“La legge elettorale favorisce la stabilità del governo regionale, anche mediante la previsione di un premio di maggioranza e di soglie di sbarramento”. E’ l’inizio della bozza di articolo che la sottocommissione elettorale, presieduta da Maurizio Bianconi (An) ed Erasmo d’Angelis (La margherita), ha presentato alla commissione Statuto del Consiglio regionale. Si tratta di una proposta che prende spunto dallo studio sulla riforma del sistema elettorale regionale, esposto oggi dal prof.
Alessandro Chiaramonte, dell’Università di Firenze. Il rapporto, dopo aver considerato svariati modelli di riforma, ha mantenuto gli aspetti generali delle normativa vigente, cercando di risolverne i limiti maggiori. Viene scelto fra i tanti il “modello incrementale” che prevede modifiche nell’assegnazione del premio di maggioranza e dei seggi proporzionali. Il premio non è più appannaggio di un “listino” regionale ma è attribuito direttamente e proporzionalmente alle liste della coalizione vincente, collegate al Presidente eletto o indicato.
E’ inoltre, “eventuale”, e non predeterminato nella sua entità: non scatta, infatti, se le liste della coalizione vincente hanno ottenuto il 60% dei seggi in Consiglio, mentre se hanno ottenuto tale quota, la ripartizione proporzionale dei seggi viene “azzerata” e riparte, tenendo conto che ad esse spetta il 60& dei seggi totali. Viene, inoltre, introdotto un tetto al premio di maggioranza di seggi alla maggioranza (pari al 60% dei seggi complessivi) a garanzia delle minoranze. Solo se l’effettivo risultato elettorale è superiore verrebbe eletto un consigliere in più, ma sino ad un massimo di 2/3 dell’assemblea.
Per quanto riguarda i seggi si prevede l’innalzamento delle soglie di sbarramento all’1,5% per le liste collegate al Presidente che abbiano ottenuto più del 5% dei voti e pari al 4% per quelle che abbiano ottenuto meno del 5% dei voti. Questo serve per arginare un’ulteriore proliferazione delle liste. Inoltre, per diminuire il tasso di “localismo” si introduce la figura del capolista regionale, cui spetta il primo seggio assegnato a ciascuna lista. Lo studio propone anche di inserire nella legge elettorale tutele in favore della rappresentanza femminile, sia di tipo elettorale sia riguardanti il finanziamento dei gruppi consiliari.
Secondo il consigliere Alberto Monaci (La margherita), vi sono alcuni elementi nello studio che vanno discussi e migliorati come il fatto che i collegi provinciali non si possono svincolare dal meccanismo delle preferenze. Monaci si è detto molto critico sull’inserimento del capolista regionale che potrebbe avere gravi ripercussioni sul sistema elettorale. A parere del consigliere Marco Carraresi (Udc), il premio di maggioranza al 60% è decisamente troppo elevato, potrebbe limitarsi a 5-6 consiglieri, per non contraddire il principio della rappresentanza.
Mentre dal consigliere Mario Ricci (Prc) è venuto l’invito ad aumentare il tasso di regionalizzazione dei consiglieri per evitare, come accade oggi, che si verifichi un assemblaggio di localismi. Allo stesso tempo ha auspicato la formazione di un unico criterio di sbarramento. Secondo il consigliere Agostino Fragai (Ds) nello studio vengono considerati aspetti molto importanti come il problema dell’eccessiva presenza di candidati provenienti dai collegi di Firenze e quello della rappresentanza femminile.
Per il consigliere Lorenzo Zirri (Fi) il giudizio è sospeso. Se in seguitò si parlerà, nella proposta, dell’esclusione delle preferenze, il modello elaborato andrà ridiscusso. In conclusione, il presidente Bianconi si è detto soddisfatto del lavoro sin qui svolto, sottolineando che il rapporto sarà uno strumento molto importante per la discussione sulla riforma elettorale. La commissione ha anche elaborato l’articolo che definisce i principi della legge elettorale da inserire nella futura bozza per le consultazioni.