Dal 6 al 10 novembre si svolgerà a Firenze l'European Social Forum, un
momento d'incontro e di discussione, che coinvolgerà migliaia di persone.
Eppure continua a far discutere la
decisione di organizzarlo a Firenze. Questa
volta a prendere la parola e' il presidente Ciampi.
'Penso che non ci sia italiano - ha detto il Capo dello Stato - che non abbia a cuore il patrimonio culturale di Firenze'. E il ministro dell'Interno Pisanu lancia un appello al movimento antiglobal perche' sia compatto nel contestare qualsiasi forma di violenza.
'La consistenza dei reparti delle forze dell'ordine a Firenze sara' adeguata', ha assicurato.
Presa di posizione anche del sindaco del capoluogo toscano, Dominici. 'La domanda del ministro dell'Interno se le amministrazioni locali se la sentono di confermare
l'appuntamento di Firenze non ha senso, ne ha fondamento', ha detto. Secondo Domenici l'appello del ministro alle amministrazione locali non ha alcun senso, perche', ha spiegato, come e' noto 'non spetta agli enti locali decidere
tecnicamente sull'ordine pubblico'.
Un documento è stato presentato dai capigruppo della maggioranza in consiglio comunale:
"Firenze si appresta ad ospitare la sessione europea del Forum Sociale, un'occasione di dibattito promossa da numerose associazioni e movimenti di diversa ispirazione politica, culturale e religiosa, vertente sul tema della cosiddetta globalizzazione.
Più propriamente i numerosi forum e workshop previsti saranno sede di discussioni e analisi che si prefiggono di affrontare e proporre punti di vista condivisi su come rendere il processo di globalizzazione in atto più democratico, più rispettoso delle identità locali, dei diritti dei cittadini e dei lavoratori, delle risorse ambientali del pianeta. Un altro mondo è possibile è lo slogan che anima questa occasione, come le precedenti che l'hanno originata svoltesi a Porto Alegre: un mondo in cui, auspicabilmente, siano rimosse o quanto meno ridotte le atroci disuguaglianze tra quei due terzi di abitanti della Terra che vive in povertà o in condizioni di assoluta indigenza, ed il rimanente terzo che invece detiene o controlla i due terzi delle risorse economiche ed energetiche dell'intero pianeta.
Questo evento, per le motivazioni che lo animano e per la pluralità dei soggetti che vi parteciperanno a vario titolo, merita di essere seguito. Non tutte le opinioni e le proposte che vengono oggi avanzate nel merito del dibattito trovano posizioni univoche. Nondimeno, il Forum Sociale Europeo si pone come momento rilevante di confronto tra opinioni e soluzioni diverse su un tema di importanza cruciale per le sorti del pianeta.
La tradizionale ospitalità e vivacità culturale della città è messa alla prova in questa occasione: Firenze e i fiorentini risponderanno positivamente.
Il lavoro di organizzazione che ha preceduto il Forum Sociale Europeo ha visto la collaborazione delle tante associazioni organizzatrici, delle Istituzioni locali, dei rappresentanti dello Stato a partire dal Prefetto e dal Questore. Questa collaborazione è il frutto della reciproca fiducia che ha animato tutti questi soggetti, ed è la migliore garanzia affinché tutto si svolga in modo ordinato e pacifico, con reciproca soddisfazione per coloro che parteciperanno attivamente al Forum e per la città.
Come confermato dallo stesso Ministro dell'Interno nel recente dibattito alla Camera, questo evento non ha nulla a che vedere con il vertice dei G8 svoltosi a Genova nel luglio 2001. Non sembrano esservi, ad oggi, motivi per ritenere fondate le paure relative a violenze e danneggiamenti, da qualunque parte possano provenire. Nondimeno, è chiaro che quando si radunano migliaia di persone in un arco di tempo limitato e su un'area ridotta, non si possono escludere del tutto i rischi connessi con la presenza di provocatori o di limitate frange non animate da spirito pacifico.
Per questo, nell'interesse dello stesso Forum e della città, è comunque auspicabile la massima vigilanza da parte delle forze dell'ordine e delle stesse organizzazioni che lo hanno promosso, onde individuare ed emarginare eventuali soggetti che nulla hanno a che vedere con questo evento.
Sono considerazioni che si rendono necessarie solo perché una campagna politica e di stampa, in parte faziosa e strumentale, in parte poco attenta o del tutto ignara dei reali connotati dell'evento, sta alimentando un clima di tensione in larghissima parte destituito di fondamento, facendo leva sulle paure di alcuni ambienti cittadini, sull'onda di un populismo demagogico che getta discredito su chi lo agita.
Ignorando le elementari regole istituzionali e democratiche, sono state perfino chieste "le dimissioni preventive" del Presidente della Regione Toscana e del Sindaco di Firenze nel caso si dovessero verificare incidenti, come se da loro dipendesse l'ordine pubblico e disconoscendo il grande sforzo di organizzazione e di collaborazione profuso con la Prefettura; e c'é chi si ostina a pensare che la sede e lo stesso Forum possa essere deciso a maggioranza, con un voto parlamentare o con un referendum, ignorando che la Costituzione tutela il diritto di manifestare e di esprimere liberamente le proprie opinioni pubblicamente e che quindi questa libertà non può essere limitata da qualsivoglia voto.
Nell'esprimere solidarietà al Sindaco di Firenze e al Presidente della Regione Toscana per tutti i motivi suddetti:
auspichiamo che il Forum Sociale Europeo mantenga nel suo svolgimento i presupposti di libero, plurale e fecondo dibattito su "quale globalizzazione" e veda perciò una larga partecipazione anche di fiorentini e toscani, nel solco della tradizione di apertura della nostra città;
facciamo appello ai cittadini di Firenze, alle associazioni, ai soggetti economici, alle forze politiche, affinché diano un contributo positivo allo svolgimento di questo evento, partecipando alle sessioni del Forum o comunque favorendo l'instaurarsi di un clima sereno e collaborativo con gli organizzatori, con gli ospiti italiani e stranieri, con le forze dell'ordine chiamate a vigilare sulla sicurezza di tutti;
invitiamo l'opinione pubblica e i commentatori a valutare con maggiore attenzione il senso effettivo del Forum Sociale Europeo, i cui risvolti per l'ordine pubblico e per la sicurezza della città, dei suoi manufatti e monumenti, appaiono ad oggi contenuti entro i normali limiti di un evento particolarmente partecipato;
respingiamo le strumentalizzazioni politiche e le campagne palesemente faziose che mirano a creare un artificioso clima di tensione e di allarme in città, e che sul piano politico riteniamo di denunciare nettamente come un tentativo maldestro, ma pericoloso per la tenuta democratica della città e del Paese, di limitare libertà costituzionalmente tutelate".
Alle ore 2,30 della notte di domenica 27 ottobre, davanti alla sede di Rifondazione Comunista di San Miniato veniva fatto esplodere un ordigno rudimentale, probabilmente una bomba carta.
Sono andati in frantumi i vetri delle abitazioni che fronteggiano la nostra sede, fino ai piani superiori Contemporaneamente una zona della città veniva imbrattata con croci celtiche e scritte di chiaro stampo fascista. Si tratta di un episodio estremamente grave che mai si era verificato nella tranquilla comunità sanminiatese. L¹episodio appare tanto più inquietante perché segue ad una manifestazione per la pace che si era tenuta il giorno prima indetta dal ³Social Forum² del valdarno inferiore.
Una manifestazione riuscita, che aveva visto la presenza di numerosi giovani, bambini, migranti e che aveva avuto l¹adesione di moltissime associazioni (da Africa Insieme all¹ARCI, dal PRC della zona ad alcune sezioni dei DS, al movimento SHALON), sulla base di una piattaforma che condannava senza ambiguità la guerra che si vorrebbe fare all¹IRAQ e ne denunciava le motivazioni vere di dominio ed appropriazione delle risorse petrolifere. Alla manifestazione avevano aderito anche i sindaci dei comuni della zona.
La manifestazione, festosa e assai pacifica si era poi conclusa con l¹intervento di Teresa Mattei, già deputato all¹assemblea costituente.
Sabato 2 novembre, dalle ore 16.00, in risposta un presidio nel centro storico di San Miniato, sotto i loggaiti di San Domenico.
Il Governo deve fare il suo dovere e cioè assumersi la responsabilità di garantire la manifestazione nell’ordine. Se ha informazioni tali da non potere garantire la sicurezza, lo dica chiaramente”: il Presidente della Provincia di Michele Gesualdi, facendo in Consiglio provinciale il punto sugli impegni istituzionali della Provincia in ordine al Social Forum Europeo, esprime, pur “nel rispetto di una persona distinta come il ministro Giuseppe Pisanu” e nella considerazione “di incognite legate a gruppi provenienti dall’estero”, insoddisfazione per “il dire e il non dire del Governo, impressione che ho tratto proprio dalla relazione del ministro Pisanu alla Camera”.
Gesualdi aveva scritto al Ministro prima del suo intervento in Parlamento. “Se il Governo sa – insiste Gesualdi - dica e assuma decisioni; se non sa non può ingrossare le fila di chi teme, ma deve difendere e garantire i diritti costituzionali di tutti”. Gesualdi respinge “il dire e il non dire, il far capire e non far capire, tipico di chi intende tenersi in una posizione di vantaggio politico qualunque cosa avvenga a Firenze”. Quando si è trattato di decidere il luogo di svolgimento del Social Forum Europeo a Firenze, “nessuno – ha detto Gesualdi - ha interpellato la nostra Provincia chiedendo il nostro parere.
Noi lo abbiamo saputo a scelta fatta. Una volta fatta la scelta, però, tutti hanno l’obbligo di adoperarsi, secondo le proprie competenze, perché l’evento vada a buon fine per tutti, valorizzando i problemi che l’evento pone e non la cultura della paura e dell’incertezza a ogni costo. Firenze è una città speciale che ci ricorda come essa si trova sempre al centro e non ai margini della storia”. La Provincia di Firenze sta facendo la sua parte. Attraverso l’Agenzia per il turismo “ci siamo impegnati per raccogliere e coordinare le potenzialità di ospitalità.
Abbiamo individuato oltre 12 mila posti letto e indicato agli organizzatori del Social Forum caratteristiche, località, prezzi e modalità per raggiungere le località di accoglienza”. La Provincia ha poi “coordinato le aziende dei trasporti per la messa a punto di un biglietto unico utilizzabile per i trasporti pubblici della nostra provincia al prezzo di 5 €, dal costo proporzionato alle giornate di un abbonamento mensile, valevole per tutti i giorni del Forum”. La Provincia ha anche aperto un dialogo con le associazioni del volontariato “che in silenzio, e in modo completamente gratuito, si è organizzato per contribuire ognuno nel suo specifico campo d’impegno alla riuscita dell’evento”.
Gesualdi ha apprezzato “il grande equilibrio” con cui è stato guidato finora il tavolo istituito presso la Prefettura e dal Prefetto coordinato. In questa sede è stato svolto e si svolge “un accurato lavoro di prevenzione e organizzazione di ordine pubblico per salvaguardare Firenze da incursioni violente e per garantire la sicurezza dei cittadini e della città”. Più volte, ha aggiunto il Presidente della Provincia, i rappresentanti del Social Forum “hanno ribadito il loro impegno per uno svolgimento assolutamente civile della manifestazione e la disponibilità a sottoscrivere un patto con la città teso a spendersi, nei limiti delle loro forze, per la tutela di persone e cose.
Tutta l’attenzione concentrata sull’ordine pubblico sta oscurando il senso e il contenuto di un evento che vuole caratterizzarsi come incontro europeo pacifico e civile su argomenti di grande rilevanza”. I lavori del Tavolo presso la Prefettura, al quale siedono anche gli organizzatori del Social Forum, hanno conosciuto un momento di difficoltà quando la stampa riportò notizie circa la sospensione del Trattato di Schengen: “Il dialogo è poi ripreso – continua Gesualdi – anche se non sono mancate nuove tensioni e malesseri dovuti a certi passaggi dell’intervento del Ministro Pisanu fatto alla Camera a seguito di interpellanze ed interrogazioni sull’argomento; tensioni e preoccupazioni che gli organizzatori del Social Forum Europeo vollero esprimere attraverso un documento nel quale, peraltro, si conferma la natura pacifica e civile della manifestazione”.
Strumentalizzazioni sul Social Forum, sono “comprensibili anche se non condivisibili” da parte di alcune forze politiche, ma questo atteggiamento “è da respingere se viene dal Governo che deve dire se l’evento può o non può svolgersi”.
Per parte sua, Gesualdi rigetta la “logica della paura”, la stessa “per cui qualcuno cerca di far chiudere le scuole, cercando di capitalizzare politicamente il timore”. Mentre “dobbiamo sentirci impegnati a contrastare la logica delle azioni violente ed eclatanti, perché esse sono un danno per tutti, occorre invece l’impegno di tutti affinché Firenze affronti con maturità questo evento: continuare a fare polemiche sui rischi e sulle paure non mi pare un gran segnale di civiltà.
Impegnarsi invece fino in fondo secondo le proprie competenze per risolvere i problemi e far sì che tutto si svolga bene, tenendo alto il dibattito sulle differenze di contenuto, questo sì mi pare un comportamento all’altezza di Firenze”. Convinta di questo la Provincia di Firenze “ha speso il suo ruolo e continua a spenderlo in termini istituzionali e secondo le proprie funzioni, senza peraltro avere sostenuto spese finanziare, peraltro da non escludere laddove si evidenziassero particolari necessità”.
Una riunione con i rappresentanti degli enti locali, del Governo e degli organizzatori del Forum Sociale Europeo per decidere come andare avanti e per valutare un eventuale rinvio del raduno.
La chiede il capogruppo di "Insieme per l'Ulivo in Toscana" Giovanni Fittante dopo l'intervento del ministro Pisanu alla Camera.
«Le dichiarazioni di Pisanu - ha detto Fittante - impongono una seria riflessione: Firenze ed i fiorentini non possono permettersi il lusso di errori di valutazione. E comunque il Governo non può sottrarsi alla responsabilità di garantire l'ordine pubblico e la sicurezza di Firenze e dei suoi cittadini».
In vista della riunione del European Social Forum che si svolgerà a Firenze dal 6 al 10 novembre, il Comune, tramite l'assessorato alla cultura, offre uno sconto particolare a tutti gli iscritti al meeting per la visita ai musei comunali.
Coloro che si recheranno dal 5 al 10 novembre nei musei comunali dotati dell'apposito badge rilasciato al momento dell'iscrizione, potranno usufruire dello stesso sconto sul biglietto d'ingresso praticato ai residenti di Firenze e provincia: 25%. "La cultura è più forte di tutte le paure - ha commentato l'assessore Simone Siliani -. Tra le 18.000 persone che arriveranno a Firenze c'è un forte interesse per la cultura ed infatti la scelta di questa città non è stata casuale. Firenze non solo è la città della cultura e dell'arte ma è anche luogo del dialogo tra i popoli e vogliamo offrire a tutti coloro che in quei giorni parteciperanno al Social Forum di usufruire di tutte le ricchezze culturali di cui Firenze dispone, anche grazie ad un forte sconto che praticheremo all'ingresso dei musei comunali.
Non solo non abbiamo paura del loro arrivo ma invitiamo coloro che parteciperanno al Social Forum a vivere completamente la città con tutte le proposte culturali di cui dispone".
Ricordiamo quali sono i musei comunali nei quali sarà praticato lo sconto del 25%: Palazzo Vecchio, il Museo dei Ragazzi, Firenze Com'era, il Percorso del Principe, i Quartieri Monumentali, la Cappella Brancacci, il Museo di Santa Maria Novella e Santo Spirito.
«Se le frange violente del Forum Sociale Europeo sono già fra noi il sindaco Domenici non faccia come Ponzio Pilato, si sganci dal governatore Martini e colga l'occasione offerta dal ministro Pisanu di spostare, di comune accordo con il Governo, l'evento».
Lo ha dichiarato la vicecapogruppo di Forza Italia Bianca Maria Giocoli. «Sarebbe inutile a questo punto bloccare le frontiere - ha aggiunto la Giocoli - ma i cittadini di Firenze e gli stessi partecipanti al Social Forum meritano questa decisione di spostare il raduno. Desta grande preoccupazione quanto dichiarato dal ministro Pisanu oggi alla Camera su gruppi stranieri che hanno minacciato di occupare cantieri dell'alta velocità, banche, supermercati, l'aeroporto e anche le stesse sedi dove si terrà il raduno».
Secondo la vicecapogruppo di Forza Italia «Firenze è stata messa in ballo con troppa leggerezza dal governatore Martini. Qui non è in gioco il libero diritto di manifestare, è in gioco una città unica al mondo. La sinistra continua a minimizzare e paragona questo evento ad una partita di calcio o al meeting di Comunione e Liberazione di Rimini». «Attendiamo che i promotori del raduno prendano le distanze dai vari sobillatori e capipopolo - ha concluso la Giocoli - non accettiamo dichiarazioni del tipo "ognuno va in piazza come crede".
Non vogliamo connivenza o peggio indifferenza.
Chiediamo che gli organizzatori dichiarino pubblicamente di prendere le distanze isolando i violenti ,negando ogni ambiguità verso le forze dell'ordine e visto che probabilmente le frange violente sono già fra noi blocchiamole prima che sia troppo tardi. Intanto sui muri della sede di Forza Italia sono state scritte nuove minacce».
"Nella discussione alla Camera sul Social Forum di Firenze, il ministro Pisanu ha fatto due affermazioni importanti -ha affermato la senatrice DS Vittoria Franco- 1.
Bisogna garantire la libera manifestazione delle idee; 2. È intenzione del governo isolare e bloccare i violenti.
C’è un diritto al libero confronto delle idee e un diritto alla sicurezza.
C’è però anche una responsabilità del governo e una responsabilità della città, e non vanno confuse.
Il secondo diritto deve essere garantito dal governo, il quale detiene il potere esclusivo della sicurezza e dell’ordine pubblico.
La città di Firenze e i comuni dell’area fiorentina sono impegnati nel garantire al meglio l’accoglienza perché quel libero confronto di idee si svolga col maggiore agio possibile, con la serenità e la tranquillità necessarie.
Non poteva essere diversamente per una Firenze, come ha detto il poeta Mario Luzi, che voleva restare fedele al suo costume abituale di accoglienza e ospitalità.
Uno spirito di accoglienza e di ospitalità che si sta manifestando ampiamente in questi giorni e in queste ore: un migliaio di famiglie che aprono le porte di casa per ospitare partecipanti al forum provenienti da ogni parte del mondo; uno sconto particolare a tutti gli iscritti al meetin per la visita ai musei comunali; una festa al mercato di San Lorenzo organizzata dai commercianti; associazioni di cittadini e sindacati che stanno attuando una vera e propria campagna di informazione sulla natura e sui contenuti della manifestazione.
E non c’è dubbio che l’informazione sia il migliore antidoto alla paura e una forma democratica di reagire.
È questa la Firenze civile e responsabile che sta emergendo e che deve prevalere. É questo anche l’impegno delle forze politiche democratiche: far prevalere l’interesse della città che consiste nel prevenire e isolare ogni tentativo di provocazione di disordini e violenze e nel preservare la sua bellezza e il suo valore di città d’arte. A chi giova il contrario?"
Una delegazione di Radicali Italiani composta dal Segretario nazionale Daniele Capezzone e da Antonio Bacchi, segretario dell’associazione radicale fiorentina “Andrea Tamburi”, è stata ricevuta nella serata di ieri dal Prefetto di Firenze Achille Serra.
All’incontro era presente anche il Questore Giuseppe De Donno.
Tra i punti affrontati nell’incontro vi è stato il divieto di manifestare in luogo pubblico nei giorni dal 4 al 12 novembre, notificato ai Radicali dal Comune di Firenze in base ad un provvedimento del Sindaco Leonardo Domenici datato 24 ottobre. In merito, il Prefetto Serra ha inizialmente spiegato e giustificato la necessità di evitare, per evidenti motivi legati all’ordine pubblico, iniziative politiche nelle numerose piazze del centro storico che nei giorni del meeting saranno occupate da iniziative legate al Social Forum, ribadendo tuttavia la disponibilità delle aree cittadine periferiche o comunque a distanza di sicurezza rispetto alle zone interessate dalle manifestazioni.
Ed è qui che il provvedimento del Sindaco perde ogni giustificazione. Così quando Daniele Capezzone ha fatto notare al Prefetto come l’atto del Comune fosse “altro” rispetto a quanto appena illustrato, visto che ai Radicali era stata vietata qualsiasi possibilità di manifestare sul suolo pubblico dell’intero territorio comunale senza concedere alternativa alcuna all’interruzione per ben 10 giorni delle proprie iniziative politiche, il Prefetto ed il Questore non hanno potuto che concordare sull’infondatezza e inopportunità del provvedimento del Comune di Firenze, sconfessando totalmente l’operato del Sindaco Leonardo Domenici ed impegnandosi per la giornata odierna a comunicare le zone dove le iniziative politiche dei Radicali potranno effettuarsi nel periodo del Social Forum europeo.