FIRENZE- Hanno dato tutto esito negativo le analisi effettuate nell'ambito del primo programma di controlli sugli Ogm nelle produzioni agro-alimentari in Toscana. E' quanto rende noto l'assessore all'agricoltura Tito Barbini, ricordando come questa ampia attività di analisi sia stata realizzata in attuazione della legge 53/2000 ("Disciplina regionale in materia di organismi geneticamente modificati"), ovvero della prima e finora unica normativa regionale che vieta la produzione e la commercializzazione degli Organismi geneticamente modificati.
"E' una questione su cui da tempo la Toscana ha assunto da tempo una posizione chiara e netta - spiega l'assessore Barbini - Non è una posizione oscurantista, di chi rifiuta nuove frontiere della ricerca. Noi siamo per l'innovazione, purché utile ed attenta. I possibili effetti dei prodotti transgenici sull'ambiente e sulla salute sono stati tutt'altro che studiati fino in fondo. Ma siamo anche convinti che la Toscana, per essere competitiva con i suoi prodotti agro-alimentari, non ha bisogno degli Ogm.
La nostra agricoltura è del tutto diversa da quella delle produzioni di massa, delle tecniche di laboratorio che tagliano i legami profondi tra il cibo e il territorio, degli alimenti a costi contenuti ma deprivati di sapori ed odori. I risultati di questo primo programma di controlli sono perfettamente in linea con questa scelta a favore della qualità, della genuinità, della salubrità".
Il programma di controlli
La legge 53/2000 non è rimasta sulla carta, ad essa ha fatto seguito un regolamento attuativo che ha disciplinato le attività di verifica e vigilanza che dovranno garantire il rispetto dei divieti di coltivazione e di produzione di specie che contengono Ogm.
“Un regolamento - spiega Barbini - che fa sua un’interpretazione estensiva e particolarmente rigorosa degli obiettivi della legge 53, guardando anche all’accresciuta sensibilità dei cittadini sui temi della sicurezza alimentare. E’ un rigore che, sono convinto, va incontro agli interessi sia dei produttori che dei consumatori”.
Il regolamento prevede la predisposizione da parte dell'Arsia di un programma annuale di controlli, coordinato con i controlli di competenza dell'Arpat e delle Asl.
Sono previsti sopralluoghi nelle aziende, prelievi di campioni, analisi documentali. I controlli sono esercitati anche sui luoghi di produzione e distribuzione delle sementi: qualora contengano Ogm, infatti, anche se la loro commercializzazione non può essere vietata, non possono comunque essere impiegate nelle produzioni toscane.
Il regolamento elenca anche le specie che nel programma annuale – da trasmettere alla giunta regionale entro il 28 febbraio di ogni anno - vanno considerate con particolare attenzione: sono il mais, la soia, la colza, la barbabietola da zucchero, il pomodoro, il tabacco, la patata, il crisantemo, la vite.
I risultati del primo programma
Sono adesso disponibili i risultati dell'attività di analisi effettuata nell'anno in corso (per i dettagli vedi scheda Arsia).
Per quanto riguarda i controlli direttamente affidati all'Arsia, hanno riguardato il mais e la soia, ovvero due colture particolamente interessate alla diffusione degli Ogm. Per quanto riguarda il mais sono state interessate 70 aziende - con superficie non inferiore ai 70 ettari - per un totale di 8500 ettari. Per la soia - coltivazione poco diffusa in Toscana - 4 aziende per un totale di circa 50 ettari. Ricordiamo che la normativa prevede che i controlli riguardino almeno il 3 per cento della superficie interessata alla coltura, percentuale che, soprattutto per la soia, è stata abbondamente superata (sarebbero bastati controlli su 12 ettari).
Tutte le analisi effettuate sono risultate negative.
L'Arpat, da parte sua, ha effettuato i controlli sul materiale vegetale, comprese le sementi, in ingresso nel porto di Livorno, punto di entrata comunitario ufficialmente riconosciuto, nonché sulle sementi presso grossisti, importatori e ditte confezionatrici. I prelievi hanno riguardato il 20 per cento delle partite di soia e di mais importate (per la quasi totalità dagli Usa) e 20 prelievi presso i grossisti e le ditte confezionatrici di sementi.
Hanno in questo caso tutti i campioni hanno dato esito negativo.
Infine, le Asl sono chiamate a controllare i prodotti trasformati a base di mais e soia.
Le analisi, a causa dei processi di lavorazione, esigono procedure più lunghe e complesse di quelle riguardanti i materiali grezzi. Sono pertanto ancora in fase di completamento.