"L’Atletico Ghiacciaia è la Toscana -spiega Alessandro Benvenuti- Il parlare sporco. L’anarchismo disorganizzato di un anziano che somiglia sempre più a una pentola a pressione con problemi alla valvola. Il desiderio di un antico ordine che sembra portatore di un desiderio inconscio di disordine. L’Atletico Ghiacciaia è una notte d’estate. Il tempestio dei sentimenti e in sottofondo la musica sinfonica dei grilli. È il candore immacolato della luna che coi ricordi porta instabilità emotiva, rabbia e recriminazioni.
L’Atletico Ghiacciaia è anche il rapporto fra un drammaturgo che mette in scena le sue passioni e coloro che in lui ispirano queste passioni; primo fra tutti il padre e le figure minori che il mondo paterno porta con sé… L’Atletico Ghiacciaia è un canto d’amore paesano. Ed è anche il racconto di com’era il calcio prima che l’avvento massiccio della televisione lo deformasse in quella industria da forzati del pallone che è adesso. L’Atletico Ghiacciaia è la mia dichiarazione d’amore a una terra che mangia tutti i giorni pane sciapo e sarcasmo e nella quale, accanto ai cipressi, crescono da sempre come piante spontanee gli sfoghi dei grulli".