Dopo una lunga serie di corti, video, documentari e spot arriva per Francesco Falaschi, apprezzato autore grossetano, anche il primo lungometraggio. Nelle sale di tutta Italia da domani 15 novembre ecco che arriva “Emma sono io” una commedia, prodotta da Film Trust in collaborazione con Rai Cinema e distribuita da Istituto Luce, che vanta un cast di tutto rispetto con alcuni tra i più promettenti giovani attori italiani: da Cecilia Dazzi a Pierfrancesco Favino, da Marco Giallini a Elda Alvigini.
A dimostrazione di questa affermazione giunge proprio in questi giorni il premio ANEC, che sarà consegnato il prossimo 30 novembre, per i migliori attori emergenti attribuito proprio a Cecilia Dazzi e Pierfrancesco Favino. Per Falaschi la conferma delle capacità artistiche riconosciute nel corso di questi anni con numerosi premi vinti nei concorsi più importanti riservati ai cortometraggi: primo fra tutti il David di Donatello 1999 per il corto “Quasi fratelli”. “Emma sono io” è una commedia in cui si equilibrano le parti di introspezione con quelle divertenti e dove il tono leggero non impedisce di trattare argomenti importanti.
Emma, una straordinaria Cecilia Dazzi, è un grigio assessore di un comune della Maremma, che conduce una vita anche troppo nel segno della misura: non ama i colori forti, non si accorge neppure che il marito Roberto (Marco Giallini) la tradisce e con gli amici è esperta in mediazioni. Ma Emma in realtà è solo malata di ipomania, un disturbo dell'umore che rende superattivi e il suo attuale stato catatonico è dovuto all'utilizzo di farmaci che correggono questa patologia. Quando la donna smette di prendere i medicinali ritroverà non solo la sua esuberanza, ma anche un altruismo e una generosità che porterà i suoi effetti sulle persone che la circondano.
Così Carlo (Pierfrancesco Favino) e Marta (Elda Alvigini), storici amici della donna, vinceranno tutte le loro resistenze nel riconoscere che si amano da sempre – e tutto questo a spese del previsto matrimonio della stessa Marta con il noioso e pignolo Daniele (Nicola Siri) –, ma anche il marito riscoprirà il fascino di Emma dopo che la stessa ha fatto aprire gli occhi alla giovane amante (Claudia Coli) sul marito. Ma allora si può vivere con la propria mania? Pare proprio di sì, se «le camicie di forza chimiche», ovvero le medicine, rischiano di togliere alla vita ogni colore e fantasia. Falaschi affida ad una frase di Luciano Bianciardi lo spirito del film: ognuno di noi ha un lato nascosto e spesso è il migliore.
“Il lato nascosto – spiega il regista - è proprio quello di Emma che una volta interrotta la cura, si affeziona alla chimica bizzarra che funziona nel suo cervello, a questo lato della sua personalità che in fondo è anche il più vero. Ed ecco allora che la protagonista diventa la “portatrice sana” di un eccesso di generosità in un’epoca riconosciuta per chiusura e cinismo.” “L’impressione superficiale – continua l’autore - è che gli altri debbano prendersi cura di lei, ma in realtà è lei che conduce tutti verso una maggiore conoscenza di se stessi.
Per tutti alla fine sarà cambiato qualcosa,” Sicuramente un tema interessante quello trattato da Falaschi che attraverso la descrizione dei confini tra normalità e patologia, racconta le due parti in conflitto di tutti noi: il coraggio e la passività, la sincerità e l’ipocrisia, la ragione e i sentimenti. E le ispirazioni? “Per questo film –conclude il regista– mi sono ispirato a un classico come quello di Oliver Sacks “L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello” e anche a una vicina di casa in campagna che aveva questo problema.
Poi ho letto molto sull'argomento come il libro di Kay Redfield Jamison «Una mente inquieta», ma ciò che mi ha interessato di più alla fine di questa patologia è stata la generosità senza cinismo che può esprimere”. La regia, che non vuole essere a tutti i costi protagonista, scaturisce da un lavoro accurato con gli attori mentre la macchina da presa è spesso in movimento ma sempre in funzione del racconto e della recitazione. E infine l’ambientazione. Perché la Maremma del film non sta solo nel DNA di Francesco Falaschi, ma anche nelle location.
Il film è girato infatti a Castel Porrona, un piccolo borgo medievale incastonato tra la Maremma grossetana e quella senese. Fortemente voluta dal regista, nonostante le difficoltà logistiche, l’ambientazione mostra una parte della Toscana meno vista, più aspra e insolita. Notevole è stato a questo proposito il supporto della Provincia di Grosseto e dei Comuni di Arcidosso, Cinigiano e Santa Fiora oltre che quello di molte forze locali, dall’organizzazione alle forniture, dal cast tecnico-artistico alle comparse.
Per concludere, nelle sale di Toscana, Lazio e Campania, il film non sarà “solo”, ma affiancato dall’ultimo cortometraggio di Francesco Falaschi, “Cassa veloce” realizzato dal soggetto vincitore del concorso Corto Coop bandito da Coop Toscana Lazio, che ha visto la partecipazione di oltre 700 soggetti la cui particolarità era quella riguardante l’ambientazione in un supermercato. Commedia chiama commedia e l’abbinamento “Emma sono io” - “Cassa veloce” sembra proprio un’accoppiata vincente che tra l’altro dà diritto alla riduzione del prezzo del biglietto per i soci Coop.
Il corto presenta lo stesso cast tecnico (fotografia di Patrizio Patrizi e montaggio di Paola Freddi) oltre al medesimo regista e attrice di “Emma sono io”. “Cassa veloce” è interpretato da Cecilia Dazzi, che dai panni di Emma passa a quelli di una cassiera di supermercato dalle unghie smaltate di blu, da Valerio Binasco, meccanico in preda ad ossessione d’amore e da Paolo Sassanelli, mendicante truce ma dal cuore tenero.