Bilancio: il Consiglio comunale approva ordine del giorno collegato al Dpef
Finanziaria 2003, il Consiglio comunale chiede la mobilitazione contro le misure che strangolano i bilanci locali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 ottobre 2002 07:19
Bilancio: il Consiglio comunale approva ordine del giorno collegato al Dpef<BR>Finanziaria 2003, il Consiglio comunale chiede la mobilitazione contro le misure che strangolano i bilanci locali

Nella seduta del Consiglio comunale di Firenze di ieri è stato discusso il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria per il 2003 (DPEF). Al termine sono stati approvati due Ordini del Giorno: il primo relativo al DPEF del Comune che detta al Sindaco indirizzi in vista della predisposizione del bilancio 2003 (approvato con i voti della maggioranza di centrosinistra e l'astensione di Rifondazione comunista); il secondo relativo alla Legge Finanziaria 2003 appena licenziata dal Governo Berlusconi che fa appello al Governo e al Parlamento per la modifica delle assurde norme relative alla finanza degli Enti locali (approvato con i voti del centrosinistra e di Rifondazione comunista).

Da ricordare che è in corso di discussione e verrà approvata presumibilmente lunedì 7 ottobre la delibera che modifica il Regolamento di contabilità del Comune e vi inserisce stabilmente il DPEF e la concertazione con le parti sociali.
Contenere i costi delle utenze, come gas, energia elettrica, acqua, servizi di telefonia. E' una delle richieste contenute nell'ordine del giorno presentato dai capigruppo della maggioranza di centrosinistra e approvato ieri sera dal Consiglio comunale. Il Consiglio si riserva inoltre di valutare le operazioni finanziarie e fiscali indicate in termini generali, come smobilizzo dei crediti e istituzione della cosiddetta "tassa di scopo", nelle fasi di maggiore precisazione delle stesse, per una più compiuta valutazione degli aspetti politici, finanziari e tecnici».

Nell'ordine del giorno si sottolineano anche «le fortissime preoccupazioni per il rischio che la situazione finanziaria complessiva possa mettere a repentaglio il sistema locale di welfare, per lo più orientato ad intervenire sulle situazioni di disagio estremo» e «il giudizio fortemente negativo sull'attuale regime tributario imposto agli enti locali».
«Non voterò il documento di programmazione economica e finanziaria perché insufficiente sia a garantire il risanamento del bilancio comunale che un vero rilancio dello sviluppo economico».

E' quanto ha annunciato il capogruppo di "Insieme per l'Ulivo in Toscana" Giovanni Fittante. «Pur considerando la pesante responsabilità del governo centrale per i tagli agli enti locali - ha concluso Fittante - la manovra della giunta è comunque insufficiente».
«Il documento di programmazione economica e finanziaria del Comune è inadeguato a rispondere ai sempre più crescenti bisogni dei fiorentini». E' quanto ha dichiarato la capogruppo di Rifondazione Comunista Monica Sgherri. «La finanziaria del governo Berlusconi - ha spiegato la Sgherri - rischia di strangolare la flebile autonomia degli enti locali sempre impegnati nell'erogazione di servizi essenziali ma di fatto privati di adeguati finanziamenti.

Questa non è una situazione di novità in quanto i restringimento dei trasferimenti è iniziato con il precedente governo di centrosinistra. La novità, semmai, è nella consistenza dei tagli agli enti locali».
«A questa situazione il documento di programmazione economica del Comune non risponde adeguatamente - ha sottolineato la capogruppo di Rifondazione Comunista - mancano completamente politiche di rigore e di garanzia dell'erogazione di servizi essenziali. Manca un chiaro indirizzo di scelta di politiche sociali nel piano degli investimenti straordinari: mentre si denuncia che il governo nazionale abbate il welfare a Firenze la giunta preferisce svendere il suo patrimonio residenziale senza utilizzare questi proventi per dare risposte adeguate al bisogno casa».

«Non c'è un indirizzo di rigore sulla politica delle entrate - ha concluso la Sgherri - ancora non sappiamo come e quanto chiediamo ai cittadini di partecipare ai vari servizi, come assistenza domiciliare, asilo nido, rette anziani e quanto questi "balzelli" influiscono nelle economie familiari. L'osservatorio dei servizi pubblici approvato lo scorso bilancio è rimasto inattuato. A fronte di una situazione così grave della finanza locale, situazione comunque di lunga durata, noi chiediamo una correzione di fondo a questa maggioranza: l'introduzione di grandi indirizzi sociali nelle scelte di bilancio ordinarie e straordinarie affinché anche il Comune per la sua parte si faccia carico degli ammortizzatori sociali di cui noi non ne troviamo traccia».
L'ordine del giorno nel quale si esprime «sostegno alle posizioni dell'ANCI e della Lega della Autonomie in merito alla finanza locale, anche alla luce del disegno di Legge Finanziaria 2003 annunciato dal Governo» era stato presentato dai capigruppo della maggioranza di centrosinistra.

«La mancata soluzione dei problemi che affliggono i bilanci degli enti locali - sottolinea il documento - e, anzi, il loro aggravamento per effetto della mancata attuazione dell'articolo 119 della Costituzione e delle nuove norme annunciate dal Governo, rischiano di impedire la chiusura dei bilanci comunali per il 2003, ovvero il taglio di essenziali servizi sociali ed educativi». L'ordine del giorno impegna a «mobilitarsi nelle forme che le circostanze consentiranno, ed in adesione alle iniziative unitarie promosse dall'ANCI e dalla Lega delle Autonomie, affinché il ruolo crescente assunto dai Comuni nella garanzia dei servizi e nella guida dello sviluppo del territorio siano compresi dall'opinione pubblica e dalla forze politiche, e inducano il Governo ed il Parlamento a recedere dall'approvare misure che rischiano di strangolare ogni possibilità di manovra degli enti locali».
«Il Comune elimini gli sprechi invece di inveire contro la manovra del governo Berlusconi».

Lo ha detto il consigliere di Forza Italia e vicepresidente della commissione bilancio Valerio Abbate secondo il quale «i minori trasferimenti agli enti locali hanno come scopo prioritario l'eliminazione delle spese improduttive e clientelari». «Si vendono i "gioielli di famiglia" per far cassa - ha aggiunto Abbate - e si creano nuove società per azioni, veri e propri "baracconi" per aumentare i posti da occupare. Si pagano troppo i dirigenti delle aziende partecipate e si assiste ad un aumento surrettizio di alcuni tributi per ripianare i deficit.

Un esempio è l'aumento, pari al 100%, del contributo per la revisione della caldaie. Come se non bastasse si annunciano aumenti vertiginosi delle tariffe dei parcheggi». «La tassa di scopo, così come proposta dall'amministrazione comunale è assurda - ha concluso il consigliere di Forza Italia - e colpirebbe solo gli albergatori, già fortemente provati dalla crisi. Quanto alla mobilità si è aumentato il costo del biglietto dell'Ataf senza offrire un servizio decente».

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