“Il I Governo D’Alema ci ha lasciato, con il D.P.R. 551/99, l’obbligo di eseguire controlli allo stato di manutenzione e di esercizio delle nostre caldaie, imponendo a Comuni e Province l’obbligo di vigilare sul rispetto delle procedure finalizzate al risparmio energetico e alla riduzione dell’inquinamento. Tutto ciò non può che essere condiviso, quello che, invece, non possiamo condividere è che il controllo dello stato dell’effettiva manutenzione e dell’esercizio della propria caldaia ricada come onere, sia in termini economici che burocratici, sugli utenti che già hanno provveduto ad interessare il proprio tecnico di fiducia del controllo.Questo diventa un vero e proprio balzello che, come al solito, danneggia coloro che rispettano le leggi.”
Così il capogruppo azzurro Carlo Bevilacqua sulla vicenda della tassa di 10 euro sulle caldaie.
Perché non colpire più pesantemente del previsto quei furbi che, a seguito del controllo della Provincia, saranno trovati non in regola con la legge?
“La risposta è molto semplice, spiega il consigliere azzurro Enrico Bertini, la Provincia è in grado di eseguire solo pochi controlli e quindi preferisce incassare poco da ognuno nella massa degli utenti anziché colpire l’illegalità.
Nel frattempo, la stessa Amministrazione provinciale, accortasi dell’effettiva impossibilità da parte degli utenti di provvedere nei termini a quanto richiesto, per colpa anche di una incredibile mancanza di preventiva informazione (la delibera di consiglio che ha approvato il regolamento di attuazione del procedimento è del 22 aprile 2002), ha concesso in extremis una proroga al 30 giugno 2003.”