FIRENZE – In occasione della mozione, poi respinta, con cui i consiglieri Franco Banchi del Cdu e Marco Carraresi del Ccd hanno chiesto alla Giunta regionale di escludere qualsiasi ipotesi di sperimentazione della pillola Ru 486 nelle strutture ospedaliere della Toscana, è stata data risposta anche tre interrogazioni presentate, sempre sul tema della pillola abortiva, dallo stesso Carraresi, da Pieraldo Ciucchi dello Sdi e da Marisa Nicchi dei Ds. Nell’interrogazione il capogruppo del Ccd, affermando che invece di discutere sui vari modi per interrompere la gravidanza sarebbe più giusto impegnarsi per trovare nuove forme di aiuto alle donne per accogliere la vita nascente, aveva chiesto di destinare i mezzi e le energie necessarie, quindi anche maggiori risorse economiche, a politiche tese a limitare il fenomeno dell’aborto in Toscana.
Il capogruppo dello Sdi aveva invece chiesto di sapere se e come la Giunta, attraverso le proprie politiche sanitarie, intende promuovere la sperimentazione della pillola Ru 486 dando al contempo un contributo alla ricerca scientifica e alla piena attuazione della legge 194 che regola la pratica dell’aborto in Italia. La consigliera dei Ds, in una interrogazione a supporto dell’introduzione della Ru 486, aveva inoltre chiesto alla Giunta regionale di attivarsi per rendere possibile la sperimentazione della pillola abortiva in Toscana invitandola anche a sollecitare il Governo nazionale per fare in modo che ovunque in Italia si possa concludere la fase sperimentale.
L’assessore al Diritto alla salute, Enrico Rossi, ha affermato che, secondo la visione della Giunta, l’uso della pillola abortiva in Toscana non è in discussione, così come non è in discussione la legge 194, ed ha aggiunto che occorre, adesso, concludere la sperimentazione della pillola in questione al fine di introdurla definitivamente nel sistema sanitario regionale, visto che secondo affermano gli esperti, secondo Rossi, questo metodo è meno invasivo della tecnica chirurgica ed inoltre consente di interrompere la gravidanza con molto anticipo rispetto alla stessa tecnica chirurgica.
La legge 194, ha spiegato l’assessore, prevede che siano introdotte nuove pratiche abortive testate la cui validità sia stata provata scientificamente e la pillola in questione risponderebbe a questi requisiti. In altre parole, ha concluso Rossi, questo tipo di pillola è un farmaco sperimentato, registrato ed usato a livello internazionale, con la conseguenza che ormai è doverosa la sua introduzione nel prontuario farmaceutico nazionale. Rossi, a tal proposito, ha garantito l’impegno anche presso il Governo.
Carraresi si è detto insoddisfatto della risposta ed ha chiesto che la legge 194 in Toscana venga applicata integralmente, ovvero anche nelle parti che parlano ed assicurano la tutela della donna e il diritto alla vita e non solo là dove prevedono e garantiscono l’aborto. Carraresi, inoltre, ha criticato quella che, secondo lui, è la tendenza in atto, cioè rendere sempre più facile ed asettico la possibilità dell’aborto, contrapponendo a questa tendenza la richiesta di consentire con politiche mirate la possibilità concreta di non abortire alle molte migliaia di donne, circa 8 mila ogni anno nella sola Toscana, che ricorrono all’interruzione della gravidanza.
Secondo Carraresi, infatti, in molti casi il ricorso all’aborto non è una libera scelta bensì un ripiego dettato dallo stato di necessità. Con la pillola Ru 486 secondo Carraresi la scienza viene messa al servizio della morte. Tanto che il consigliere del Ccd ha concluso affermando che è assurdo presentare la nuova forma di aborto garantita dalla pillola Ru 486 come facile e indolore, addirittura come un evento di progresso e di civiltà, ed anzi ha invitato a denunciare questo nuovo fatto come un gesto contro la vita.
In pieno accordo con l’assessore Rossi si sono invece detti Ciucchi e la Nicchi. Il capogruppo dello Sdi, dopo avere affermato di condividere la volontà di proseguire sulla strada intrapresa in tema di sperimentazione del farmaco Ru 486, ha affermato che l’introduzione in Toscana e in Italia di nuove pratiche abortive la cui validità è stata testata o è in corso di sperimentazione sotto il profilo scientifico è un fatto di civiltà che garantisce innanzitutto la donna e la sua reale possibilità di scelta.
Ed anche la Nicchi ha espresso apprezzamento per l’intervento di Rossi. La consigliera dei Ds ha anzi chiesto di lavorare per la definitiva introduzione della Ru 486 nel prontuario farmaceutico ed eventualmente per concludere nel migliore dei modi, coinvolgendo i maggiori esperti del settore, la sperimentazione della pillola abortiva. Infine la Nicchi, nello spirito già mostrato al momento di presentare l’interrogazione, ha rinnovato a Rossi la richiesta di attivarsi presso il Governo nazionale per concludere la fase sperimentale ed introdurre il farmaco nel prontuario farmaceutico.