Mostra della Fratelli Alinari sul dagherrotipo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 maggio 2003 19:01
Mostra della Fratelli Alinari sul dagherrotipo

Si è inaugurata oggi 29 Maggio la mostra “L’Italia D’Argento, 1839/1859 Storia del Dagherrotipo in Italia”, erano presenti l’Assessore alla Cultura del Comune di Firenze, Simone Siliani, la Direttrice dell’Istituto Nazionale per la Grafica, Serenita Papaldo e il Presidente della Fratelli Alinari - Fondazione per la Storia della Fotografia, Claudio de Polo.
La mostra, curata e organizzata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Istituto Nazionale per la Grafica e dalla Fratelli Alinari - Fondazione per la Storia della Fotografia, è promossa con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Firenze.


Due le sedi italiane: Firenze nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, dal 30 maggio al 13 luglio 2003, e successivamente Roma, presso l’Istituto Nazionale per la Grafica, Palazzo Fontana di Trevi, dal 26 settembre al 16 novembre 2003. L’esposizione è dedicata in particolare agli esordi della fotografia in Italia e presenta al pubblico alcuni tra i più importanti dagherrotipi (sia vedute e riproduzioni di opere d’arte, sia ritratti) realizzati da autori italiani e stranieri presenti all’epoca nel nostro paese.
La “dagherrotipia”, introdotta nel 1839 da Jacques-Louis Mandé Daguerre è la prima, in ordine di tempo, tra tutte le tecniche fotografiche.

Questa tecnica ha goduto di una vastissima popolarità almeno fino al 1860, nonostante la concorrenza di altri procedimenti più accessibili e più facilmente realizzabili.
La rarità delle immagini al dagherrotipo – dovuta soprattutto alla struttura stessa e alle caratteristiche fisico-chimiche del procedimento, oltre che all’unicità e irripetibilità di ogni singola immagine – rende questi oggetti oggi particolarmente preziosi e spesso poco conosciuti.
La mostra si propone quindi di presentare per la prima volta in Italia, specificamente e in un numero di esemplari piuttosto significativo - 120 pezzi - (recuperati attraverso uno studio e una meticolosa ricerca nell’ambito di diverse collezioni italiane e straniere sia pubbliche che private) uno dei capitoli più affascinanti delle origini della fotografia italiana, riunendo in un’unica esposizione antologica gli incunaboli più preziosi e le testimonianze più rappresentative dell’attività svolta dai pionieri della fotografia: dalle dagherrotipie realizzate da o per il filologo inglese John Ellis, ai ritratti in studio dei numerosi atelier che si specializzarono nelle principali città italiane, fino alle vedute di luoghi e monumenti, realizzate da professionisti, da artisti itineranti o da “amateur” che costituiscono un essenziale anello di congiunzione – tra l’incisione e la fotografia – di quella ininterrotta tradizione iconografica legata al Gran Tour e finalizzata agli interessi culturali ed artistici dei viaggiatori.
Curatori della mostra sono Maria Francesca Bonetti e Monica Maffioli.
Alla mostra e al relativo catalogo, pubblicato da Alinari, hanno collaborato molti studiosi ed esperti, impegnati in varie istituzioni italiane, al fine di ricostruire un inedito repertorio, suddiviso per aree regionali, delle più precoci immagini fotografiche realizzate in Italia e dei primi protagonisti della fotografia italiana.

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