Sono stati presentati ieri, nell'ambito
della Mostra Internazionale dell'Artigianato, i dati dell'Osservatorio Regionale dell'Artigianato realizzato da regione Toscana, UnioncamereToscana, Irpet, Associazioni di Categoria e Organizzazioni Sindacali. Sono intervenuti Pietro Faralli, presidente della CCIAA di Arezzo per Unioncamere; Marco Baldi presidente della Cna Toscana per le Associazioni di categoria; Stefano Casini Benvenuti, irpet; Sergio Bonanni, responsabile Osservatori economici regione Toscana, e Roberto Rossini Dirigente Regione Toscana.
L'artigianato toscano chiude il 2002 in affanno, accusando i contraccolpi della crisi recessiva che ha colpito l'economia mondiale, con risultati particolarmente negativi nei settori manufatturiero e servizi, con punte di vera e propria recessione nei settori della moda, in particolare nella maglieria e nel tessile.
In questo contesto di fondo, si registra comunque una crescita, sia pure inferiore rispetto gli anni scorsi, del numero delle imprese artigiane e anche del numero degli addetti. Segnali in parte contraddittori, che possono in qualche caso far presagire una ripresa che, al momento, non appare però troppo vicina. In molti indicano la fine del 2003 e l'inizio del 2004 come possibile punto di svolta.
I dati
Questi, in estrema sintesi, i dati sulla congiuntura dell'artigianato in Toscana nel 2002, frutto dell'indagine condotta dall'Osservatorio regionale sull'artigianato.
L'osservatorio, nato dalla collaborazione fra Regione e Unioncamere, associazioni di categoria Cna e Confartigianato, Cgil, Cisl e Uil e grazie al supporto tecnico- scientifico dell'Irpet, costituisce il principale e più completo strumento di rilevazione del settore a livello regionale e locale.
I settori
Entrando un po' più nel dettaglio delle variazioni di fatturato, i settori più colpiti, come si è detto, sono quelli del manifatturiero, che perde oltre il 5 per cento. Fra i più sofferenti la metalmeccanica e la moda, in particolare la maglieria e il tessile.
Le più vulnerabili sembrano essere le imprese piccole e piccolissime, che accusano diminuzioni di fatturato più sensibili.
Le aree territoriali
A livello provinciale, tengono meglio le aree di Grosseto, Lucca e Massa Carrara, mentre più in crisi risultano le aree fiorentina, pratese, aretina e pistoiese.
Ma accanto alle ombre, c'è anche qualche luce.
Ad esempio sul fronte occupazione, dove qualche schiarita pare emergere a partire dagli ultimi mesi del 2002. Se nel complesso l'occupazione registra ancora una crescita, l'incremento degli addetti non appare equilibrato, penalizzando ancora una volta il settore manifatturiero.
Prosegue inoltre in maniera marcata il fenomeno di sostituzione di forme di lavoro a tempo pieno con forme a tempo parziale ed autonome. Un altro segnale positivo, documentato dall'indagine, è la crescita degli investimenti e la maggiore propensione ad effettuarli da parte delle imprese, anche di piccole dimensioni.