FIRENZE- Il governo regionale ha fatto della prevenzione antisismica una delle priorità di questa legislatura, manifestando questa decisione con numerose scelte concrete, a partire dalla creazione di un vero e proprio servizio di tecnici specializzati, dal quadruplicamento del personale a disposizione e dall'individuazione di nuove risorse, pur in una realtà complessiva di difficoltà di bilancio. E' quanto intende sottolineare l'assessore all'ambiente e alla protezione civile Tommaso Franci, ricordando che su questo terreno la Toscana conferma e rafforza un impegno iniziato ormai da anni e che l'ha vista prima regione in Italia ad investire nella prevenzione.
Sono infatti già notevoli - quasi 7 milioni di euro -i finanziamenti messi a disposizione per la prevenzione antisismica in questa legislatura. La dotazione organica del bilancio è stata raddoppiata, arrivando ormai ai 650 mila euro all'anno, di cui 500 mila stanziati per contributi ai privati per interventi di miglioramento sismico. Altri 3.3 milioni di euro sono stati individuati nell'ambito del Docup per interventi e indagini che riguardano in particolare le aree e gli edifici industriali.
Ad essi si aggiungono i 2.5 milioni del Piano regionale di tutela ambientale che consentiranno di finanziare indagini sugli effetti degli eventi sismici nelle zone a maggior rischio, indagini sugli edifici pubblici "strategici" (ospedali, scuole, municipi) in cemento armato a partire dalla Lunigiana e dalla Garfagnana, nonché per il potenziamenento delle reti di rilevamento, per l'informazione ai cittadini, per la formazione dei tecnici.
Riguardo a quest'ultimo punto sono da ricordare anche progetti specifici particolarmente innovativi, come quello, deliberato lunedì scorso, che permetterà di istituire all’Istituto tecnico per Geometri di Castelnuovo Garfagnana una sezione specializzata nella prevenzione antisismica, ma anche la collaborazione con le Università con l'attivazione di numerose borse di studio.
E' un'attività di prevenzione che la Regione Toscana ha avviato fin dagli anni Ottanta.
Risalgono infatti al 1986 i finanziamenti per interventi sugli edifici pubblici "strategici" della Lunigiana e della Garfagnana: in quell'occasione per la prima volta in Italia furono destinati soldi alla prevenzione antisismica.
Grazie a quegli interventi sono stati programmati interventi - in gran parte già realizzati o in corso di ultimazione - su 180 edifici "strategici" (110 le scuole). Si tratta di interventi grazie ai quali si ritiene che terremoti, anche di magnitudo superiore a quello del Molise, non provocheranno danni strutturali né tanto meno crolli degli edifici.
Per altri 50 edifici dal 2000 sono in corso verifiche sulla qualità del cemento armato secondo una metodologia messa a punto dalla Regione Toscana. Risalgono invece al 1995 i primi incentivi pubblici per interventi su edifici privati, anche questi senza precedenti in Italia, che non sono solo di ripristino dei danni dopo un terremoto ma anche di miglioramento, in modo da evitare danni analoghi in caso di nuovo evento sismico. Per fare un esempio: un tetto in cemento armato su murature deboli deve esssere demolito e ricostruito con materiali più leggeri.
Da segnalare che attualmente sui 287 comuni toscani, 182 sono classificati a rischio sismico, in seconda categoria. Questo a partire dal 1982, quando è stato portato a termine il primo lavoro scientifico di classificazione. In precedenza - e sin dal 1927 - i comuni toscani riconosciuti come sismici - in base solo alla memoria storica - erano solo 53: sostanzialmente i comuni della Lunigiana, della Garfagnana, dell'Alto Mugello, qualche comune della Valtiberina, a cui, dal 1982, si sono aggiunti i comuni del Casentino, del Mugello, dell'Amiata e di molte altre zone.
Con la nuova proposta nazionale di classificazione, attualmente discussa a livello tecnico dalla Protezione Civile, i comuni sismici diventano 270, la stragrande maggioranza, ma ben 120 di quelli attualmente in seconda categoria sono declassificati in terza, cioè in una categoria di rischio lieve per cui sono previste misure di gran lunga più blande.
Né si tiene più conto della memoria storica: la "retrocessione" in terza categoria riguarda anche comuni come Piancastagnaio, vittima di due significativi eventi sismici in cinque anni. Come non ricordare anche il terremoto che distrusse nel 1846 gran parte dei centri intorno a Orciano Pisano (PI) e che sarebbe declassato in terza categoria. "A questo proposito - ricorda Franci - ci sembra che non ci siano i motivi per abbassare la guardia, rispetto alle misure previste per la seconda categoria.
E in generale, la Toscana ha un'esperienza sufficiente per proporre se questo Governo non decide quale ministero è competente una valutazione autonoma sia del rischio sismico che delle politiche di prevenzione sul suo territorio, indipendentemente dalle vicissitudini politiche, amministrative, scientifiche e tecniche della classificazione a livello nazionale".
Esaurita la fase di primo intervento, gestita e curate dai volontari di Protezione civile di Marche, Puglia e Campania, la centrale operativa dell’Anpas nazionale (che si trova a Calambrone sul litorale pisano) sta organizzando le forze.
L’obiettivo è non vincolare l’intervento all’entusiasmo iniziale, ma garantire alle popolazioni colpite dal sisma un’assistenza costante ed efficace.
In questo contesto, i volontari della Toscana cominciano ad affluire in maniera ‘mirata’ e con attrezzature specifiche. Dalla nostra regione, direzione campo Anpas di Colletorto, partirà domattina un container-cucina in grado di sfornare 1000 pasti l’ora. Completa il quadro una tensostruttura-mensa con tavoli e sedie per 250 posti a tavola.
Dieci ‘tute arancio’ dell’Anpas Toscana garantiranno il funzionamento della cucina, e andranno a unirsi ai volontari già partiti con un camion frigo per consegnare il latte messo a disposizione dalla Mukki, e per portare le reti e i letti offerti dalla pratese Magniflex.
«L’emergenza sarà lunga – ha detto il responsabile di protezione civile di Anpas Toscana, Sandro Moni – il nostro obiettivo è mantenere alto lo standard qualitativo dell’intervento e dell’assistenza alle popolazioni terremotate.
Per questo stiamo organizzando dei turni di avvicendamento: prepararci a un lungo inverno, e dispiegare nel tempo tutto il potenziale di cui dispongono le pubbliche assistenze».
Intanto prosegue la raccolta fondi a favore dei terremotati. Per contribuire, i cittadini possono effettuare un versamento su conto corrente bancario secondo le seguenti modalità:
Anpas ‘conto solidarietà’ a favore dei terremotati
c.c. 1000/00
Cassa di Risparmio di Firenze Ag. 32
ABI 06160 CAB 02838