FIRENZE- Le proposte di regolamento relative alla riforma della Pac - la Politica agricola comunitaria - tradiscono fortemente le aspettative nutrite dopo la comunicazione dello scorso luglio del commissario europeo e rischiano di penalizzare gravemente le politiche di sviluppo rurale e, in particolare, regioni come la Toscana. E' questo il senso dell'allarme lanciato dall'assessore all'agricoltura della Regione Toscana, Tito Barbini, dopo aver esaminato le proposte di regolamento presentate nei giorni scorsi, dalle quali ci si aspettava una sostanziale riduzione degli aiuti diretti (il "primo pilastro") in favore degli investimenti allo sviluppo rurale (il "secondo pilastro").
Sembra infatti ridimensionarsi il cosiddetto "travaso" che le Regioni, in particolare la Toscana, avevano sostenuto, tanto che a regime, nel 2012, la nuova Pac vedrà un passaggio al secondo pilastro di appena il 6 per cento, a fronte di tagli al primo del 19 per cento. "In questi anni - spiega Barbini - le politiche di sviluppo rurale che si sono affiancate ai tradizionali interventi di aiuto hanno già raggiunto risultati importanti, e tuttavia resta ancora da fare moltissimo in termini di riequilibrio di finalità e risorse tra questi due pilastri della spesa comunitaria.
Non si tratta solamente di dire che gli aiuti al mercato, su cui le Regioni non hanno assolutamente voce, esprimono una concezione centralistica, incurante delle specificità locali, attenta solo agli aspetti produttivistici. Promuovere lo sviluppo rurale, nel suo complesso, significa oggi creare le condizioni per rilanciare l'economia di interi territori rurali, per salvaguardare la ricchezza ambientale, sociale e culturale, per promuovere la qualità e la sicurezza alimentare. Purtroppo però le proposte di regolamento vanno in un altro senso e non sono affatto in linea con quanto ci eravamo attesi".
Tra l'altro, spiega l'assessore aggiungendo un altro motivo di preoccupazione, resta tutto da capire se e quanto i fondi serviranno a finanziare le nuove misure dello sviluppo rurale che saranno introdotte e quanto spazio ci sarà per finanziare le misure già esistenti.
"La Toscana - conclude l'assessore - farà di tutto per contrastare questa impostazione.
La nostra strada, infatti, è quella di un'agricoltura che, grazie anche alle misure del Piano di sviluppo rurale, ha saputo aprire le porte a migliaia di giovani imprenditori oppure raggiungere, come nel caso della Chianina, livelli di qualità ripagati dal mercato anche in una fase difficilissima per la zootecnia europea. Ed è questa la strada su cui intendiamo proseguire".