Il novantaduenne Fratel Arturo Paoli non è voluto mancare alla cerimonia del Gonfalone d’argento alla memoria a Giorgio Nissim, che il presidente del Consiglio regionale consegnerà lunedì 28 aprile ai 3 figli (Piero, Lydia e Simona) di questo finora sconosciuto eroe toscano, che durante la seconda guerra mondiale riuscì a nascondere e salvare oltre 800 ebrei dalla deportazione. Il sacerdote, nonostante l’età è ancora missionario in Brasile (da dove è rientrato appositamente), per la congregazione ispirata a Charles de Foucauld.
Ma negli anni della ‘Linea Gotica’ (1943-1944) Fratel Arturo Paoli era a Lucca con i sacerdoti degli Oblati per costruire, assieme a Giorgio Nissim, la rete clandestina di soccorso agli ebrei sbandati dell’alta Toscana. La sua sarà una testimonianza importante nella ricostruzione di questa storia, rimasta segreta per 60 anni. Una storia che, probabilmente, non avrebbe mai visto la luce se il Consiglio regionale della Toscana, su iniziativa del vice-presidente Enrico Cecchetti, non si fosse riunito quest’anno in seduta straordinaria a Castelnuovo Garfagnana per la “Giornata della memoria”.
Lì fu confinata dal 1941 al 1943, prima di essere deportata nei campi di sterminio, una comunità di circa 70 ebrei stranieri (principalmente tedeschi, cechi, polacchi, ungheresi). Lì, una piccola foto di Giorgio Nissim, esposta alla mostra documentaria “Orizzonti chiusi”, fece scattare l’intuito di Riccardo Nencini per scoprire questa grande ed eroica storia. Quella di un ragioniere pisano che in silenzio costruì la rete che ospitò, sfamò, curò, fornì soldi e documenti falsi ed infine salvò 800 ebrei (quasi tutti vissero in quegli anni protetti dalle struttue ecclesiastiche e nessuno di loro venne mai catturato dai nazi-fascisti).
Di questa struttura clandestina, che si estendeva da Genova fino ad Assisi, passando per Firenze, ne fece parte anche il campione del ciclismo Gino Bartali, con il ruolo di ‘postino’ delle fotografie per stampare carte di itentità false. Questa nuova storia “dell’italiano comune” Giorgio Nissim, dei sacerdoti Oblati lucchesi e del ciclista Gino Bartali, ha smosso anche l’interesse della stampa internazionale. Articoli e notizie sono apparsi su organi di informazione francesi, belgi, inglesi, russi, australiani.
Il quotidiano francese “Le monde” ha dedicato un ampio servizio con foto al contributo di Gino Bartali (che nel 1938 vinse il ‘Tour’). Perfino la televisione australiana “ABC” ha annunciato la cerimonia del 28 aprile in Palazzo Panciatichi a Firenze, per la consegna del Gonfalone d’argento alla memoria. Mentre sull’inglese “Telegraph” si possono leggere i primi commenti israeliani sull’inedita storia di eroi italiani salvatori di ebrei. Lunedì 28 aprile (ore 15.00), alla consegna dell’onorificenza da parte di Riccardo Nencini, porteranno la propria testimonianza anche Maria Eletta Martini, il cui padre Ferdinando fu il primo sindaco Dc di Lucca ed aiutò moltissimo Giorgio Nissim, oltre al figlio di Gino Bartali, Andrea.
All’incontro parteciperanno anche il presidente della Regione Toscana Claudio Martini, i vicepresidenti del Consiglio Enrico Cecchetti e Leopoldo Provenzali, monsignor Alessandro Plotti, presidente della Conferenza Episcopale e la prof. Liliana Picciotto.(mr)