FIRENZE- Insieme è meglio. In Toscana, che per natura e tradizione è terra di campanili, ne sembrano convinti anche i Comuni. La Regione ha chiesto alle amministrazioni comunali di inviduare la dimensione ottimale in cui operare e i settori da gestire assieme: per i livelli ottimali per i Comuni più piccoli, fino a 3000 abitanti, c’erano anche incentivi economici, che il prossimo anno saranno estesi a tutti. E i Comuni hanno risposto numerosi: in 216 su 287 hanno presentato proposte di livello ottimale in gran parte concordate, negli ambiti delle comunità montane, nei sistemi economici locali e delle Asl, per poter ottimizzare le risorse.
“L’esigenza di associarsi – spiega l’assessore alle riforme istituzionali, Angelo Passaleva - si lega alla riforma federalista della Costituzione e alle nuove competenze attribuite ai Comuni.
Pensare che piccole amministrazioni con 300 abitanti, ma anche con 7 mila talvolta, possano fare fronte a tutte è impossibile: ciò significa penalizzare alcuni cittadini rispetto ad altri e ledere i diritti delle persone. Associarsi, oltre ad ottimizzare le risorse, garantisce invece agli abitanti un servizio migliore. Ed è un’applicazione concreta del principio di sussidarietà”.
La via che la Toscana ha deciso di percorrere con la legge n. 40 del 2001 è una delle prime in Italia che arriva a compimento, assieme all’Emilia Romagna.
La Toscana ha però voluto privilegiare un rapporto che nascesse dal basso, ascoltando e coinvolgendo fin dalla fase propositiva i Comuni.
Le proposte finora arrivate, trasformate in molti casi in centinaia di convenzioni già sottoscritte, coinvolgono in particolare 175 Comuni sotto i 10 mila abitanti (su 207 che sono in Toscana) e 41 su 80 sopra i diecimila, che pure non erano tenuti ad avanzare proposte. I 39 Comuni che non l’hanno presentata sono i capoluoghi di provincia e quasi la totalità dei centri abitati concentrati nell’area fiorentina.
I settori prevalenti di collaborazione e di gestione in forma associata riguardano il personale, la statistica e la gestione dell’Isee (l’indicatore socio economico equivalente), la protezione civile e la polizia municipale, alcuni servizi legati all’istruzione pubblica ed il diritto allo studio, alle politiche sociali e lo sportello unico per le attività produttive.
Nessuna domanda è arrivata invece per la gestione associata delle anagrafi, lo stato civile e la leva elettorale, il demanio e il patrimonio, i servizi economico-finanziari o la gestione degli uffici tecnici: in questi settori i Comuni preferiscono, o riescono, a fare da sé. La concessione dei contributi sarà effettuata entro dicembre.