"Bruno Fanciullacci per noi ha rappresentato tutti coloro che subirono la violenza fascista per aprire le strada alla libertà e alla democrazia". Il vicesindaco Giuseppe Matulli affronta un tema e ricorda un personaggio che ha sollevato polemiche in questi giorni, durante la sua orazione ufficiale che ha tenuto nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio con cui Firenze ha ricordato solennemente il 25 aprile, 58° anniversario della liberazione. "Consentitemi - ha detto ancora il vicesindaco Matulli - per ricordare a tutti chi era Bruno Fanciullacci di citare una frase di Vittore Branca allievo prediletto di Giovanni Gentile, insignito della cittadinanza onoraria di Firenze lo scorso 7 ottobre: 'Se io oggi sono qui è grazie al coraggio e alla fede fino all'estremo sacrificio di coloro che imprigionati non parlarono, anche sotto tortura.
Non fecero il mio nome né quello di altri componenti del comitato di Liberazione nazionale. Fra questi voglio ricordare Anna Maria Enriquez Agnoletti, Franco Martelli, Tina Lorenzoni, fucilati dai nazisti e Bruno Fanciullacci, seviziato fino alla morte'. Qualcuno ha parlato di pacificazione. In Italia non c'è bisogno di pacificazione, perché questa c'è stata il 25 aprile con la conquista della libertà. Libertà di onorare i morti caduti nella lotta di Liberazione e quelli dell'altra parte. Non c'è bisogno di cancellare niente.
Non lecito cancellare niente. Non è potere di nessuno cancellare la storia di ciascuno". "Il 25 aprile - ha aggiunto il vicesindaco - è una data storica. Non solo ha rappresentato la fine della seconda guerra mondiale e dalla quale ha avuto origine la nostra Repubblica, ma da quel giorno è iniziato per l'Europa il più lungo periodo di pace". Non poteva infine mancare un richiamo al conflitto in Iraq: "Di fronte a questa guerra e proprio per le cose che sono state dette sulla pace, la libertà, la democrazia e per i sacrifici necessari a ottenerle, siamo vicini alle popolazioni così duramente colpite da questo conflitto".
La giornata di celebrazioni è iniziata in piazza dell'Unità d'Italia, dove sono state deposte corone di alloro al monumento ai caduti da parte del vicesindaco Matulli e delle altre autorità civili e militari. Assieme ai gonfaloni del Comune di Firenze, della Provincia di Firenze, della Regione Toscana, la bandiera del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale, del Corpo Volontari della Libertà e i labari delle associazioni dei partigiani. Erano presenti anche rappresentanze del 78° reggimento Lupi di Toscana, della Scuola di Guerra Aerea, della Scuola Marescialli dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Municipale.
Sono state lette preghiere della chiesa cattolica da padre Umberto Ruffino, della chiesa protestante da Eliseo Longo e della comunità ebraica dal rabbino Josef Levi. Oltre al vicesindaco Matulli erano presenti gli assessori Tea Albini, Gianni Biagi, Daniela Lastri, Francesco Colonna, il presidente del consiglio comunale Alberto Brasca, il vice-presidente Riccardo Basosi, numerosi consiglieri comunali e i parlamentari Stefano Passigli e Michele Ventura. Il corteo, preceduto dalla fanfara della Scuola Marescialli e dalla Filarmonica Rossini, ha poi raggiunto Palazzo Vecchio per le orazioni ufficiali.
Dopo il vicesindaco Matulli hanno preso la parola Mario Leone, in rappresentanza delle associazioni della resistenza e Leonardo Paggi, direttore dell'Associazione Storia e Memoria della Repubblica. Nel pomeriggio alle 18 in piazza Signoria si è tenuto il concerto della Filarmonica Rossini.