FIRENZE- "Divo Gronchi era stato il regista dell'approdo fra le braccia del Monte di CariPrato -racconta stamani La Nazione- E circa un decennio dopo, è ancora lui, stavolta nelle vesti di direttore generale di Banca Popolare di Vicenza, lo stratega della cessione del 79% del pacchetto CariPato posseduto dal Monte (1.580.000 azioni), alla Bpv, al prezzo i 411,2 milioni di euro. I consigli di amministrazione hanno ratificato ieri pomeriggio, ma nella nottata precedente tutto si era già compiuto, e ora manca solo il placet della Banca d'Italia.
Le intese prevedono anche il trasferimento delle quote CariPrato in società del gruppo Mps, quali Monte Paschi Asset Management, Mps Banca Verde e Mps Leasing & Factoring". I consigli di amministrazione hanno autorizzato «una proroga di tre anni — si legge nella nota ufficiale delle banche — della convenzione parasociale tra le due banche con scadenza 31 gennaio 2003, avente ad oggetto 168.641.830 azioni pari a circa il 7,9% (4,55% Mps e 3,38 Bpv) del capitale sociale ordinario della Banca Nazionale del Lavoro, e regolante accordi in tema di sindacato di voto e di consultazione, di trasferimento delle azioni Bnl».
“Ancora una volta apprendiamo dai giornali la vendita di una storica banca toscana.
Stupisce la disinvoltura con cui vengono pensate e portate avanti queste operazioni, senza considerare l’importanza fondamentale che hanno avuto, e che avranno, le banche locali nello sviluppo dei relativi territori”. Con queste parole il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, ha espresso la valutazione critica a proposito della cessione della Cassa di Risparmio di Prato alla Banca Popolare di Vicenza decisa dal Monte dei Paschi di Siena. “Credo che la vicenda – ha proseguito – meriti alcune attente valutazioni.
La Cassa di Risparmio di Prato è stata negli anni la banca che ha permesso la creazione di uno dei più importanti distretti industriali. Ciò è stato possibile anche perché è sempre stata considerata dal territorio la ‘sua banca’. Va dato merito, in questo senso, ai vecchi amministratori del Monte di non aver alterato nei modi operativi e nella sua eccellenza la forza del localismo tipico della Cassa di Risparmio di Prato. Oggi questo valore e questa storia si interrompono, ma la vendita di Cariprato non deve rappresentare un impoverimento dell’intero sistema produttivo”. Questo punto, ha ricordato Martini, è stato al centro del contatto telefonico avuto oggi con il presidente della Banca Popolare di Vicenza, Gianni Zonin: “Ho sottolineato la necessità che venga mantenuto saldo il rapporto tra la banca e l’economia locale in modo che la Cassa di Risparmio di Prato continui ad essere una banca nel territorio.
Il presidente Zonin mi ha assicurato la massima attenzione in questo senso e mi ha garantito che non verrà snaturato la fisionomia della banca pratese. Abbiamo anche concordato un incontro a Firenze subito dopo le festività”. Il presidente della Toscana conclude la sua dichiarazione richiamando il tema - più che mai cruciale - del legame tra il sistema bancario toscano e le realtà produttive. “Negli ultimi anni varie Casse di risparmio hanno visto spostare la sede decisionale fuori della regione.
Oggi questo tema riguarda anche Prato. La questione diventerà l’impegno principale del governo regionale nei prossimi mesi. Di questo proporremo che si discuta anche al tavolo di concertazione e nello stesso consiglio regionale. E sarà un tema al centro anche del forum sulla piccola e media impresa che si svolgerà nel prossimo mese di maggio”.