in Toscana, a differenza di quanto avviene in molte altre regioni, ci siano già tecnici preparati in grado di valutare l’agibilità degli edifici nel post-terremoto.