“E’ proprio il caso di dire: finalmente se ne discute in aula!”. Questa la prima reazione del vice-presidente del Consiglio regionale, Enrico Cecchetti, alla decisione di calendarizzare per il prossimo 11 febbraio la discussione in Senato della proposta di legge istitutiva della ‘Commissione parlamentare d’ inchiesta sulle cause dell` occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti’. “Torniamo a fare luce sul cosiddetto ‘Armadio della vergogna’ -aggiunge Cecchetti-, in primo luogo, grazie alla forte mobilitazione delle istituzioni locali e regionali, culminata nell’incontro con i giornalisti il 15 gennaio scorso al Senato”.
Quel giorno molti Sindaci delle città martiri della Toscana e d’Italia (Stazzema e Marzabotto in testa), le Associazioni della Resistenza, il Comitato toscano di coordinamento e il Comitato per la verità e la Giustizia hanno unito le loro voci nella richiesta di procedere senza più indugi all’istituzione della Commissione parlamentare d’inchiesta, attraverso il ritiro degli emendamenti (giudicati privi di reale importanza rispetto al testo approvato unanimemente dalla Camera) che il senatore Cirami aveva presentato, con l’unico risultato di costringere la proposta ad un nuovo passaggio alla Camera per il voto dei deputati, procrastinandone i tempi d’approvazione.
“Eccoci dunque al giro di boa decisivo -conclude Cecchetti-. Ricordo che nel corso degli incontri tenuti dalla nostra delegazione al Senato non solo i capigruppo di alcuni gruppi di minoranza (DS, Margherita, Comunisti unitari) espressero pieno appoggio alla richiesta di approvare la proposta di legge nel testo licenziato dalla Camera, ma anche altri capigruppo di maggioranza (UDC e FI) si dichiararono sostanzialmente disponibili al ritiro degli emendamenti. Non ci resta dunque che andare a verificare, come si usa dire, se l’11 febbraio sarà il vero banco di prova per la coerenza di tutti i partiti.
Vedremo allora se il nostro impegno per ottenere verità e giustizia sulle stragi nazi-fasciste troverà il sostegno che, almeno a parole, gli era stato espresso da tutti i gruppi parlamentari. Un impegno delle nostre istituzioni ed associazioni che continuerà con la stessa energia anche nel caso la proposta dovesse tornare alla Camera.”