Hanno assicurato la loro presenza i Consiglieri Regionali: Fabio Roggiolani (Verdi), Erasmo D'Angelis (La Margerita), Marco Carraresi (Centro Cristiano Democratico) Paolo Cocchi (Democratici di Sinistra)
Sarà l'occasione per capire le posizioni di alcuni partiti di maggioranza e di opposizione su quest'opera richiesta dal comune di Firenzuola , che se realizzata metterà a rischio ulteriori risorse idriche del comune di Scarperia ( ma anche del comune di Barberino) incentivando altresì l'aumento di flussi di traffico pesante provenienti dalla fascia Adriatica e diretti a Firenze, che potrebbero attraversare l’abitato di Firenzuola piuttosto che allungare il percorso autostradale sino a Bologna.
L’esperienza della tratta FI-BO dell’Alta Velocità ha evidenziato la scarsa qualità degli studi e dei progetti legati alle grandi opere: la società Autostrade (incredibilmente la stessa società che deve realizzare l’opera e che aveva già prodotto uno studio ritenuto deficiente e lacunoso) ha avuto l'incarico di effettuare un ulteriore verifica sulla compatibilità della bretellina con il mantenimento della risorsa idrica. Lo studio doveva essere già consegnato: un eventuale sì alla realizzazione potrà davvero essere convincente e rassicurare i cittadini del Mugello della ininfluenza dell'opera sulla sempre più impoverita falda acquifera del Mugello?
La bretella non è un opera di interesse nazionale e di conseguenza la Regione Toscana ha la possibilità di deciderne il destino insieme ai comuni interessati.
E tra i comuni interessati vi è sicuramente il Comune di Scarperia che potrebbe vedere scomparire quasi totalmente tutte le sorgenti del proprio Comune (quelle ad est sono già prosciugate dall'alta velocità). Eppure Scarperia non è stata nemmeno chiamata alla Conferenza dei Servizi sulla variante di valico: il tracciato della bretella non passa all'interno dei confini comunali.
La bretella è un'opera costosa: esistono valide alternative a minore impatto ambientale e socio-economico che consentano a Firenzuola di raggiungere lo stesso risultato.
La scelta del traforo della Futa grave rischia di divenire un atto irresponsabile nei confronti dell'ambiente Mugellano.
Con una lettera inviata al prefetto di Firenze Achille Serra, l'associazione ecologista fiorentina Idra pone al centro dell'attenzione del rappresentante del governo l'annosa emergenza sicurezza, salute e ambiente dentro e fuori i cantieri TAV.
"Ci sentiamo moralmente obbligati a interpellarLa nuovamente, dopo la nostra lettera del 12 dicembre 2002 in cui Le segnalavamo la nostra severa delusione per il Suo mancato intervento di garanzia sulla TAV presso le autorità locali e le articolazioni periferiche dei poteri centrali, da Lei promessoci nell'incontro del 24 ottobre scorso.
Anzitutto, ci pare nostro dovere civile reiterare la nostra richiesta dopo il quinto decesso collegato ai lavori dell'Alta Velocità fra Firenze e Bologna. Si tratta, come è noto, dell'operaio Giovanni Damiano, morto sabato 1 febbraio dopo nove giorni di agonia, a séguito di un incidente sul lavoro nella galleria TAV del Carlone. Se rispondessero a verità le dichiarazioni riportate dagli organi di stampa attribuite alla Segretaria Provinciale della FILLEA-CGIL Manola Cavallini ("forse in quel momento si stavano portando avanti quattro lavorazioni in contemporanea, quando è regola procedere una lavorazione per volta, al massimo due se sono lontane e consequenziali l'una all'altra") ci troveremmo dinanzi alla deliberata violazione delle più elementari norme di sicurezza.
Ma questa ipotesi non farebbe che confermare le nostre ripetute denunce - anche a codesta Prefettura - sulle condizioni di lavoro degli operai dell'Alta Velocità sulla tratta appenninica Firenze-Bologna. Più volte avevamo segnalato la costrizione al ciclo continuo e agli straordinari legalizzati nei contratti edili stipulati col CAVET (difesi e protetti dal sindacato), in contesti di rischio permanente per la salute, per la sicurezza e per la stessa sopravvivenza dei lavoratori, tenuto conto delle gravi omissioni e insufficienze progettuali e esecutive ormai attestate in più documenti ufficiali.
Eventi che, come già Le avevamo scritto, rappresentano a nostro avviso indicatori assai bassi di democrazia e di legalità".
Idra ricorda al Prefetto una circostanza particolarmente delicata, che fu attentamente seguita e gestita due anni fa dalla Prefettura e dalla Questura di Firenze: la visita del Capo dello Stato alla galleria TAV del Carlone, il 20 febbraio 2001. "Chissà se fu scelta davvero saggia - scrivono a Serra il presidente Girolamo Dell'Olio e il vicepresidente Pier Luigi Tossani - stendere un energico 'cordone sanitario' attorno al Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza di quei cantieri per impedirgli - come gli venne di fatto impedito - di informare a viva voce il presidente Ciampi delle condizioni di gravissimo disagio, rischio, emarginazione, intimidazione e sofferenza in cui le maestranze appaiono costrette ad operare nei cantieri TAV (ancora lo attestano le recentissime cronache)".
L'associazione ambientalista fiorentina richiama l'urgenza di un intervento del prefetto "anche a motivo dell'ormai 'istituzionalizzato' aggravamento dello stato ambientale nel territorio provinciale fiorentino, con i "grandi lavori" in corso.
Degrado che minaccia in misura crescente la salute dei cittadini e depaupera in modo temiamo irreversibile le preziose risorse idriche del nostro Appennino e quelle morali delle popolazioni".
Idra chiude annotando che questi eventi hanno luogo "in un tempo in cui vita e morte, come appaiono testimoniare le circostanze della scomparsa di quest'ultimo caduto sul lavoro, sembrano avere lo stesso peso dell'aria poco salubre che tutti respiriamo".