FIRENZE- Riscoprire la cultura del fiume e riannodare i rapporti con un una realtà finora trascurata, se non abbandonata, valorizzandone tutte le ricchezze culturali ed ambientali. Sono questi alcuni degli obiettivi che potrà aiutare a realizzare l'Associazione per l'Arno che, frutto della proposta del sindaco di Empoli Vittorio Bugli avanzata la scorsa estate nell'ambito del meeting di San Rossore, è entrata oggi nella fase operativa, con l'assemblea costitutiva che si è tenuta all'Auditorium del consiglio regionale.
E' stato l'assessore all'ambiente Tommaso Franci a portare l'adesione della Regione Toscana ad un'iniziativa che, così ha spiegato, "si proporrà come un luogo di incontro a cui potranno partecipare soggetti sia pubblici che privati, per confrontarsi su iniziative concrete, sulle quali costituire di volta in volta rapporti di partenariato". L'assessore ha indicato anche una prima proposta concreta su cui l'Associazione potrebbe sperimentare la sua capacità di elaborazione e proposta, quella di una Ciclopista dell'Arno che ricomprenda e completi tutti i progetti di ciclabili presentati e realizzati dalla singole amministrazioni comunali in questi anni.
"Un progetto che avrebbe anche risvolti straordinari dal punto di vista economico, visto che la Toscana registra una domanda di fruizione cicloturistica ancora inevasa. Senza dimentare che rendere ciclabili le sponde dell'Arno costituisce di per se stesso una forma di custodia, di sorveglianza, di presenza a beneficio del fiume".
A questo proposito Franci ha lanciato l'idea di una sorta di manifestazione-ricognizione delle sponde dell'Arno in bicicletta, da realizzare assieme alle amministrazioni locali e alle associazioni ambientaliste e cicloturistiche, per sensibilizzare e raccogliere indicazioni concrete su questo progetto.
«Quello che è accaduto il 4 novembre del 1966 deve essere sia di insegnamento: nessun tipo di sviluppo urbano dovrà mai più essere programmato in aree compromesse, a rischio inondazione».
E' quanto ha detto il capogruppo dei Verdi Alessio Papini secondo il quale «l'alluvione che allora stravolse Firenze deve essere ben presente nella mente e nel cuore di chi tutti, governanti e governati. Ma soprattutto deve valere per sempre come monito per futuri interventi urbanistici. Non possono esserci deroghe quando è in pericolo la vita delle persone e la salvaguardia di un territorio così pregiato come quello fiorentino».