Uliveto Terme (Pisa) - La televisione? E’ l’inferno dei bambini. Da tempo si sa che li inquina mentalmente e li impigrisce fisicamente, ma ora si comincia a sospettarla di nefandezze ben peggiori: addirittura di rubare l’infanzia ai nostri figli stressandoli con dosi massicce di violenza, sesso e scemenze varie fino a causare, soprattutto nelle femmine, una serie di sconvolgimenti ormonali irreversibili. Stress che finiscono per anticipare a 7-8 anni l’inizio della pubertà che normalmente si colloca sui 10 – 11.
Tra le infinite requisitorie di questi anni contro i malanni della Tv poche hanno la virulenza di quella annunciata da uno specialista di malattie infantili, il professor Roberto Salti, endocrinologo all’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze.
Salti interverrà domani nel Parco Termale di Uliveto Terme (Pisa) al convegno Problemi medici nell’attività sportiva ideato dai professori Gian Gastone Neri Serneri e Giorgio Galanti dell’Università di Firenze, e presenterà una relazione in cui, per la prima volta, si mettono in relazione con la televisione i casi sempre più frequenti di pubertà precoce segnalati in tutto il mondo occidentale e rimasti fin qui senza alcuna spiegazione.
Secondo il professor Salti, che con la sua equipe sta conducendo una ricerca sul fenomeno (il Meyer ha registrato finora oltre 200 casi di pubertà precoce e precocissima), una delle cause potrebbe essere proprio l’overdose di immagini televisive emotivamente stressanti per bambini ancora privi di sufficienti esperienze cognitive: “Pubertà precoce”, spiega, “significa che nelle femmine i caratteri sessuali compaiono prima degli 8 anni e nei maschi prima dei 9.
Il fenomeno è più frequente nelle femmine in rapporto di quattro a uno. La mia ipotesi è appunto che lo stress indotto da un eccesso di pessima televisione attivi alcune zone cerebrali, la regolazione neuroendocrina e produca a cascata eventi ormonali”.
Ma perché parlare di Tv a un convegno medico dedicato allo sport? Perché televisione è antitesi di movimento. “La televisione”, incalza il professore, “abolisce il gioco, che per i bambini è uno degli elementi per acquisire una vita indipendente, uno stimolo all'esplorazione e alla riflessione.
Ripetendo una stessa azione e perfezionandola, il gioco insegna a controllare il corpo”.
Invece di sgambettare all’aria aperta i nostri figli passano in media due ore e mezzo al giorno immobili davanti alla Tv. Non basta: “La televisione”, insiste Salti, “sostituisce la famiglia, ma i modelli di adulti che ci mostra non sono di persone normali: gli uomini agiscono spesso con violenza, il sangue scorre a fiumi e le donne o esibiscono abbondanti nudità oppure sono impegnate nell’acquisto di detersivi e pannolini.
Lo stesso logo col bambino e l’adulto insieme a indicare che i più piccoli possono vedere il film solo in compagnia di adulti, è stato giudicato un imbroglio dalla Società Italiana di Pediatria. Nella realtà bambini e adulti quasi sempre seguono il film in silenzio senza alcun commento”.
Peraltro, ricorda il professore, la televisione altera i valori stessi della società civile distribuendo montagne di denaro a chi risponde a domande elementari. I consigli per gli acquisti di alimenti sono privi di valore scientifico e contribuiscono all' aumento dell’obesità infantile.
“Dopo aver assistito a programmi con aspetti intensamente emotivi”, conclude Salti, “il bambino ha difficoltà a discriminare il ricordo del passato reale da quello di scene di cui è stato solo spettatore. Poiché la memoria si rinnova in maniera continua, con perdita di alcune informazioni e aggiunta di altre, questa ristrutturazione può provocare false memorie con conseguenze facilmente intuibili”.