In una città che ha nel proprio patrimonio genetico la divisione tra opposte fazioni, la vicenda del marchio della Fiorentina dovrebbe diventare il simbolo di una eccezionale unità dei tifosi viola. Mentre la Florentia sembra sulla buona strada e prepara la partita con il Fano, in questa settimana abbiamo prima visto “L’incompreso”, film in due tempi di e con VCG e subito dopo è scoppiato il caso del marchio. Strani soggetti si muovono intorno a questa vicenda, che parte da lontano. Perché sullo sdoppiamento di logo e marchio il primo passo è stato fatto dalla precedente proprietà, mentre si incamminava sull’orlo del baratro.
Poi il silenzio, parzialmente interrotto dalle istanze fallimentari e quindi disintegrato dall’annuncio che quel giglio in campo bianco è di proprietà di una società, chiamata Real Fiorentina srl. Il detentore del brevetto dichiara che adesso basta comprare un titolo sportivo (cioè una squadra in carne e ossa) e il gioco è fatto, la Fiorentina è rinata. Nessuna indiscrezione su chi siano i soci di Valentino Rizzuto, rappresentante della Real Fiorentina e proprietario (secondo le sue parole) del marchio.
Sul fatto di voler acquisire un titolo sportivo per completare l’opera deve essere considerato l’attuale momento che vive il calcio italiano. La perdita operativa tra serie a e serie B sfiora i 1.300 milioni di euro. In particolare la serie B ha un fatturato di 222 milioni di euro e costi per 218 milioni di euro, con un margine operativo a meno 123: vuol dire un costo spropositato che obbligherà al Lega alla riforma dei campionati, con la divisione della serie in due gironi. E’ ipotizzabile a questo punto che per l’acquisizione del titolo sportivo, necessaria a completare l’operazione, i detentori del marchio attendano il fallimento annunciato di alcune società, per poi sceglierne una, acquisirla e rivestirla con il nome Fiorentina, forzandone l’iscrizione ad una serie magari superiore rispetto alla regolare risalita della Florentia Viola.
E così potremmo ritrovarci ad una strana dicotomia calcistica fiorentina, con il successivo quesito di quale parte scegliere. Non dovrebbe esserci nessun dubbio tra chi fa e chi promette che farà. Oggi c’è una squadra che lotta per risalire, che riorganizza un assetto societario dandosi obiettivi che non dovranno distogliere l’attenzione dai bilanci, che cerca di ricostruire un modello di società calcistica che potrebbe garantire un futuro sano, mentre altri avranno appena iniziato a fare i conti con gestioni errate.
Domenica prossima, alle ore 14.30, questa squadra sarà di nuovo in campo per continuare questa storia. Chi è interessato sarà certamente allo stadio Artemio Franchi di Firenze a sostenere la Florentia Viola. Chi non lo è trascorrerà la domenica a guardare un bel marchio, un nome certamente storico, ma lontano dai campi di calcio. (as)