26 febbraio 2003 – La Provincia di Firenze ha approvato il Piano dei servizi di sviluppo agricolo e rurale per il 2003. Attraverso il Piano le aziende agricole vengono aiutate ed incentivate a dotarsi di servizi di assistenza tecnica forniti da consulenti esterni, sia nel campo agricolo che in quello zootecnico, per migliorare le proprie attività e produzioni.
Sono disponibili risorse complessive per circa 750.000 euro, quasi un miliardo e mezzo di vecchie lire, a cui la Provincia contribuisce con fondi propri, in aggiunta a quelli stanziati dalla Regione, nella misura massima consentita dalla legge.
Per il 2003 sono disponibili 65.000 euro in più rispetto allo scorso anno. I contributi sono a fondo perduto.
“Accanto a misure di interesse generale che riguardano le attività di divulgazione e comunicazione – spiega l’assessore provinciale all’agricoltura Mario Lastrucci – abbiamo previsto azioni indirizzate alle singole imprese agricole: questo sia per consulenze di base che per consulenze invece altamente qualificate per segmenti specifici di produzione. Ovviamente l’assistenza tecnica può riguardare sia il comparto zootecnico che quello delle produzioni vegetali”.
Le aziende possono richiedere l’assistenza a prestatori di servizi scelti autonomamente sul mercato; sia ai tecnici delle organizzazioni professionali agricole che a tecnici liberi professionisti abilitati alla consulenza in campo agricolo e rurale.
Fidi Toscana potrà acquisire azioni, quote e obbligazioni in imprese del settore agroalimentare, costituite sotto forma di capitale o come cooperative, aventi sede operativa prevalentemente in Toscana, ma non potrà intervenire con un importo superiore a 1 milione di euro.
Lo ha stabilito oggi il Consiglio regionale, approvando alcune direttive all’ente. La partecipazione al capitale di una società cooperativa può avvenire esclusivamente sotto forma di acquisizione di azioni di socio sovventore o di azioni di partecipazione cooperativa. Tale acquisizione di azioni e quote non può però avvenire a fronte della mera estinzione di passività esistenti. L’importo di azioni o quote, inoltre, non può essere superiore al 40 per cento del capitale sociale dell’impresa partecipata oppure al 20 per cento dell’ammontare del fondo istituito presso Fidi.
Fidi Toscana può chiedere, comunque, per realtà significative dal punto di vista socio-economico o della innovazione, alla Giunta regionale di derogare a tali limiti. Critiche al provvedimento sono arrivate dal centro-destra, che ha preferito astenersi. “Ancora una volta si vuole intervenire con risorse pubbliche su realtà di nicchia senza che gli interventi siano risolutivi – ha dichiarato il consigliere Lorenzo Zirri (Forza Italia) – Inoltre, non si attivano strumenti di controllo adeguati, affinché le imprese sostenute non debbano ricorrere dopo uno o due anni alle stesse misure di sostegno”.
Di parere opposto il consigliere Fabio Roggiolani (Verdi), che ha invece definito l’iniziativa come “strumento di intervento importante per gli operatori in crisi, come la Centrale del latte di Firenze”.