Firenze - In pazienti con problemi broncopolmonari, malattie delle vene e della pelle, reumoartropatie e disturbi dell’apparato genitale, appropriate cure termali non soltanto possono portare benefici straordinari, ma riducono anche il consumo di farmaci e modificano natura e entità delle ricadute. Lo dimostra uno studio condotto dall’Università di Pisa su un centinaio di ragazzi tra i 6 e i 13 anni affetti da una grave forma di asma bronchiale cronica.
Ne darà notizia dettagliata Giovanni Agostini, direttore della Scuola di specializzazione di Idrologia Medica dell’ateneo pisano, intervenendo lunedì 24 marzo al un convegno sulle terme organizzato dalla Regione Toscana nel quadro di Erberxpo, prima edizione del Salone dell’Erboristeria e del Termalismo che si inaugura domani a Marina di Carrara.
Eccone intanto un’anticipazione.
La ricerca, condotta in collaborazione con l’equipe di Clinica Pediatrica coordinata dal professor Giuliano Baldini, ha avuto come teatro la Grotta del Vento di Fornovolasco (Lucca) ed è documentata da un volume (edizioni Nistri Lischi, Pisa, pag. 300, € 36,16) che Agostini firma con il dermatologo Franco Della Valle e il chirurgo plastico Stefania Agostini.
La Grotta del Vento è, come noto, un vasto antro appenninico di origine carsica. Dal punto di vista terapeutico presenta condizioni ideali: umidità massima (97%), temperatura di 9/10 gradi e aerosol ricco di calcio, magnesio, anidride carbonica e privo di agenti allergizzanti (spore, batteri).
Per un decennio circa, tra l’inizio e la fine degli anni Novanta, i ricercatori hanno seguito un folto gruppo di ragazzi in età scolare condotto d’estate a curarsi a Fornovolasco. Una parte ha fatto terapia all’aria aperta. L’altra è stata invece trattata all’interno della grotta, in un’area attrezzata, per un massimo di 8 ore al giorno e di 20 giorni ininterrotti.
La terapia termale, spiegato Agostini, modifica i meccanismi che inducono la malattia, mentre il farmaco, come noto, cura il paziente sostituendosi alle capacità reattive dell’organismo.
Peraltro, il termalismo non è alternativo al farmaco, bensì sequenziale: interviene cioè nella fase cronica, non febbrile ne’ infiammatoria, quando il farmaco ha già svolto la sua parte.
“Questi effetti salutari”, aggiunge, “sono evidenti nei ragazzi trattati nella Grotta del Vento, molto di più che nel gruppo curato all’aperto. Il loro apparato respiratorio si è lentamente desensibilizzato dagli allergogeni. Il freddo ha rafforzata la capacità reattiva dell’apparato bronchiale.
Quelli presenti per più estati hanno avuto benefici duraturi. Alcuni sono guariti del tutto. Molti, il 70%, sono assai migliorati. E soprattutto hanno consumato molti meno farmaci”.
Questi gli indici clinici del progresso: 1) migliore capacità di respiro; 2) migliore tolleranza alla stimolazione artificiale dei bronchi; 3) migliore risposta respiratorio anche dopo 6 mesi di controlli; 4) minor consumo di farmaci (cortisonici e beta 2 stimolanti) sia in quantità che come giorni di trattamento anche diversi mesi dopo la sospensione della cura.
“Analoghi”, conclude Agostini, i risultati del recente studio “Naiade” che il Ministero della Sanità tarda a rendere pubblico.
Tutto ciò dovrebbe indurre le autorità sanitarie a considerare maggiormente il termalismo non fosse che per risparmiare, oltre che per garantire a noi tutti migliori condizioni di salute. Una riflessione tanto più valida per la Toscana che dalla sua importante rete termale può ricavare straordinari benefici economici”.