24 settembre 2002 - Politiche attive del lavoro. Integrazione effettiva tra politiche del lavoro, servizi per l’impiego e formazione professionale, ricezione delle nuove indicazioni regionali per il periodo 2003-2006 del Fondo sociale europeo, il tutto introdotto nella specifica realtà della Provincia di Firenze, con una particolare attenzione a intervenire sui giovani tra i 15 e i 18 anni che non seguono il percorso scolastico (perché non diventino un problema sociale ma una risorsa); sui disoccupati di lunga durata (soprattutto le persone con bassa professionalità, le donne singole con figli, le donne interessate e rientrare nel mondo del lavoro); sugli immigrati (risorsa sempre più richiesti dal sistema produttivo); sui disabili per l’inserimento mirato nel mondo del lavoro.
Sono queste le caratteristiche principali del documento sugli indirizzi di programmazione del Fondo sociale europeo, obiettivo 3, per il 2003, che l’assessore alle politiche del lavoro Davide Filippelli ha presentato al Consiglio provinciale. L’assemblea ha approvato il documento con i voti favorevoli della maggioranza di Centrosinistra, l’astensione di Rifondazione comunista, i voti contrari della Casa delle Libertà. Grazie al Fondo sociale europeo alla Provincia sono state attribuiti 16.303.750 euro, di cui il 16,1 per cento è riservato al Circondario empolese, pari a 2.601.297, e il restante l’83,9 per cento al resto del territorio provinciale (pari a 13.702.453 euro).
La strategia provinciale nella programmazione dell’Obiettivo 3 per il 2003 assume tre campi trasversali di intervento nel Fondo sociale europeo, vale a dire pari opportunità, sviluppo locale, società dell’informazione.
“Il documento – spiega l’assessore Filippelli - è l’atto sul quale poggia significativamente l’azione politica in materia di lavoro e politiche sociali per il prossimo anno.
Un atto con il quale si intende implementare una parte rilevante del programma di mandato della Giunta provinciale”.
E’ in atto “una complessa opera di riorganizzazione” del settore Politiche del lavoro nei servizi per l’impiego, nella revisione e miglioramento del processo di programmazione, nell’area nel suo insieme, con la creazione dei supporti indispensabili alle funzioni di programmazione e di politiche del lavoro (l’Osservatorio del lavoro e delle competenze).
“Oggi – continua Filippelli - possiamo proporre importanti innovazioni nel meccanismo di programmazione.
Si è operato per un supporto informativo unico per tutta la provincia, in grado di raccogliere le informazioni sui lavoratori e imprese in un’unica banca dati. Sono stati fatti interventi di formazione rivolti al personale e si sono definite nuove modalità operative; è stato attivato un processo di censimento di tutte le persone iscritte nelle liste di collocamento”.
I servizi per l’impiego della Provincia stanno contattando migliaia di persone iscritte nell’anagrafe del lavoro come disoccupati, con attenzione particolare alla componente femminile.
Il sistema delle agenzie sta rispondendo positivamente alle proposte dell’Amministrazione provinciale. Sul versante della programmazione del Fondo sociale gli uffici hanno operato per semplificare e rendere più leggibili i propri documenti di riferimento, in particolare gli indirizzi, il bando e il formulario.
Finora la Provincia ha operato sui meccanismi di qualificazione dei progetti: in sostanza si approvavano progetti i cui utenti sarebbero stati individuati successivamente. Ora invece il meccanismo di programmazione compone i bisogni delle persone, del mercato del lavoro e del territorio.
La riforma dei servizi per l’impiego, le interviste e l’anagrafe del lavoro consentono di conoscere in modo dettagliato i bisogni delle persone. L’osservatorio aiuta a leggere i bisogni del territorio e dello sviluppo.
Secondo fonti Istat i dati sulla disoccupazione nella Provincia di Firenze mostrano una tendenza in costante diminuzione: si passa dal 7 per cento del 1998 al 6,2 per cento del ’99 al 5,6 per cento del 2000 e al 4,2 per cento del 2001. I segnali di rallentamento dell’economia, già avvertiti prima dei tragici attentati dell’11 settembre dello scorso anno, si sono rivelati successivamente penalizzanti per l’economia fiorentina, colpita in settori importanti come il turismo, la moda e l’industria metalmeccanica, collegata alla componentistica dell’auto.
Siamo in una fase di stagnazione.
“Desta forte apprensione e preoccupazione – ha sottolineato Filippelli - la situazione di crisi della Ote spa che ha avviato la procedura di mobilità per 230 lavoratori su 570 occupati ed è incerto il suo futuro assetto societario”.
A partire dalla programmazione 2003 la Provincia individuerà attraverso i Centri per l’impiego i gruppi di utenti, in particolare donne e uomini disoccupati e soggetti deboli effettivamente in cerca di lavoro; ne analizzerà i bisogni attraverso azioni mirate; metterà a bando la realizzazione di percorsi formativi precisi e protrattati in base all’analisi dei bisogni delle persone e del mercato del lavoro; fornirà assistenza post-formazione finalizzata all’inserimento lavorativo.
Di diverso segno le valutazioni sul documento in Consiglio provinciale.
Per Fabio Filippini (Forza Italia) l’azione fatta dalla Provincia nella formazione non è misurabile. Fra i dati che mancano anche quelli sul collocamento dei disabili, per i quali ci sono tempi di attesa ancora molto lunghi, di circa 4 mesi. E in generale vi è uno scollamento fra lo “sforzo accademico” degli indirizzi programmatici e i risultati.
Secondo Pier Giuseppe Massai (An) le politiche del lavoro adottate dalla Provincia non avrebbero contatto con la realtà, mentre vi sarebbero spazi per operare efficacemente.
Piero Parotti, di Rifondazione comunista, coglie invece risultati positivi anche pensando al breve tempo trascorso da quando la Provincia ha rilevato il Collocamento. Rifondazione valuta positivamente l’offerta formativa anche per gli immigrati. Alessandro Corsinovi, capogruppo del Ccd, lamenta non solo la mancanza di logistica, ma anche “carenza sia di strumenti informatici sia di guida tecnico-gestionale. Resta difficile una valutazione precisa, è un continuo raccontarci di cose in divenire”.
Paolo Costantino (Ds) accoglie positivamente gli indirizzi di programmazione, apprezzando “gli sforzi degli uffici anche per l’unificazione delle banche dati. Aspettiamo una relazione in Consiglio per fare il punto non solo sull’efficienza degli uffici ma anche sull’efficacia degli interventi in tre anni”. Bisogna puntare a ridurre i margini di discrezionalità registrati in passato. Continuando a fare bene, “si deve fare meglio”, con attenzione a tutti i comuni della Provincia.
Giovanni Vignoli (Margherita) dà atto del lavoro fatto dall’assessore e dalla Giunta in un quadro di “deleghe a strappi” dal 1999 fino a una delega più completa, in ambito di politiche del lavoro, a partire dallo scorso anno.
“In commissione – ha detto – occorre ricostruire il percorso del settore negli ultimi tre anni, in modo da avere una lettura ancora più chiara”.
Gloria Campi (Ds), è intervenuta a nome della Commissione Pari Opportunità, per sottolineare le priorità dell’occupazione femminile, delle politiche e delle misure volte a incrementare la presenza delle donne nel mondo del lavoro.
Sandro Targetti (Rifondazione comunista) plaude al “lavoro ben fatto dall’assessorato”, sottolineando un aspetto che “deve essere parte integrante della formazione professionale: la cultura dei diritti.
Insoddisfazione da parte di Carlo Bevilacqua, capogruppo di Forza Italia, per il quale non è stato realizzato niente che che abbia prodotto risultati positivi. “Avremmo voluto registrare anche un cambio di mentalità – ha aggiunto – che non c’è stato”.
Per Luigi Nigi (Ds) c’è un approccio coraggioso e robusto sulla formazione professionale, ma ci vuole uno “scatto di coraggio” anche per un’energica direzione all’interno dell’assessorato. La maggioranza “vota favorevolmente il provvedimento con grande convinzione politica e con cautela d’accompagnamento onde sperimentarne, strada facendo, risultati e qualità.