Una situazione difficile, in cui si lavora in stato di emergenza continua, sempre paventando l’evento critico che è sufficiente per mandare all’aria tutta l’organizzazione quotidiana. Così i sindacati confederali dei trasporti hanno descritto le condizioni di lavoro nelle ferrovie in Toscana. I rappresentanti toscani di Cgil-Filte, Cisl-Filt e Uil-Uilt sono stati ascoltati questa mattina durante una riunione congiunta della Commissione speciale lavoro (presieduta da Nino Frosini dei Comunisti italiani) e della Commissione speciale trasporti (presieduta da Maurizio Dinelli di Forza Italia), indetta per fare il punto sulle problematiche della mobilità e del trasporto regionale di Trenitalia.
Numerosi i problemi messi sul piatto: dopo qualche mese in cui il servizio ferroviario è migliorato grazie a nuove assunzioni e a una migliore organizzazione in stazione, secondo i sindacati si prospetta una nuova crisi ad aprile, quando molti ferrovieri andranno in pensione. Ancora, dagli interventi è emersa la preoccupazione per un progressivo depotenziamento del servizio e dei vertici toscani. Dai lavoratori è partita l’accusa che la dirigenza toscana di Trenitalia non gode di alcuna autonomia, e che a partire dal 1999 è stata attivata una strategia nazionale tesa a privare questa regione di tutti i suoi punti di eccellenza: dalle officine di manutenzione, ai centri di alta tecnologia.
In quest’ottica anche il nuovo polo tecnologico dell’Osmannoro rischia di essere utilizzato a un terzo delle sue possibilità, mentre si privilegiano altre sedi. E questo nonostante che la Toscana sia la terza regione in Italia per numero di chilometri-treno percorsi al giorno (44 mila) e la seconda per incassi. “Per questo chiediamo che la Regione Toscana faccia sentire la sua voce anche con Roma e alzi il tiro delle trattative“ hanno chiesto le delegazioni. Secondo Nino Frosini, visto lo stato delle cose, “è necessario capire come migliorare il contratto di servizio con Trenitalia, per rendere possibile il rinnovo del contratto a favore dell’azienda italiana anziché preferire concorrenti esteri”.
Anche Maurizio Dinelli, in vista delle gare per l’affidamento del servizio, ha sottolineato che “la vittoria di un’azienda straniera a discapito di Trenitalia costituirebbe una sconfitta per tutti, ma che al momento è difficile ipotizzare che le ferrovie toscane possano continuare a funzionare così male per altri quattro o cinque anni”. E se Virgilio Simonti (Ds) ha sottolineato la “necessità di tenere un confronto alto per mantenere le condizioni affinché il processo federalista sui trasporti vada avanti”, Giovanni Barbagli (Rifondazione Comunista) si è detto preoccupato “del quadro tracciato, peggiore di quello delineato in Consiglio regionale, soprattutto per quanto riguarda le prospettive temporali e i rischi di dismissione”.
Bruna Giovannini (Ds) ha osservato che la Regione “deve intervenire per tempo per evitare le nuove carenze di personale annunciate in vista dei pensionamenti”. Le due Commissioni hanno deciso di chiedere adesso un incontro a breve termine all’assessore regionale ai trasporti, Riccardo Conti, per esaminare alcune delle questioni poste dal sindacato.