L’Italia è il primo Paese al mondo per l’entità del suo patrimonio monumentale, archeologico, culturale e ambientale.
Il nostro Paese è anche il secondo al mondo per l’offerta di posti letto (4 milioni complessivamente di cui 1,8 milioni in 33.361 alberghi) e tra i primi quattro per il fatturato prodotto dal turismo internazionale con 30 miliardi di euro e un saldo attivo della nostra bilancia valutaria di 13 miliardi di euro.
Particolarmente rilevante per il nostro Paese è il settore del turismo culturale: dei circa 900 milioni di presenze turistiche dell’anno 2001, infatti, ben il 23 % è stato registrato nelle città d’arte.
L’offerta del settore culturale italiano è in crescita da cinque anni.
In aumento sia il numero di istituti aperti al pubblico – +12,5% - , sia il numero dei visitatori – +20,6% -.
La stragrande maggioranza delle strutture del patrimonio culturale italiano appartiene agli enti locali.
Basti pensare che dei 3554 musei presenti sul territorio, ben 1538 ( pari al 43,4% ) sono di proprietà comunale, mentre solo 600 circa (pari al 14,6%), appartengono allo Stato.
La situazione non cambia se si considerano le proprietà delle biblioteche e dei teatri.
In particolare va evidenziato che delle 1423 strutture teatrali ben 574 (pari all’ 38,4%) sono comunali.
Inoltre i dati sulla crescita del numero dei visitatori dei sistemi museali locali nell’anno 2001 testimoniano un incremento dell’ordine dell’8% per le strutture statali e del 17% per quelle comunali.
Questo dato significativo introduce allo spinoso problema della valorizzazione e della gestione delle numerose strutture culturali distribuite capillarmente sull’intero territorio nazionale puntando, in primo luogo, alla messa in rete dei beni e alla creazione di un sistema museale “diffuso”.
Un esempio concreto di come sia possibile realizzare sistemi d’integrazione fra i servizi a vantaggio dei cittadini e dei turisti è offerto dalle esperienze delle Tourist card che, come la Campania Artecard testimonia, costituiscono un utile pacchetto di offerte (biglietteria, trasporti, ecc..) in grado di facilitare l’accesso alle strutture culturali e alla visita del territorio.
La grande sfida che attende il sistema turistico e culturale italiano riguarda, pertanto, la sua capacità di governare e orientare i flussi di traffico turistico, di valorizzare, promuovere e disciplinare l’accesso al patrimonio culturale così capillarmente diffuso sull’intero territorio nazionale, di introdurre e applicare tutte le innovazioni tecnologiche che possano favorire la più corretta e completa fruizione dei beni, di studiare forme opportune ed efficaci di coordinamento e di collaborazione tra tutti i soggetti -, amministrazioni pubbliche, privati, settore non profit - interessati allo sviluppo del settore.
Insomma, recuperare centri storici, sviluppare le attività dei musei e teatri, restaurare castelli e palazzi storici, creare circuiti turistici, valorizzare il, patrimonio vuol dire contribuire in modo determinante allo sviluppo economico del territorio favorendo la competitività tra i sistemi locali.
Questa politica di valorizzazione, inoltre, offre la possibilità per le comunità civili di recuperare il senso della appartenenza ai loro territori costituendo, in tal modo, un fondamentale elemento di coesione sociale e culturale.
Le più importanti esperienze di successo nei nuovi sistemi di gestione sono legate al crescente fenomeno delle “esternalizzazioni”, cioè allo sviluppo di modelli di gestione autonoma dei servizi e dei beni culturali.
Rilevante, infatti, è la tendenza da parte delle amministrazioni locali ad abbandonare la gestione diretta in economia, a favore della creazione di soggetti esterni ( SpA, Srl, Consorzi, Istituzioni, Aziende speciali, Fondazioni, Associazioni) la cui organizzazione è improntata a criteri di qualità, efficienza ed economicità.
Dai 5 casi di esternalizzazioni registrati nel 1991 ( un anno dopo l’ emanazione della Legge 142/90) si è passati a 192 esempi del 2001; il trend di crescita prevede, inoltre, un ulteriore, esponenziale incremento che farà toccare, entro il 2004, i 1000 casi.
I protagonisti assoluti del cambiamento: le autonomie locali Partendo dalla riscoperta del valore e delle potenzialità dei diversi territori, molte amministrazioni locali, comunali, provinciali e regionali, hanno conseguito importanti successi dimostrando di essere le uniche realtà, oggi, in grado di innescare un virtuoso e duraturo processo di sviluppo e di crescita anche economica del territorio, facendo registrare – in controtendenza rispetto ai dati statali - un incremento e un attivismo crescente dei musei minori e di quelli comunali.
Sempre, più spesso, infatti Regioni, Province, Comuni, sul terreno dell’iniziativa turistica e culturale, stanno sperimentando concreti accordi di cooperazione interistituzionale in grado di favorire, attraverso ad esempio la creazione di circuiti turistici d’area, la conoscenza e la fruizione degli attrattori artistici e culturali dei diversi territori potenziandone, in tale modo, la crescita e lo sviluppo sia i termini civili che economici.
Di contro, il dato relativo al triennio 1999-2001 sui residui passivi dei finanziamenti non spesi da parte delle Soprintendenze, pari al 64,5% del fondi totali disponibili, testimonia la difficoltà delle strutture centrali a sostenere l’attuale processo di sviluppo e le dinamiche in atto nel comparto dei beni e dei servizi culturali.
Insieme alle amministrazioni locali, anche il settore privato sta dimostrando un crescente interesse verso il sistema-cultura.
L’86% degli imprenditori italiani infatti ritiene importante investire nella cultura e ben il 58,7 % si è già confrontato, ottenendo ottimi risultati, con questa scelta strategica.
A sostegno di questo orientamento l’ art. 38 della legge 342 del 2000 ha introdotto la possibilità, per le imprese, di dedurre integralmente dal reddito le erogazioni liberali in denaro a favore dell’arte e della cultura. In particolare il regolamento ha fissato la griglia delle categorie di soggetti che potranno, nel perseguimento dei loro fini istituzionali, beneficiare dei suddetti contributi in denaro in esenzione di imposta.
Nel 2001, però, gli imprenditori che hanno messo mano al portafoglio per aiutare l’arte e la cultura sono stati solo 308 per un valore di 17 milioni di euro che non raggiunge nemmeno lontanamente la soglia del tetto massimo previsto pari a 139.5 milioni di euro.
Alla luce di queste considerazioni e del ruolo sempre più delicato e strategico che sono chiamate a ricoprire le amministrazioni pubbliche, tutti gli Assessori alla Cultura e al Turismo hanno sentito l’esigenza, per la prima volta, di confrontarsi sulle tematiche della promozione e dello sviluppo del territorio a partire dalla valorizzazione della cultura.
Si terrà pertanto a Firenze, presso il Palazzo dei Congressi e il Palazzo Vecchio la II Conferenza nazionale degli assessori alla cultura e al turismo promossa e organizzata dall’ ANCI, Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, UPI, Legautonomie, UNCEM, Federculture.
Nel quadro delle trasformazioni economiche e sociali in atto verrannoevidenziate le principali problematiche e delineate le nuove strategie per la valorizzazione e lo sviluppo del territorio nei settori della cultura e del tempo libero.