Il Tribunale di Verona ha emesso ieri la prima sentenza a favore di Tim ed Ansa che avevano trasmesso sui cellulari immagini del Chievo Calcio, che aveva per questo fatto ricorso. Alla società veronese, che come molti altri clubs aveva ceduto i diritti a Media Partners, la sentenza di ieri ha dato torto : l’Ansa – per ora – potrà trasmettere sui cellulari le foto dei gol e le notizie anche in occasione delle partite giocate in casa dal Chiedo Verona. Il Tribunale ha rigettato la domanda cautelare proposta dalla società di calcio veneta e ha revocato il provvedimento di sospensione del servizio, disposto alcune settimane fa in attesa di sentire le ragioni di Ansa e Tim. Oggetto del contendere è la possibilità di inviare sui cellulari foto e notizie delle partite di calcio, e cioè quella di esercitare il diritto di cronaca anche sui telefonini.
I motivi della decisione del Tribunale sono ascrivibili al fatto che il Chievo non può vantare i diritti reclamati avendoli ceduti a una società del settore web, e alla mancanza di un reale pericolo economico immediato e irreparabile. La replica di Media Partners, società che detiene i diritti Umts e Wireless di 29 clubs tra serie A, serie B e C fino al 2010 è stata diffusa tramite un comunicato ufficiale:” L’ordinanza resa dal Tribunale di Verona non contiene alcuna pronuncia favorevole a Tim e Ansa.
Essa non afferma infatti , neppure indirettamente, che esse siano legittimate a diffondere immagini delle partite del campionato via telefoni GPRS. La nuova ordinanza si limita a revocare il precedente decreto solo per ragioni processuali. Media Partners Web constatata la paradossale situazione che si sta creando sul mercato della telefonia mobile con Tim che, a pagamento , vende ai propri utenti le immagini delle partite di calcio, spacciando questa operazione commerciale per diritto di cronaca, e preso atto di quanto stabilito dal Tribunale di Verona, annuncia che intraprenderà tutte le azioni idonee a difendere i diritti di sfruttamento acquisiti dai club di seria A e B”. E’ chiaro che questo è l’inizio di una lunga querelle destinata a protrarsi per mesi nelle aule giudiziarie.
Ma vediamo in dettaglio chi sono i protagonisti delle immagini sui “videofonini”. MP Web è la società dei new media del Gruppo Media Partner, azienda leader nella gestione dei diritti sportivi, che produce il canale satellitare tematico Milan Channel. Gestisce inoltre i siti internet di Milan, Torino e Sampdoria, detiene i diritti Umts di 29 clubs calcistici ( tra questi Parma, Sampdoria, Brescia, Atalanta, Chievo, Perugia, Empoli, Modena, Como, Verona, Venezia, Catania, Ascoli, Ancona, Livorno, Triestina , Messina, Cosenza ed altri clubs di serie C) e gli stessi diritti Umts di 18 club italiani di basket di serie A, oltre a quelli delle di Coppe del mondo di Sci Alpino e Nordico. Per tutti questi diritti MP Web ha affrontato una spesa di circa 50 milioni di euro, che ora intende far fruttare vendendo i contenuti ai 4 operatori della telefonia mobile: Tim, Vodafone Omnitel, Wind, H3g. Ma i gestori di telefonia mobile sembrano avere in mente altre strategie che non accordi commerciali con MP Web. Proprio H3g si è mossa con altrettanto anticipo di MP Web, acquisendo i diritti di grossi clubs, quali Juventus, Milan, Inter , Roma e Lazio, e società minori come Bari, Piacenza, Genoa, Reggina e Salernitana, con un investimento di oltre 150 milioni di euro.
L’intento di H3g è stato acquisire i diritti delle squadre più seguite d’Italia con un bacino potenziale di 30 milioni di tifosi, rendendo i suoi prodotti i più appetibili per i tifosi. Proprio in questi giorni la strategia di H3g si sta dispiegando con l’avvio di Stadio Live (il servizio calcio della società di video company). Tim ha invece acquisito i soli diritti Umts del Torino, mentre sono tuttora senza contratto Bologna e Udinese in serie A; Siena, Napoli, Lecce, Cagliari, Terzana e Palermo in serie B. Vodafone Omnitel e Wind sembrano le uniche decise a chiedere ai detentori dei diritti (MP Web e H3g) i service di contenuti per la videofonia sportiva, senza chiudere alcun accordo diretto con le società calcistiche. Quindi la vertenza continua e dopo la bagarre dei diritti televisi, Verona è solo il primo passo di una lunga battaglia per le immagini sui telefonini. (as)