Gravissimo episodio venerdì notte al Teatro Manzoni di Pistoia: le logge del Teatro sono state infatti imbrattate da ignoti con scritte antisemite e simboli neonazisti.
E’ da considerare che in questi giorni (da giovedì 7 fino a domenica 9) è in scena al Teatro lo spettacolo, prodotto dall’Associazione Teatrale Pistoiese/Teatro del Tempo Presente sotto la direzione artistica di Cristina Pezzoli, CANTO DELLA ROSA BIANCA. Studenti contro Hitler, Monaco 1942/43, l’intenso e coinvolgente documentario teatrale scritto e narrato da Maurizio Donadoni, in cui si rievoca il tragico episodio di resistenza al nazismo portato avanti tra il 1942 ed il 1943 da un coraggioso gruppo di studenti dell’Università di Monaco.
Lo spettacolo – seguito da circa 2000 persone nelle recite serali e 2000 studenti nelle matinée per le scuole – fa seguito al tutto esaurito registrato alla fine di gennaio dalla settimana ininterrotta di repliche de “L’ISTRUTTORIA” di Peter Weiss (pluripremiato spettacolo della Fondazione Teatro Due di Parma che rievoca l’ultimo grande processo celebrato alla metà degli anni 60 in Germania nei confronti degli aguzzini di Auschwitz) e rientra nel progetto di produzione voluto da Cristina Pezzoli per un “TEATRO DEL TEMPO PRESENTE” volto alla valorizzazione della drammaturgia italiana contemporanea.
“È un atto molto grave di intimidazione – afferma Giuseppe Grattacaso, Presidente dell’Associazione Teatrale Pistoiese – un segnale inquietante, perché va a colpire un luogo dove si fa cultura, in un momento in cui il nostro teatro è impegnato su una proposta che sappia parlare delle problematiche del presente.
Vogliamo un teatro che faccia riflettere e questo, insieme a tanti consensi, scatena anche la reazione di chi non vuole riflettere. Questo ci fa capire comunque che siamo sulla strada giusta, che c’è sempre più bisogno di un teatro del presente attento alle tematiche civili.” “Questo è un teatro che trova la sua ragione di essere qui e ora – precisa Maurizio Donadoni -. Non un teatro del “come se”, come se si vivesse non sulla terra ma su Marte, o Venere. Io me lo chiedo ad ogni inizio di spettacolo: quello che sto facendo è necessario? Ha un senso, oggi? Serve a qualche cosa? È un veleno o una medicina?A volte ho la sensazione che sia inutile.
Mi dico che forse non ho capito niente, che la gente ha già tanti problemi, ha bisogno più che altro di distrarsi. Le scritte apparse ieri notte però dicono chiaro e tondo che la partita tra le due visioni del mondo, quella totalitaria e quella democratica, non è ancora finita né forse mai lo sarà. È un derby planetario che si gioca nel campo della storia tra fondamentalismo e pluralismo, militarismo e pacifismo, violenza e non violenza, spiritualismo e materialismo, odio e amore. Basta saperlo.E decidere in quale delle due squadre iscriversi.
Coscienti del fatto che chi lotta solo per il potere, se è nostro avversario, non ha regole ma solo tattiche per vincere. Dimenticavo: la partita non ammette spettatori, prima o poi si finisce in panchina e poi tutti direttamente in campo (anche di concentramento)”.
Ieri i Senatori della Repubblica italiana hanno ricevuto l’appello inviato loro dai Sindaci di Marzabotto e Stazzema, rispettivamente Andrea De Maria e Giampiero Lorenzoni, oltre che dal vice-presidente del Parlamento toscano Enrico Cecchetti.
Ai Senatori viene chiesto di stringere i tempi sulla proposta di legge della ‘Commissione di inchiesta’ per fare luce sul cosiddetto ‘Armadio della vergogna’, dove per decenni furono nascosti 695 fascioli su altrettante stragi nazifasciste (avvenute tra il 1943 ed il 1945). Infatti, l’11 febbraio prossimo il Senato discuterà la proposta di legge già approvata dalla Camera dei Deputati (con un solo voto contrario), ma davanti c’è il rischio di allungare ancora i tempi, a causa dei nuovi emendamenti presentati.
L’appello delle istituzioni locali e regionali a ritirare gli emendamenti, perciò, porta in Senato la voce dei cittadini e dei parenti degli oltre 15.000 civili innocenti, che furono trucidati durante quel periodo della seconda guerra mondiale. “Alle nostre popolazioni –ha sottolineato Enrico Cecchetti- ciò che interessa è l’immediata ricerca della verità, rimasta insabbiata già per troppo tempo. Qualunque allungamento di questa terribile catena di rinvii, con l’ipotesi di un ritorno alla Camera del testo emendato della legge, provocherebbe un ulteriore inutile dolore e un senso di sfiducia nelle istituzioni”.