Attenzione e un pizzico di preoccupazione, in Toscana, per il tentativo di acquisizione della Banca nazionale del lavoro da parte del Monte dei Paschi di Siena. Si teme che il preannunciato esubero di personale conseguente alla fusione, (stimato in circa 30.000 persone) possa tradursi in difficoltà per i lavoratori toscani, e che altresì la “testa” del nuovo gruppo venga trasferita da Siena a Roma. Questi dubbi sono stati espressi stamattina in III Commissione, presieduta da Varis Rossi (Democratici di sinistra), dove l’assessore al lavoro Paolo Benesperi ha tenuto un’audizione sulle problematiche inerenti la tutela occupazione dei dipendenti della banca Toscana.
Se i timori sui risvolti occupazionali dell’incorporazione di Banca Toscana da parte di Mps sono stati fugati, Angelo Pollina (Forza Italia) e Pieraldo Ciucchi (Socialisti democratici italiani) hanno puntualizzato i rischi derivanti dalla nuova acquisizione in corso. Tanto che Varis Rossi ha annunciato che la III Commissione chiederà un incontro al rappresentante della Regione Toscana nella Deputazione del Monte dei Paschi di Siena, al sindaco e agli amministratori di Siena. “Siamo preoccupati, speriamo che della nuova acquisizione non paghino le spese i lavoratori toscani – ha detto Angelo Pollina -.
La Regione Toscana deve monitorare attentamente la situazione, anche perché gli spetta di diritto, visto che elegge un suo rappresentante nella deputazione del Monte dei Paschi”. E Pieraldo Ciucchi ha sottolineato che “servono garanzie sul fatto che la dirigenza Mps-Bnl non venga trasferita a Roma”. Per quanto riguarda la tutela occupazionale dei dipendenti della Banca Toscana, l’assessore Benesperi ha spiegato che “a suo tempo i sindacati avevano manifestato la loro preoccupazione circa gli esiti dell’annunciata fusione, con particolare riferimento alle possibili modifiche al piano industriale di Banca Toscana che avrebbero potuto avere ripercussioni negative sui lavori esternalizzati.
Abbiamo seguito la vicenda ed effettuato incontri. La direzione del Monte dei Paschi ha dato assicurazioni alla Regione circa la rapidità dell’operazione e l’avvio delle relazioni sindacali. Il 20 novembre del 2002 i sindacati ci hanno scritto per esprimere apprezzamento per l’azione della Regione, e da allora non è più stato sollevato alcun problema”.
L’audizione dell’assessore Benesperi ha riguardato soltanto l’incorporazione di Banca Toscana da parte del Monte dei Paschi di Siena, e che l’assessore ha riferito alla commissione soltanto su tale oggetto.
I consiglieri Pollina (Forza Italia) e Ciucchi (SDI) hanno colto l’occasione per sollecitare la commissione a compiere un attento monitoraggio della eventuale acquisizione della Banca Nazionale del Lavoro da parte del Monte dei Paschi, sia sul versante dell’occupazione che sulla collocazione della direzione. La commissione ha accolto la richiesta ed assunto le decisioni riportate nel precedente comunicato. La cifra dei 30.000 esuberi riportata nella terza riga del comunicato non riguarda il rischio occupazionale conseguente alla eventuale fusione tra Mps e Bnl, ma si riferisce ad una valutazione del Presidente dell’ABI, riportata nei giorni scorsi dalla stampa, a proposito dell’intero sistema bancario italiano.
Il futuro e le prospettive della Cassa di Risparmio di Firenze sono state al centro di un incontro fra il capogruppo dell'Udeur Luigi Morelli e i rappresentanti dei sindacati del settore bancario, fra i quali la Federdirigenti.
"Ho confermato l'esistenza del patto fra Cassa e San Paolo/Imi - ha spiegato Morelli - un patto che qualcuno, alla direzione generale della banca, finge di non conoscere ma del quale si parla in maniera precisa e dettagliata in un nota dell'autorità garante della concorrenza e del mercato. In particolare, San Paolo/Imi ha acquistato il 15% del capitale sociale della Cassa e, in virtù di un patto parasociale, concorre alla nomina degli amministratori e detiene un potere di veto sulle decisioni che determinano l'indirizzo strategico dell'impresa, assumendo pertanto il controllo congiunto dell'istituto fiorentino".
"Di fronte a questa situazione - ha aggiunto il capogruppo dell'Udeur - ho espresso ai sindacati i miei dubbi sul futuro della Cassa: rischiamo di perdere le radici fiorentine di questo prestigioso istituto di credito e di provocare un contraccolpo negativo su tutto il tessuto economico della città. Qualcuno, dalla direzione generale della Cassa, teme non meglio precisate "manovre politiche" a scapito della banca. Rispondo ricordando che il mio invito è diretto all'Ente Cassa, dove peraltro siede anche un rappresentante del Comune: è del tutto legittimo per un consigliere comunale chiedere, agli organi preposti, una verifica delle strategie dell'Ente.
La banca Cassa di Risparmio non è solo una società per azioni: è un bene di tutta la città, al quale partecipano anche migliaia di piccoli azionisti". "Ritengo opportuno - ha concluso Morelli - utilizzare l'esperienza storica-aziendale dei sindacati per recuperare e valorizzare il forte legame con la città".