EMPOLI- Negli ultimi anni, l’aumento dei casi di responsabilità medica è cresciuto a dismisura, provocando il triplicarsi di controversie giudiziarie in un decennio. La responsabilità professionale del medico è il tema di cui si occupano oltre duecento professionisti riuniti da ieri a giovedì presso la sala congressi della sede empolese di Carifirenze, su iniziativa dell’Azienda sanitaria locale Empoli, Valdelsa, Valdarno.
Il fine prioritario delle quattro giornate di studio, curate dal Centro di formazione della AUSL 11, e sponsorizzate dalle Agenzie di Empoli del Gruppo SAI Assicurazioni, è fornire ai medici informazioni tecniche sia in campo giuridico che assicurativo.
“I medici sono esposti a pressioni e pregiudizi talvolta ingiustificati: è utile che questo convegno offra una risposta ai dubbi, alle incertezze, ai problemi di oggi -ha affermato in apertura dei lavori la dottoressa Elisabbetta Chiarugi, dell’ufficio legale dell’Azienda sanitaria- Da un lato c'è il giusto riconoscimento del diritto del malato, dall'altro si avvertono talvolta strumentalizzazioni di natura patrimoniale, sulla base dell'illusione che il risultato infausto sia ricollegabile sempre ad errore professionale e non anche al rischio incombente in ogni atto medico”.
Molteplici le cause del fenomeno e alcuni fattori scatenanti sono stati ben delineati dagli studiosi intervenuti come relatori nella prima giornata di dibattito: l’aumento delle patologie curate dai sanitari grazie all’evoluzione dei mezzi diagnostici; l’attività di sensibilizzazione costante delle associazioni a difesa dei diritti del malato e la pressione dei mezzi di comunicazione, che hanno condotto a una maggiore presa di coscienza da parte del cittadino; l’allungarsi progressivo della vita media dell’uomo; lo sviluppo del concetto e delle funzioni della responsabilità civile e, purtroppo, anche un’immorale istinto predatorio di alcuni addetti ai lavori, che, in presenza di enti e compagnie assicuratrici tenuti a risarcire e in grado di soddisfare esigenze economiche, incardinano giudizi civili su ogni vicenda.
Per responsabilità medica si intende l’aspetto di tutela della salute del cittadino in relazione ai rischi derivanti da un trattamento sanitario.
Tutta la casistica giurisprudenziale ruota attorno al rapporto medico-paziente. Gli obblighi fondamentali a carico del medico sono due: il primo, è quello di informare il paziente in modo chiaro ed esaustivo sulla natura e sui rischi dell’intervento; il secondo è quello di eseguire una prestazione professionalmente corretta e diligente.
Ma non c’è soltanto la responsabilità professionale individuale. Spesso viene chiamata in causa la responsabilità dell’ente sanitario, per la maggior parte dei casi pubblico.
Il soggetto sotto pressione sono le compagnie di assicurazione impegnate a gestire la lite in forza delle polizze contratte con l’ente, o con i sanitari stessi. Queste polizze contengono normalmente una clausola con la quale l’assicuratore assume la gestione della vertenza in sede stragiudiziale, civile e penale a nome dell’assicurato, incaricando, a proprie spese, legali e consulenti. Moralizzare gli addetti ai lavori per raggiungere una vera e propria autodisciplina comportamentale e di controllo appare opportuno, al pari di una previsione normativa che stronchi sul nascere ogni speculazione da parte di soggetti opportunisti.
Occorre che tutti, legali, giudici, compagnie di assicurazione, operatori in genere si attivino per un’etica autoregolamentativa del fenomeno.
Il Centro di Bioetica dell'Università di Siena apre una sezione anche ad Arezzo. Gli obiettivi e le attività del Centro saranno presentati domani, martedì 17 dicembre, nel seminario inaugurale che si terrà nell'auditorium comunale di via Montetini con inizio alle ore 15. "L'evoluzione del rapporto medico-paziente: verso una medicina difensiva?" è il tema dell'iniziativa a cui parteciperanno medici, magistrati, avvocati e docenti universitari.
«La crisi del paternalismo medico, generata da una legittima aspirazione alla consapevolezza e alla autonomia da parte del paziente, impone un ripensamento congiunto sui fondamenti etico e giuridico della professione medica», dice il dottor Pasquale Giuseppe Macrì, coordinatore della sede aretina del Centro e direttore dell'Unità operativa di Medicina legale dell'Azienda Usl 8 di Arezzo; «proprio questa riflessione costituisce l'impegno prioritario della Sezione aretina del Centro di Bioetica dell'Università di Siena».
Al seminario inaugurale della sezione aretina del Centro di Bioetica interverranno Corrado Brilli, Vittorio Caloni, Stefano Canestrari, Marcello Caremani, Anna Coluccia, Mario Gabbrielli, Riccardo Gilardoni, Pasquale Giuseppe Macrì, Paolo Martini, Aldo Pagni, Alessandra Pazzagli, Roberto Sala, Giuseppe Virgili.
Il seminario si concluderà con una particolare rilettura per ruoli (una sorta di processo simulato con giudice, pubblico ministero, difensore e giuria) di una sentenza storica, quella del "Caso Massimo".facoltà di Economia, Massimo Umiliati, segretario provinciale CISL Siena, Giano Accame, giornalista ed economista, Stefano Cetica, segretario generale UGL.