FIRENZE- Un esplicito riferimento alle Regioni nel nuovo Trattato dell’Unione e la partecipazione di quelle con poteri legislativi ai Consigli dei ministri, il diritto di essere consultate dalla Commissione sulle proposte riguardanti materie di loro competenza e la possibilità di intraprendere azioni dirette nei confronti della Corte di giustizia su tutte le controversie con l’Unione: sono queste le richieste più significative che la Conferenza di Firenze delle 74 regioni con poteri legislativi, che governano più della metà (56%) della popolazione europea, avanzerà alla Convenzione sul futuro dell’Unione.
In sostanza le Regioni con poteri legislativi, che hanno già il compito di trasferire nelle legislazioni nazionali le direttive europee e di applicare le politiche strutturali e di coesione, reclamano un’analoga partecipazione al processo decisionale europeo, per quanto riguarda la loro sfera di competenze.
Tutte le regioni della Germania, del Belgio, dell’Austria, della Spagna e dell’Italia (oltre alle regioni britanniche della Scozia e del Galles, a quelle portoghesi delle Azzorre e di Madera e a quella finlandese di Aaland) si sono date a Firenze, al Museo degli argenti di Palazzo Pitti, il terzo appuntamento annuale.
A Barcellona nel 2000 si erano incontrate per la prima volta per verificare gli interessi comuni a livello europeo, a Liegi l’anno dopo avevano reclamato (e quindi ottenuto a Laeken) la partecipazione alla Convenzione. “Quest’anno, a Convenzione aperta - ha dichiarato il coordinatore di turno, il presidente della Toscana Claudio Martini - l’obiettivo è quello di incidere sui lavori della costituente europea, facendo accogliere le nostre richieste più importanti. Se ci riusciremo, l’anno prossimo a Salisburgo contiamo di porre con forza la questione della nostra partecipazione alla Conferenza intergovernativa che dovrà ratificare i nuovi Trattati.”
“Non si tratta – ha detto Martini - di strappare poteri, ma di offrire all’Unione quel valore aggiunto che potrà consentire di migliorare la qualità del processo decisionale europeo, avvicinandosi ai cittadini e riducendo così l’attuale deficit democratico.”
Di qui le 6 proposte che le Regioni con poteri legislativi, riunite a Firenze, presenteranno alla Convenzione: 1) inserire i principi di sussidiarietà e proporzionalità nel futuro testo costituzionale come una condizione vincolante; 2) riconoscere la dimensione regionale e menzionare esplicitamente nei Trattati tutti i soggetti politicamente eletti che potranno contribuire al rafforzamento della legittimazione democratica dell’Unione (Stati nazionali, regioni con poteri legislativi, regioni amministrative e autorità locali); 3) applicare in forma generalizzata l’articolo 203 del Trattato per consentire alle Regioni con poteri legislativi di partecipare ai Consigli dei ministri; 4) essere consultate dalla Commissione europea sulle proposte relative a materie di loro competenza; 5) partecipare pienamente alla formazione delle decisioni riguardanti il controllo del rispetto del principio di sussidiarietà nelle materie di competenza regionale; 6) potere intraprendere azioni dirette nei confronti della Corte di giustizia quando intervengano controversie con l’Unione.
“Decine di migliaia di giovani di tutta Europa e di altri Paesi del mondo 4 giorni or sono hanno concluso in festa il Social Forum proprio qui a Firenze chiedendoci di essere ascoltati.
E’ nostro dovere fondamentale non deluderli.”. E’ con queste parole che il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini ha concluso il suo intervento alla III Conferenza dei Presidenti delle Regioni con poteri legislativi in corso al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti. “Il nostro compito – ha aggiunto Martini - è quello di contribuire a riempire la Costituzione della nuova Europa, che la Convenzione presieduta da Giscard d’Estaing sta mettendo a punto, dando voce alla gente, a quella gente, a quei cittadini, a quei giovani che vogliono davvero una Europa nuova, una Europa che, dopo il mercato e la moneta, unisca i popoli nel segno della pace e della solidarietà”.
Martini ha sottolineato “la particolarissima circostanza” nella quale si svolge la Conferenza: “L’Unione europea riflette e dibatte proprio oggi sul suo futuro strategico e sull’assetto migliore da darsi per poter affermare appieno i valori centrali di civiltà, di democrazia e di pace che stanno alla base della storia e dell’animo dei popoli europei. In questo processo di ridefinizione dell’Unione vengono considerati anche elementi nuovi rispetto al passato, basti pensare al tema della pace e della sicurezza, così drammaticamente imposto dopo i fatti dell’11 settembre, o a quello di un allargamento dell’Unione a tanti nuovi Paesi e nuovi popoli”.
A questo obiettivo le Regioni con poteri legislativi, che rappresentano tanta parte dei cittadini europei, devono contribuire dando “il contributo di democrazia e di prossimità che i nostri cittadini ci hanno affidato”, partecipando “di più e meglio alla definizione delle politiche europee per poi assicurarne una esecuzione equa ed efficace”, offrendo all’Unione “il patrimonio di rapporti e conoscenze che ci legano con tanti altri popoli del mondo per favorire la crescita della fiducia e del reciproco riconoscimento tra i popoli che sono le basi imprescindibili della pace”.
“Così – ha aggiunto Martini - io leggo la proposta di Risoluzione proposta dal Comitato di Coordinamento, che mira a mettere in atto gli strumenti e le condizioni pratiche adeguate per realizzare la nostra volontà di contribuire al rinnovamento dell’Unione, senza scavalcare il ruolo europeo degli Stati nazionali né puntando a condizionare a favore delle Regioni la nuova configurazione istituzionale europea”.