Quest'anno il Festival AUTRICI a CONFRONTO affronta un tema vasto, quello del rapporto fra l'immagine della donna nella scrittura teatrale contemporanea e le radici di un teatro mediterraneo. Per farlo ha articolato il programma in due parti. La prima ha proposto un percorso nella drammaturgia contemporanea greca in collaborazione con il festival Intercity-Athina; la seconda propone immagini e personaggi femminili della drammaturgia italiana contemporanea a confronto con un teatro di area mediterranea.
Questo sarà soltanto un primo appuntamento sul tema che permetterà di iniziare il confronto con alcune delle drammaturgie dell'area.
Il corpo della donna non è soltanto il nostro corpo ma anche quella serie di concetti, di idee, elaborazioni, operazioni artistiche e intellettuali che si sono fatte sul corpo e l’immagine che ne viene data. Nell’attuale contesto sociale il corpo della donna e la sua immagine sono oggetto di esaltazione, manipolazione, uso a scopo pubblicitario, mercificazione e violenza.
Ma quale immagine le donne riescono a dare di sé in teatro?
Il teatro è il luogo della finzione e dell’identificazione e non dell’identità, dà vita ad un gioco scoperto dove il corpo può essere più reale, più “nudo” di quello proposto dalla televisione o dal cinema; quindi il teatro è un luogo di maggior libertà. Nel gioco del teatro c’è più libertà che nella realtà, per l’immagine della donna.
L’immagine della donna è anche nella nostra società occidentale ancora ben saldamente in mano al potere maschile.
Può sembrare un’affermazione radicale, ma in fondo non c’è molta differenza fra il nascondere il corpo della donna dietro un burka o un chador e il proporre un’immagine della donna che corrisponde a parametri impossibili da raggiungere (come quelli delle modelle adolescenti o anoressiche); il che porta a conseguenze gravi fra la popolazione femminile occidentale, per cui, ad esempio, il 90% delle donne soffre di disturbi alimentari.
Ma nel gioco del teatro le donne riescono a dare di sé un’immagine che non assomiglia a quella stereotipata? Nella creazione collettiva che si fa nel teatro fra autrice, attrice, regista, qual’è alla fine l’immagine della donna che viene trasmessa al pubblico?
Questi sono gli interrogativi oggetto della XI edizione di Autrici a Confronto, che tra il 13 novembre e il 1 dicembre presenterà alcuni fra i migliori testi di autrici italiane contemporanee.
In collaborazione con la stagione del Teatro di Rifredi presenteremo un nuovo testo di Valeria Moretti e Lucia Poli, Le sorelle Bronte (13-16 novembre), commedia con musiche in quattro stagioni liberamente ispirata alla vita di Charlotte, Emily e Anne Bronte.
La commedia è una riflessione condita di ironia su alcuni temi dettati dalla loro singolare esistenza. In piena epoca vittoriana e in un ambiente quanto mai chiuso e bigotto, le tre ragazze timide, represse, minate dalla tisi, ma abitate da un genio forastico, riescono a far emergere il loro talento visionario. In scena tre giovani scapigliate e divertenti, cantano, ballano, recitano, s’impongono come moderne dark ladies, circondate da una famigliola bizzarra e sinistra.
Nell’ambito del festival si terranno anche le inaugurazioni delle stagioni dei due teatri che da quest’anno il Teatro delle Donne ha in gestione: il Teatro Manzoni di Calenzano (nell’area metropolitana fiorentina) e La Goldonetta di Livorno.
Si tratta di due piccoli teatri, 148 e 200 posti, in cui ben si colloca il lavoro sulla drammaturgia contemporanea che da dodici anni svolge il Centro Nazionale di Drammaturgia delle Donne.
Per l’inaugurazione del teatro comunale di Calenzano (22-23 novembre) un evento di eccezione. Licia Maglietta infatti riallestirà per l’occasione lo spettacolo recentemente presentato alle Orestiadi di Gibellina, di cui ha curato adattamento, scene e regia. Lamìa è tratto dal racconto Io sono la selvatichezza dal volume Le incurabili di Luisa Stella.
La storia racconta di una donna, Caterina (Licia Maglietta), che ad un tavolo di una taverna, confida, in una forma tra il monologo e il dialogo, la sua vita ad un’altra donna (Lucia Ragni). Si tratta di un prostituta, a cui la stessa Caterina darà il soprannome di Lamìa. A lei descriverà frammenti della sua vicenda umana, descrivendole i rapporti con il marito, con i suoi amanti, con i genitori... Tutto accadrà ad un tavolo, in questa taverna ricostruita sulla scena e in cui l’oste (Tony Luise) cucinerà per davvero e la cameriera (Katia Esposito) servirà la cena alle donne.
Nella seconda metà di novembre il festival si avvale di un’ importante collaborazione, s'incrocia infatti con l'edizione 2002 della FESTA DELLA TOSCANA, dedicata alla creatività, ai diritti e alla libertà delle donne e presenta più di un’iniziativa in vari comuni di area metropolitana e al Teatro La Goldonetta di Livorno. Per quest'occasione ospiteremo lo spettacolo multietnico, messo in scena dal Teatro della Corte di Genova, dal testo di Fatima Mernissi, La terrazza proibita, rielaborato drammaturgicamente da Consuelo Barilari che vede in scena 17 fra attori, musicisti e danzatori.
La terrazza proibita è un esperimento di “contaminazione teatrale”, a metà strada tra il teatro e una “scatenata” festa rituale in cui anche lo spettatore è coinvolto, con l’energia di un gioco drammatico ispirato ai linguaggi e ai personaggi nord-africani dell’omonimo romanzo. Lo spettacolo è formato da otto scene o “stazioni” in sequenza di 10-15 minuti ciascuna; in ognuna vengono approntate tecniche e linguaggi teatrali diversi: il racconto, la musica rituale africana, la danza moderna-orientale, il teatro d’ombre, il teatro d’attore.
Lo spettacolo inaugurerà la stagione del Teatro delle Donne al Teatro La Goldonetta il 16 novembre e sarà poi a Firenze al Teatro di Rifredi la sera del 17 e la mattina del 18 in rappresentazione scolastica. Altro testo presentato per l'occasione è il progetto di produzione del Teatro delle Donne in collaborazione con il Teatro della Limonaia a cura di Barbara Nativi, Trincea di Signore di Silvia Calamai, che in questo nuovo studio verrà interpretato da Marisa Fabbri e Franca Nuti (il 24 novembre in serale e il 25 mattina in rappresentazione scolastica, al Teatro della Limonaia).
Ortensia e Gervasia sono due anziane donne fiorentine, il mondo in cui le due donne abitano è deserto e privo di ogni certezza; pare che la Cupola stessa e il Campanile si dissolvano e scompaiano in lontananza. Il mondo è Altro, e nessuno sa che cosa, e fa paura, e i ricordi del passato e le chiacchiere del presente non riescono ad addomesticarlo. Ci entra in casa e ci parla, con lunghi e strani silenzi.
Allo spazio della Limonaia di Campi Bisenzio il 28 novembre verrà presentato il testo di Daniela Morelli, Guerra e Pace, pagliacci in volo, con Marisa Miritello e Lucia Vasini, un testo ironico dedicato al tema appunto della guerra e della pace, una delle tematiche che quest’anno percorrerà anche la consueta VETRINA DEI NUOVI TESTI (Teatro della Limonaia 25 novembre).
Il 29 novembre alle ore 21 presso la cucina monumentale dell’ Antico Spedale del Bigallo si terrà una lettura con cena a tema: Alice Toklas e Gertrude Stein, due guerre, la Francia e l'America, artisti e personaggi famosi, la cultura e la cucina di un'epoca.
La lettura è tratta dal libro di cucina di Alice Toklas, che è in realtà un romanzo sulla vita e la cultura europea fra le due guerre, viste con gli occhi di una scrittrice americana, con molte gustose ricette che lo accompagnano. Il 30 novembre e il 1 dicembre al Teatro Manzoni di Calenzano, sempre nell’ambito della Festa della Toscana, verrà presentato, in collaborazione con l’Associazione Creatio, un nuovo testo di Giovanna Querci Favini, Soluzione finale, sul tema del rapporto madre-figlia.
La regia è di Alessio Pizzech l’interprete è un’attrice toscana, Anna Montinari.
Anche quest’anno verrà presentata l'edizione aggiornata del Catalogo dei Testi e dell'Annuario delle Autrici dell'archivio del Centro Nazionale di Drammaturgia delle Donne.