Delusione, amarezza ma anche preoccupazione e rabbia per quella che rischia di diventare una storia infinita, impedendo di avere finalmente verità e giustizia. Sono questi i sentimenti che hanno spinto i sindaci dei Comuni italiani in cui sono state perpetrate stragi nazifasciste, amministratori, associazioni di combattenti e partigiani, storici ed esperti a mobilitarsi per la rapida approvazione della proposta di legge che istituisce una Commissione di inchiesta sulle responsabilità del cosiddetto “Armadio della vergogna”: un armadio rinvenuto per caso a Palazzo Cesi, sede della Procura generale militare a Roma, in cui erano stati occultati 695 fascicoli relativi ad altrettante stragi compiute in Italia fra il 1943 e il 1945.
Amministratori da tutta Italia si sono dati appuntamenti questa mattina in Senato, dove hanno tenuto una conferenza stampa e incontrato i gruppi parlamentari. C`erano il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, il presidente della V commissione consiliare regionale della Toscana Loriano Valentini, i sindaci e i rappresentanti di Stazzema, Marzabotto, Bolzano, Genova, La Spezia, Carpi, Capistrello, Barletta, Roccaraso, Larciano. Presenti anche il capogruppo Ds in Senato Gavino Angius, i senatori Ds Luciano Guerzoni, Massimo Brutti, Guido Calvi, il senatore dei Comunisti italiani Gianfranco Pagliarulo.
La proposta di legge, approvata a larghissima maggioranza alla Camera il 20 giugno scorso (1 solo voto contrario), è approdata in autunno al Senato. Qui, in sede di esame congiunto delle Commissioni Difesa e Giustizia, la maggioranza ha proposto ed approvato alcuni emendamenti, nonostante i numerosi appelli, provenienti da varie parti d’Italia, a non ritardare l’iter con modifiche che costringessero il provvedimento a una nuova navetta con l’altro ramo parlamentare. Il Consiglio regionale della Toscana ha votato all’unanimità una mozione in cui si chiedeva ai senatori di valutare “con doverosa sensibilità e senso di responsabilità l’opportunità di non prolungare indefinitamente l’iter adottando il testo unitario già approvato dalla Camera”.
Numerose lettere sono state inviate anche al Presidente del Senato Marcello Pera. Al momento la proposta di legge non è stata ancora messa in calendario per la discussione in aula; e dopo, comunque, sarà inevitabile un nuovo passaggio a Montecitorio. “Per questo chiediamo che in aula al Senato venga approvato il testo già votato dalla Camera, e non quello emendato – spiega Enrico Cecchetti, Vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, a capo del coordinamento che è nato in Toscana per chiedere la Commissione parlamentare di inchiesta, e che riunisce sindaci, amministratori regionali, deputati e senatori -.
Temiamo che dietro la presentazione degli emendamenti ci sia una precisa strategia: quella di rinviare ‘sine die’ l’approvazione del testo”. Gli fa eco Gian Piero Lorenzoni, sindaco di Stazzema, in provincia di Lucca dove, nel paese di Sant’Anna, nell’agosto del 1944, i nazifascisti uccisero 560 persone, in gran parte donne e bambini. “Gli emendamenti presentati dal senatore Melchiorre Cirami e approvati – spiega Lorenzoni – non sono tali da modificare in senso significativo un testo, che già in origine era più che esauriente.
Per questo non si spiega la loro presentazione se non con la volontà di affossare l’iniziativa”. Il sindaco di Marzabotto, in provincia di Bologna (955 vittime), Andrea De Maria, sottolinea che “dopo 58 anni migliaia di morti per crimini nazifascisti n Italia aspettano ancora giustizia. E’ doveroso indagare sulle responsabilità dell’occultamento dei fascicoli sulle stragi e fare ogni sforzo affinché si arrivi finalmente ai processi quando ancora è possibile. E prima che sia troppo tardi”.
Sindaci e amministratori hanno incontrato anche i gruppi parlamentari del Senato. Sono stati ricevuti dal capogruppo Ds Gavino Angius, il quale ha garantito il massimo impegno per l`inserimento all`ordine del giorno del Senato del disegno di legge nel più breve tempo possibile, riservandosi la possibilità di inserirlo `nella quota riservata all`opposizione nel caso di risposta negativa da parte della maggioranza`. Analogo impegno è stato espresso dal capogruppo della Margherita Willer Bordon, secondo cui `in un momento in cui si fa molto uso delle Commissioni di inchiesta risulta alquanto strano che non si dia il via a questa`.
Anche Francesco D`Onofrio, capogruppo dell`Udc (lo stesso gruppo a cui appartiene il senatore Cirami che ha presentato gli emendamenti) si è detto favorevole a una rapida calendarizzazione del provvedimento e al ritiro degli emendamenti, riservandosi una verifica tecnica per quanto riguarda un emendamento. Il senatore Lucio Malan di Forza Italia, infine, ha affermato che il suo gruppo è favorevole a che il disegno di legge vada avanti, e che esaminerà con attenzione gli aspetti tecnici.