Si inaugura il 23 gennaio prossimo presso il Museo Civico “Giovanni Fattori” di Livorno la grande mostra LUCE E PITTURA IN ITALIA. 1850-1914, curata da Renato Miracco. La rassegna è promossa dal Ministero degli Affari Esteri, dal Comune di Livorno e dalla Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno e rimarrà aperta fino al 4 maggio.
Attraverso 176 opere (oli su tela e cartone, pastelli e acquarelli su carta), provenienti dalle più importanti istituzioni museali italiane (Civiche Raccolte d’Arte di Castello Sforzesco di Milano, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Firenze, Museo Civico Casa Cavassa di Saluzzo, Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra, Museo d’Arte Moderna di Trento e Rovereto, Galleria d’Arte Moderna Ricci-Oddi di Piacenza ) la mostra indaga come negli anni compresi tra la metà dell’800 e il 1914 gli artisti italiani abbiano costantemente affrontato il tema della luce nel quadro, approdando ad esiti anche molto diversi tra loro.
Nel periodo preso in esame, caduti i canoni del neoclassicismo, in Italia nacquero infatti diversi movimenti (dalla scapigliatura ai macchiaioli, dal divisionismo al primo futurismo) accomunati dal tentativo di ribaltare l’antico rapporto tra forma e colore a favore di quest’ultimo, privilegiando gli accostamenti di colori, luci e ombre.
L’affermazione dell’impressionismo francese, in particolare, seguita poi dall’esperienza del divisionismo, poneva in primo piano l’importanza della resa della luce nella costruzione del soggetto e spingeva alla ricerca i pittori italiani, già stimolati ad un uso nuovo degli effetti luministici dall’arte di maestri quali il Piccio e Antonio Fontanesi.
In mostra opere di Giulio Aristide Sartorio, Daniele Ranzoni, Vincenzo Cabianca, De Nittis, Federico Zandomeneghi, Tranquillo Cremona, Silvestro Lega, Francesco Paolo Michetti, Telemaco Signorini, Vittore Grubicy de Dragon, Giovanni Fattori, Filippo Carcano, Giovanni Segantini, Giovanni Boldini, Angelo Morbelli, Plinio Novellini, Gaetano Previati, Giacomo Balla, Gino Severini, Umberto Boccioni, Giovanni Prini, Dullio Cambellotti, Mario Sironi, Camillo Innocenti, Arturo Noci, Ferruccio Ferrazzi, Ardengo Soffici e molti altri.
La ricca esposizione, inaugurata lo scorso ottobre a Bruxelles dal Presidente della Repubblica Italiana Ciampi e dai Reali del Belgio, è rimasta pressoché invariata, se non per alcune integrazioni e variazioni, dovute a prestiti museali.
E' quindi da considerarsi, in questa tappa, come un work in progress per far conoscere ad un pubblico italiano opere inedite provenienti da musei pubblici, ma contenute nei caveau, o presenti in collezioni private, come il nucleo di De Nittis di provenienza Angelo Sommaruga.
Vengono finalmente portati alla conoscenza di un vasto pubblico, capolavori di Pellizza da Volpedo (Girotondo) e di Previati (Il Re Sole), nonché opere di Zandomeneghi, Ranzoni, Piccio, Fontanesi, Cremona, Nomellini (non esposte dalla Mostra di Saint Louis del 1904), di Sironi, di Prini, di Balla (molte “Compenetrazioni iridescenti” sono inedite per il pubblico italiano) ed alcune straordinarie opere provenienti dalla Estorick Collection di Londra.
L'operazione è quindi anche di valorizzazione di un patrimonio ancora sconosciuto.
La mostra livornese si arricchisce poi di una serie di dipinti di Vittore Grubicy de Dragon, donati da Ettore Benvenuti, figlio di Benvenuto Benvenuti, alla Cassa di Risparmio di Livorno che, integrati col grande Archivio del pittore, hanno permesso di approfondire una delle figure più importanti della pittura d’inizio secolo, anello di congiunzione tra l'Italia e l'Europa.
Idealmente la mostra muove da Ippolito Caffi, cioè da quel grande pittore veneto, dal gusto pre-romantico, che sceglie Roma e Venezia per ritrovare e studiare gli effetti della luce quotidiana anche nelle suggestioni e trasparenze notturne per poi porre l’accento su maestri quali :Giovanni Fattori, Mario De Maria, Giovanni Boldini e Angelo Morbelli.
Ma il curatore Renato Miracco ha voluto ampliare la presenza dei divisionisti toscani, aggiungendo i luminosi paesaggi di Llewelyn Lloyd e di Angelo Torchi, dove quest'ultimo abbandonando la lezione dell'impressionismo attinge direttamente alla tecnica pittorica di Seurat.
Diverso il discorso su Benvenuto Benvenuti, del quale viene esposto un quadro inedito dove la pennellata lombarda, di matrice scapigliata, viene rielaborata personalmente con un uso del colore, dell'impasto e della materia totalmente innovativi, prima ancora del suo incontro formativo con Grubicy.
Per finire va sottolineata la presenza di: Aleardo Terzi, pittore siciliano, che con il suo Meriggio d'autunno, presentato alla I Esposizione della Secessione a Roma nel 1913, ci rivela doti ancora sconosciute; Leonetto Cappiello con “Ritratto di signora in un interno”, (opera esposta alla Promotrice-Scandalo del 1891) in cui il pittore ancora giovanissimo, ma grafico affermato, ricostruisce lo spazio dando valore al colore ed ai contrasti di luce; Carlo Carrà con il suo pre-futurista Paesaggio sotto la neve del 1909; Arnoldo Bonzanghi con La nevicata del 1912.
Mostra : Luce e Pittura in Italia 1850-1914
Inaugurazione: giovedì 23 gennaio ore 17.30
Apertura al pubblico: dal 24 gennaio al 4 maggio 2003
Orario : 10-13/16-19; chiusa il lunedì.
Biglietto d’ingresso: € 6.50 intero, € 4.50 ridotto,ridotto per gruppi €2.50 (minimo 15 persone)
Catalogo con testi di Renato Miracco, Gabriella Belli, Carlo Sisi, Christine Farese Sperken. Edizioni Gabriele Mazzotta (€ 35,00)